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Pubblicato su Politica Domani Num 10 - Gennaio 2002 Separazione dei
poteri
GIUSTIZIA E GOVERNO: POLEMICA INFINITA
Dietro il caso Taormina Raffaello A. Doro Il sistema giudiziario italiano continua
ad essere teatro di accese polemiche e oggetto di aspre critiche. La
miccia che ha acceso ancora una volta la polemica e che ha assunto toni
molto duri, è stata la decisione del Tribunale di Milano di respingere
la richiesta dei difensori di Silvio Berlusconi, Cesare Previti e Renato
Squillante, accusati di corruzione nell'ambito del processo SME-Ariosto,
di ritorno all'udienza preliminare in base alla sentenza della Corte
Costituzionale dello scorso luglio che, secondo il Tribunale di Milano,
censura il comportamento del giudice Rossato che aveva rifiutato i rinvii
richiesti da Previti perché impegnato in Parlamento, ma non incide
sulla regolarità del processo.
L'allora sottosegretario all'Interno,
Carlo Taormina, ha reagito alla decisione affermando l'esistenza di
una guerra condotta dai giudici di Milano contro Silvio Berlusconi e
ha sollecitato la Procura di Brescia a perseguire penalmente i magistrati
coinvolti in tale provvedimento, invitando gli altri inquirenti a manifestare
per "emarginare la setta del partito dei giudici". Nei giorni
seguenti il Capo dello Stato ha invitato tutti a rispettare ognuno le
proprie competenze sul modello della divisione dei poteri, "cardine
delle moderne democrazie". I toni della polemica si sono fatti
sempre più accesi e le dichiarazioni successive e i comportamenti
in aula, da una parte e dall'altra, non hanno fatto onore ai rappresentanti
e responsabili delle istituzioni italiane.
Le polemiche sulla magistratura, così come sono state condotte
nei luoghi istituzionalmente più sacri e rappresentativi, Camera
dei Deputati e Senato della Repubblica, le dichiarazioni fatte, anche
da membri autorevoli del Governo, servono solo a "incrinare la
fiducia dei cittadini nella giustizia" (CSM) e non servono a rafforzare
il Governo (Taormina ha rinunciato al suo mandato e le sue dimissioni
accettate senza alcuna discussione, forse per evitare un ulteriore inasprirsi
delle polemiche o, come altri sostengono, per impedire che l'opposizione
si esprimesse su un tema così delicato e controverso).
Rimane il fatto che fra Governo e Magistratura il clima di tensione
rimane alto.
È fondamentale, come non manca di ribadire il Capo dello Stato,
che i due poteri, esecutivo e giudiziario, rimangano completamente indipendenti
e che nessuno, da nessuna parte, attenti alla reciproca indipendenza
con atteggiamenti soggettivi, prestando il fianco a possibili critiche
e sospetti, e con atteggiamenti oggettivi, con dichiarazioni e comportamenti
volti a discreditare l'altra parte o a limitarne l'autonomia. È infatti su questo pilastro che, secondo la nostra cultura e tradizione,
si basa uno stato democratico, moderno ed europeo.  
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