Pubblicato su Politica Domani Num 10 - Gennaio 2002
Lavoro
L'ITALIA DELLE CONTRADDIZIONI
Disoccupazione, immigrazione e crescita produttiva
Claudia Mariani
In questi ultimi dieci anni abbiamo
assistito ad una forte crescita produttiva del nord Italia, in particolare
del nord-est. Questa crescita però che non ha avuto come artefice
la forza lavoro autoctona disponibile. C'è stato un vero e proprio
"rifiuto" degli italiani a svolgere lavori considerati di
basso profilo, come quelli appartenenti al comparto agricolo.
La combinazione tra questo rifiuto
e la necessità di manodopera fa sì che in questa nostra
Italia delle eterne contraddizioni si registri un tasso di disoccupazione
tra i più alti in Europa, ma anche un'ampia offerta di posti
di lavoro che rimane senza risposta; e, dato che i meccanismi di "compensazione
interna" (lavoratori del sud nelle imprese del nord) non sembrano
funzionare molto, si ricorre all'assunzione di manodopera straniera,
soprattutto nelle regioni Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
Solo il Veneto accoglie circa il 7,75% dell'immigrazione extracomunitaria
in Italia.
Secondo alcune statistiche, i lavoratori stranieri presenti in Italia
sono approssimativamente 100.000 e provengano dall'Africa (60%), dall'Europa
dell'Est (24%), dall'Asia (12%) e dal Sud America (4%). La maggior parte
di essi è impiegato in occupazioni "scomode" (come,
per esempio, estrazione del marmo, concia delle pelli e raccolta della
frutta), altri svolgono un commercio ambulante, e negli ultimi periodi
ci sono state anche molte assunzioni stagionali nel campo del turismo.
In merito alle occupazioni stagionali, lo scorso 25 febbraio, il Ministro
del Lavoro e della Previdenza Sociale, ha emanato una circolare (n.25/2001
del 23.2.01, prot.n.1210) in cui, tenendo conto delle richieste formulate
dalle amministrazioni regionali e dalle associazioni dei datori di lavoro
interessati, è stato impiegato nel settore alberghiero ed agricolo
nelle regioni settentrionali un contingente di circa 13.000 lavoratori
extracomunitari stagionali.
Quest'apertura nei confronti dei lavoratori extracomunitari però
ha avuto validità solamente nella scorsa stagione estiva, nel
settore turistico-alberghiero ed agricolo e, ovviamente, sono state
escluse dalle assegnazioni quelle Regioni che presentano un alto tasso
di disoccupazione. Questo meccanismo sta generando una situazione di
impiego della forza lavoro in Italia a tutto svantaggio delle regioni
del Sud, dove la disoccupazione è ancora molto alta.
Ma la situazione al Sud non è del tutto disperata: fra i giovani
meridionali si sta infatti generando, anche se in maniera molto lenta,
una voglia e un bisogno di "inventare" iniziative professionali
nuove che stanno avendo grande successo e questo, oltre ad essere cosa
sicuramente positiva per il Sud, lo è per tutto il resto dell'Italia.