Pubblicato su politicadomani Num 103/104 - Giugno/Luglio 2010
Bilanci comunali
Le nebbie di Milano
Nel 2009 il Comune di Milano ha incassato e speso sui due miliardi
di Giancarlo Pagliarini
Un’ora scarsa per approvare il bilancio consuntivo che presenta molti aspetti oscuri. Al punto che il collegio dei revisori chiede una “individuazione più realistica” delle fonti di finanziamento e delle voci di spesa.
Il 10 maggio il Consiglio comunale di Milano ha approvato il rendiconto del 2009. In sintesi ecco come sono andate le cose: il 1° gennaio 2009 nel conto del tesoriere del Comune di Milano c’erano un miliardo e 104 milioni di euro. Nel corso dell’anno abbiamo incassato 3.694 milioni e ne abbiamo spesi 3.840. Il fondo di cassa il 31 dicembre 2009 era di 958 milioni
(Fonte: delibera n. 306 “Rendiconto della gestione per l’esercizio 2009”).
Su questo argomento abbiamo chiesto il parere di un esperto di bilanci, Giancarlo Pagliarini, ex ministro, consigliere comunale e segretario dell’Associazione “Giancarlo Pagliarini per la riforma federale”.
In realtà questi numeri del bilancio sono “gonfiati” da cifre che non rappresentano né entrate né uscite ma sono figlie della “logica” della contabilità pubblica. La voce più grossa degli incassi è di 1.304 milioni di euro ed è relativa a (testuale) “prelievi da conti correnti, depositi e movimenti interinali di valori”. Se prelievi dei soldi dal tuo conto corrente, hai i soldi in mano ma hai meno soldi sul conto. La somma algebrica fa zero. Che entrate sono? Una persona normale poi si chiede che razza di entrate saranno mai quelle descritte come “movimenti interinali”. La verità è che questi 1.304 milioni sono numeri senza vero significato economico che vengono registrati sia tra gli incassi che tra le spese.
Ma non é finita. Quando il Comune di Milano paga gli stipendi ai suoi dipendenti contabilizza le ritenute erariali (88 milioni nel 2009) e quelle per i contributi sociali (50 milioni) sia tra le entrate che tra le uscite.
Per farla breve, le entrate e le uscite “vere” nel 2009 sono state poco più di 2 miliardi di euro.
Oggi vediamo le entrate più significative. Le entrate tributarie sono state 568 milioni (ICI 308 milioni, tassa smaltimento rifiuti solidi urbani 170 milioni e poche altre cose). I trasferimenti incassati dal Comune di Milano sono stati 670, di cui 602 dallo Stato, 63 dalla Regione e il resto da altri enti. Le entrate “extratributarie” sono state 534 di cui 138 milioni per multe (nome ufficiale: “ammende e oblazione per contravvenzioni”: nel 2009 dopo ICI e rifiuti sono state l’entrata più grossa del Comune, addirittura più degli oneri di urbanizzazione), 83 milioni per i dividendi delle società partecipate, che sono ATM, A2A, SEA, MM, eccetera. Inoltre 55 milioni li abbiamo incassati dagli affitti degli immobili del Comune e 30 milioni dai canoni per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche.
Tra le società del Comune di Milano c’era anche la Zincar srl, che è stata dichiarata fallita il 1 giugno 2009: il fallimento di una società controllata dal Comune non è certo una cosa di cui possiamo andare fieri.
Abbiamo anche incassato 125 milioni perché abbiamo acceso dei nuovi prestiti e infine dagli oneri di urbanizzazione abbiamo incassato 136 milioni.
E adesso tre considerazioni
Prima: una città come Milano nel 2009 ha incassato e speso sui 2 miliardi, mentre nello stesso anno tutte la PA della Repubblica hanno speso 775 miliardi. Il “peso” finanziario di Milano dunque è dello 0,2%. Non vi sembra che ci sia qualcosa di sbagliato nella organizzazione del sistema paese? Non vi sembra che il sistema sia troppo centralizzato? Il guaio è che non sono previsti grandi cambiamenti. Per intenderci, la famosa legge n. 42, quella che è inspiegabilmente chiamata del “federalismo fiscale” anche se di principi federali non c’è nemmeno l’ombra, agirà sulle entrate tributarie (i 568 milioni aumenteranno di qualche milione) e sui trasferimenti (i 602 milioni che ci ha trasferito lo Stato tenderanno a zero). La somma algebrica delle “novità” sarà molto vicina allo zero.
Seconda: a Palazzo Marino la discussione per approvare i numeri del consuntivo è durata un’ora scarsa, compresi gli emendamenti e le dichiarazioni di voto, mentre per il preventivo 2010 sono state necessarie un numero enorme di sedute, di nottate e perfino una convocazione “a oltranza”. Anche questo teatrino fa parte della logica perversa della “contabilità pubblica”. Per darvi una idea, le entrate previste dal bilancio di previsione 2009 erano più di 15 miliardi. A consuntivo, come abbiamo visto, siamo sui 2 miliardi.
Terza: per finire un “bravo” sincero al collegio dei revisori del Comune. Fabrizio Pezzani, Stefano Bellavite Pellegrini e Orlando Vetrano hanno preparato una relazione sul consuntivo di 52 pagine comprensibili (un vero miracolo), per niente noiose, coraggiose e senza timori riverenziali. Pagina 14: “Evidenziamo l’opportunità di rivedere il processo di programmazione degli investimenti dell’ente, procedendo ad una più realistica individuazione delle fonti di finanziamento e delle conseguenti voci di spesa, ecc ecc”.
Finalmente dei professionisti che fanno il loro lavoro e che non hanno paura di evidenziare le cose che non vanno bene. Fonte:www.allarmemilano-risorgimilano
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