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Pubblicato su politicadomani Num 103/104 - Giugno/Luglio 2010
Fotografia
Oltre l’obiettivo ... fra realtà e sogno
In una eccezionale mostra fotografica verità e fantasia in un intreccio senza precedenti negli scatti di Pasquale Lamitella, fotografo molti passi più avanti di tanti “professionisti”
di Maria Mezzina
Organizzata da politicadomani, l’Associazione culturale Arianna e Amici della Fotografia, con il patrocinio del Comune di Marano, si apre con il vernissage di sabato 12 giugno 2010, nella Sala Chianese del comune di Marano di Napoli, alle ore 18:00, la prima personale fotografica di Pasquale Lamitella, artista maranese della fotocamera digitale e fotografo ufficiale di politicadomani, “Oltre l’obiettivo... fra realtà e sogno”.
C’è gente fortunata che riesce a fare della propria passione per qualcosa la sua professione e gente meno fortunata che la coltiva come hobby. Fra questi - sono i più e in alcuni casi anche i migliori - a un certo punto questa passione diventa talmente importante da trasformarsi in ragione di vita.
Ci sono poi persone che con apparente distacco e finta noncuranza trasformano l’hobby (specie nella sfera delle arti visive, musicali o teatrali) in ricerca, con cui sperimentano forme inusuali e nuove espressioni con risultati pregevoli. Si tratta di “dilettanti” che riescono a raggiungere vertici di rara bellezza nelle loro opere, per i quali il termine va inteso nella accezione etimologica di “persona che prova diletto” e non in quella di “non professionista”. Dove il termine “professionista” risulta oggi svuotato del significato originario - esperto cioè nella sua professione - vuoi dalla corsa al denaro a cui il moderno professionista tende, vuoi dalla corsa al successo, che vuol dire ancora denaro, pubblicità, successo, denaro … e così via. In una sorta di inaridimento dell’anima e della fantasia. Mentre rimane ormai quasi esclusivamente agli altri, a coloro che nel fare provano immenso diletto, l’emozione dell’opera realizzata. Emozione che diventa soddisfazione per sé e stupore, meraviglia ed incanto per gli altri.
In qualche caso (molto raro) l’artista “dilettante” tende a sottovalutare il risultato delle proprie sperimentazioni, in una sorta di perenne insoddisfazione che lo porta avanti alla ricerca di forme sempre nuove di sperimentazione. È qui che avviene la trasformazione da “dilettante” a cultore della propria arte, e quindi ad artista puro, totalmente libero da qualsiasi retaggio, sovrastruttura o condizionamento culturale o tecnico.
È questo il caso di Pasquale Lamitella e delle sue opere: fotografie, elaborazioni, foto pitture, video presentazioni digitali. Fotografo ufficiale di “politicadomani”, portano la sua firma le immagini di alcune delle prime pagine più interessanti e più belle del mensile. Purtroppo il bianco e nero e la carta (di pessima qualità, da giornale, appunto) rovinano lo splendore delle foto, nascondono la cura e l’attenzione per il particolare, uccidono l’atmosfera che si nutre di sofisticati e minuti elementi e, soprattutto, negano la festosità dell’impatto cromatico.
Dopo tre anni di lavoro con il giornale e un archivio di decine di migliaia di scatti per Lamitella era ormai arrivato il momento di offrire anche all’esterno la gioia e il calore di un lavoro fatto nel tempo e rimasto nascosto ai più con una sua personale fotografica. Una prima che non mancherà di destare meraviglia e stupore nel visitatore.
Non è stato affatto facile convincere l’artista ad esporre. La personale ritrosia e quella continua tensione verso la novità di cui si parlava sono state (e sono tuttora) l’ostacolo attraverso cui fare breccia per indurlo ad esporre anche solo alcune delle sue foto. Veri e propri scatti da collezione del suo sterminato archivio. Una scelta difficile perché, fra le tante tematiche esposte fra le più rappresentative del Lamitella affabulatore visivo, è stato arduo scegliere se non le immagini più belle (di bellissime ce ne sono a centinaia) almeno quelle fra le più significative.
Ha infatti Pasquale Lamitella un modo di guardare attraverso l’obiettivo all’evento, al paesaggio, all’oggetto, al volto al di là dell’obiettivo che è tutto speciale. L’obiettivo diventa nelle sue mani il “terzo” occhio. Quello che è capace di scoprire l’anima delle cose, e di rivelare quella vitalità che è in esse che non riescono a cogliere gli altri due occhi. Occhi ciechi. Che non sanno vedere. E che alle medesime cose rivolgono uno sguardo veloce e distratto.
Volti, persone (soprattutto anziani, ma anche donne e bambini), paesaggi e scorci rubati, fiori e frutti, oggetti semplici della natura, arnesi antichi di mestieri antichi, oggetti dimenticati o abbandonati, attraverso l’obiettivo di Pasquale Lamitella riescono a trasferire una carica di energia e di vitalità che cattura lo sguardo.
Sono immagini che trasmettono sensazioni, scendono nel profondo, colpiscono con la forza di un abbraccio, hanno la dolcezza di una carezza. Immagini che trasmettono calore e accendono la fantasia. Come il profumo dei fiori, il rumore del mare, il crepitio del bosco che vive, del prato che cresce. Forti, fortissimi i ricordi. Dominano la nostalgia e lo stupore che avvolgono le vecchie masserie, le scale sconnesse, gli interni abbandonati e vissuti, i ruderi, le pietre, i tronchi bruciati, gli avanzi di una vita che è stata.
Diresti che Lamitella, dando senso all’insignificante, sia alla ricerca di quel filo sottile che lega il presente al di là dell’obiettivo ad un passato che non esiste e che però si racconta.
Oppure (e qui scopri un altro Lamitella totalmente imprevedibile, quello della sperimentazione portata alla esasperazione visiva) ciò che appare è una esplosione di forme, di colori e di luci. Immagini che si risolvono in fantasticherie della mente. Raffinatissime trasformazioni che parlano alla fantasia e l’accendono. L’obiettivo che riprende l’oggetto o la scena narrativamente banali è solo il primo passo verso un percorso che, attraverso successive trasformazioni digitali, porta a visioni oniriche quali neanche l’immaginazione più audace riuscirebbe a pensare.
Chi è, allora, Pasquale Lamitella? Un signore di mezza età che nasconde dietro un modo di fare gentile e un po’ distaccato una fantasia prepotente e una prepotente voglia di vivere, il gusto del bello, la religione della libertà, la gioia del donare stupore, e, soprattutto, nella fotografia, il culto della sperimentazione e della ricerca. Uno che è un passo avanti rispetto ai tanti “professionisti” della fotocamera. Per qualcuno, troppo più avanti.
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