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Pubblicato su politicadomani Num 103/104 - Giugno/Luglio 2010
Convivere per vivere
Le patate del Parco
A Milano, fra il 1941e il 1943, un Esperimento comunale agricolo fra curiosità e scetticismo
Nella primavera del 1941, quando l’Italia è in guerra da circa nove mesi, il Servizio Giardini del Comune di Milano ha un’idea: sfruttare le zone a parco e a giardino coltivando patate e granoturco. E così la cittadinanza assiste, fra scettica e incuriosita, all’aratura del Parco Sempione, seguita da quella del Parco Lambro e di Villa Litta.
La superficie coltivata è poca e le uniche spese vive del Comune sono l’acquisto delle sementi e dei concimi dal momento che sono sufficienti la mano d’opera e l’attrezzatura del Servizio Giardini. L’esito è incoraggiante, specialmente per le patate che danno una resa di oltre dieci volte il seme. Il prodotto è in gran parte destinato ad Opere e Istituzioni Pie, la rimanenza è conferita agli ammassi.
Viene così deciso di ripetere ed estendere l’esperimento l’anno successivo, aumentando di dieci volte l’area coltivabile (compreso viale Fulvio Testi) per una superficie di 1050 pertiche milanesi, riducendo le coltivazioni floreali nei vivai comunali e coltivando frumento, mais, girasoli, patate e ortaggi. Naturalmente anche la produzione è maggiore: 800 quintali di frumento, 120 di mais, 15 di girasoli, 750 di patate.
L’iniziativa, che sarà poi ricordata nel 1944 in una pubblicazione dell’Ufficio stampa del Comune firmata da Ivo Codazza, piace e viene copiata anche da altre città. Il governo invita quindi a dare vita in maniera permanente ad aziende agricole organicamente costituite che dovrebbero avere anche una funzione calmieratrice.
Così nasce a carattere definitivo per disposizione governativa, l’Azienda agricola comunale, in base ad un Decreto Legge del 20 ottobre 1942 e con delibera podestarile dell’1 febbraio 1943: la superficie coltivata è di 10.760 pertiche milanesi. Parte (2250 pertiche milanesi) condotta direttamente dal Comune e il resto controllata.
Nel "resto" ci sono: il Podere San Gregorio e Torrette di Lambrate (acquistato nel 1933 dall’Ospedale Maggiore), il Podere Fognarello lungo la riva destra dell’Olona (acquistato nel 1941 dalla signora Antonia Moretti), il Podere Basmetto in via Chiesa Rossa (acquistato nel 1942 dalla Isotta Fraschini e prima di proprietà del barone Jocteau), il Podere San Romano in via Novara (un cascinale acquistato anche questo nel 1942 dalla Isotta Fraschini), il Podere Linate a Peschiera Borromeo (acquistato nel 1933 dall’Ospedale Maggiore), il Podere Corba in via Lorenteggio (acquistato nel 1927 dall’Ospedale Maggiore), Il Podere Moia e Moietta (il primo acquistato nel 1924 dalla S.A.Nicola Romeo e il secondo nel 1931 dai conti Scheibler), il Podere Vialba in via Orsini e Aldi (di proprietà del Comune dal 1927), il Podere Trecca in via Monte Cimone (comprato nel 1926 da Cesare Gnecchi), il Podere sant’Arialdo di Chiaravalle (all’ombra dell’abbazia).
Nel 1943 la produzione sarà di 2111 quintali di frumento, 114 di avena, 120 di mais, 900 di patate, 4000 di foraggio.
Già, perché l’Azienda agricola si è nel frattempo dotata di trattori, aratri, seminatrici, falciatrici e di una quindicina di cavalli. Saranno proprio quelli i cavalli utilizzati per lo sgombero delle macerie quando quell’anno Milano sarà bombardata in agosto.
Fonte: allarmemilano-speranzamilano
 
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