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Pubblicato su Politica Domani Num 11 - Febbraio 2002
Africa
ABUSI DELLA POLIZIA IN KENYA
Amnesty denuncia episodi di violenza
Daniele Proietto "Su dieci keniani che nel 2001
hanno perso la vita in modo violento nelle aree urbane, nove sono stati
uccisi dagli agenti di polizia. È il risultato del primo studio
sui dati della criminalità elaborato dai medici legali del Kenya
e riguardante Nairobi, Kiambu, Thika e Machakos, le zone più afflitte dalla delinquenza.
Negli ultimi cinque anni, il 60 per cento dei decessi causati da armi
da fuoco è attribuito alla polizia, il 39 per cento alla malvivenza
e solo l'1 per cento a suicidi o incidenti. Nel 2001, inoltre, sono
ben 232 le persone (il 95 per cento sono adulti) uccise dagli agenti,
i quali hanno subito solo 23 perdite". Questi dati inquietanti riportati da Gabriella Meroni dimostrano come
ormai la situazione stia precipitando. Padre Renato Kizito Sesana (missionario
comboniano) conferma: "La violenza è ormai un fenomeno abituale
in Kenya, la polizia si considera aldisopra della legge e può
uccidere a sangue freddo. La popolazione si sente impotente, sia contro
i criminali sia contro gli abusi e la corruzione della polizia. Qui,
ormai, c'è una cultura della violenza derivata dalla povertà
diffusa e dalla frustrazione di non poterne uscire. Gli adulti di oggi
sono cresciuti nella speranza di migliorare la propria vita ma, negli
ultimi dieci anni, le condizioni sono peggiorate".
Le accuse alla polizia sono gravissime. I rapporti di Amnesty International
dal Kenya sono pieni di episodi di gratuita quanto estrema violenza.
I poliziotti, denuncia Amnesty, hanno regolarmente esercitato violenze
su sospetti criminali, o anche semplici detenuti politici causando diversi
decessi nelle prigioni. Dalle autopsie effettuate su alcuni detenuti
sospettati di aver commesso reati di vario genere è risultato
che sono stati sottoposti a numerose violenze, molto probabilmente durante
gli interrogatori. Alcuni casi fra tanti: (Rapporto 1997) un ragazzo
di 17 anni muore sotto custodia della polizia due giorni dopo essere
stato arrestato nel distretto di Turkana; dall'autopsia del funzionario
medico locale non risulta la causa della morte, ma un patologo interpellato
dalla famiglia ha concluso che egli aveva subito violenza e che era
morto per strangolamento e ferite alla testa. (Rapporto 1998) Ali Hussein
Ali muore in seguito alle torture inflittegli durante la custodia di
polizia. (Rapporto 2001) Almeno 15 persone sono decedute durante il
periodo di custodia cautelare nel corso del 2000, in seguito alle torture
subite da parte della polizia e degli agenti di polizia.
I soprusi della polizia non vengono esercitati solo sui detenuti ma
anche su partecipanti pacifici a manifestazioni per la democrazia, per
i diritti civili, per la cancellazione del debito del terzo mondo. I
rapporti di Amnesty sono pieni di denunce: poliziotti e paramilitari
armati che caricano senza motivo, una folla di più di 10.000
persone ad una manifestazione per la democrazia a Kamakunji, Nairobi.
Obiettori di coscienza e difensori dei diritti umani arrestati durante
il 2000, dopo la sospensione, anche violenta, di incontri pubblici,
spettacoli teatrali e dimostrazioni pacifiche, organizzate da gruppi
per i diritti umani, religiosi, ambientalisti o di altro genere.
Quello instaurato dalla polizia kenyana, sostenuta dal Governo, è
ormai un regime di terrore; opporsi ad esso significa mettere in gioco
la vita, in passato come adesso. Nel 1997 è stato bruciato vivo
Solomon Muruli, un rappresentante studentesco dell'Università
di Nairobi, mentre riposava nella sua camera al campus. Aveva denunciato
più volte di aver subito minacce di morte e sosteneva di essere
pedinato; una settimana prima della sua morte aveva identificato un
funzionario di polizia, durante dei test identificativi, come responsabile
di un crimine. Ad agosto (2001) padre Kaiser, prete cattolico statunitense,
è stato ucciso in circostanze poco chiare. Deciso sostenitore
dei diritti umani, nel 1998 aveva fornito prove della complicità di alcuni ministri del Governo in una inchiesta giudiziaria sulla violenza
politica in Kenya fin dal 1992. Al momento della sua morte stava seguendo
il caso di una presunta vittima di stupro, che accusava del fatto un
importante ministro del Governo. ![](../../Immagini/Home.gif) ![Homepage](../../Immagini/Hom.gif)
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