Pubblicato su Politica Domani Num 11 - Febbraio 2002

Zimbabwe
LIBERTÀ DI STAMPA
Minacce ai corrispondenti stranieri

Daniele Proietto

19 febbraio 2001: l'International Press Institute (IPI) di Vienna invia una lettera di protesta al Presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe: l'IPI è preoccupata per le recenti intimidazioni subite dalla stampa straniera e dai corrispondenti che lavorano nella nazione africana per conto di emittenti e testate giornalistiche europee. Fonti dell'IPI riferiscono che il 17 febbraio Joseph Winter e Mercedes Sayagues, corrispondenti della British Broadcasting Corporation (BBC), e di The Mail and Guardian (Johannesburg), sono stati espulsi dal paese per decisione del ministero dell'informazione.Per rendere più "efficace" il decreto di espulsione e "convincere" il giornalista ad obbedire, durante la notte Winter e la sua famiglia sono stati oggetto di minacce e atti vandalici. Il governo dello Zimbabwe non ha perso tempo, il giorno successivo la vicenda ha comunicato che le leggi e le normative che regolano la presenza di giornalisti stranieri nel paese sarebbero state modificate molto presto in modo radicale: i giornali stranieri avrebbero potuto nominare come corrispondenti dallo Stato africano soltanto cittadini dello Zimbabwe. Inoltre i giornalisti stranieri potranno entrare nello Zimbabwe soltanto se forniti di apposite licenze governative rilasciate naturalmente solo a che verrà ritenuto idoneo.
"Se passerà la nuova misura, la professione del giornalista sarà praticamente impossibile. La norma contiene dettati incostituzionali e se sarà approvata infrangerà i nostri diritti di cittadini dello Zimbabwe e di lavoratori dell'informazione" si legge nella petizione sottoscritta da Sarah Chiumbu, direttrice dell'Istituto sui media Sudafrica-Zimbabwe, Basildon Peta, segretario generale dell'Unione dei giornalisti dello Zimbabwe, Eunice Mafundikwa, presidente dello "African Media Women of Zimbabwe", Abel Mutsakani, capo dell'Associazione indipendente dei reporter del Paese africano, Andrew Meldrum, dell'Associazione dei corrispondenti stranieri e Luke Tamborinyoka, presidente del Club della stampa ad Harare. La lettera, nella sua forma integrale, sarebbe dovuta giungere al Presidente del Parlamento, Emmerson Munangagwa, e al Ministro della Giustizia, Patrick Chinamasa, ma gli agenti della sicurezza hanno impedito l'ingresso ai reporter.
L'IPI, come tutta l'opinione mondiale, ritiene che la discriminazione dei giornalisti e degli organi di informazione in base al criterio della nazionalità, non sia altro che un ulteriore passo verso la totale distruzione della democrazia, e un tentativo ben riuscito da parte del governo, di eliminare qualsiasi tipo di critica esterna nei confronti dello Zimbabwe. Con la scomparsa della libertà di stampa e il silenzio forzato viene calpestato uno dei fondamentali diritti dell'uomo, il diritto che ognuno ha di "cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee con ogni mezzo e senza riguardo delle frontiere nazionali", riconosciuto dall'art.19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.

[Fonti: www.italian.it, www.vita.it]

 

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Num 11 Febbraio 2002 | politicadomani.it