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Pubblicato su Politica Domani Num 12 - Marzo 2002 Statuto dei lavoratori
- Articolo 18
LE GARANZIE CHE VOGLIAMO
Italia, Francia, Germania. Normative a confronto. Giacomo Virgilio I licenziamenti e lo Statuto dei
lavoratori sono al centro di un dibattito acceso e di numerose polemiche.
La riforma Maroni (ministro del Welfare) ipotizza, in caso di licenziamento
illegittimo, il ricorso all'uso dell'arbitrato: in pratica un arbitro
potrà decidere fra risarcimento e reintegro sul posto di lavoro,
alternativa oggi non presente nel nostro ordinamento.
E' importante rilevare che, nel
panorama europeo, la normativa italiana in materia di licenziamenti è unica: c'è l'obbligo di reintegro nel caso di licenziamento
ingiustificato. Il datore di lavoro è obbligato ad accettare
la reintegrazione; il lavoratore, invece, può rinunciarvi ottenendo
il pagamento di una somma pari a 15 mensilità. Fanno eccezione
i dipendenti delle imprese minori che hanno meno di 15 dipendenti.
Può essere interessante confrontare lo statuto dei due paesi
a noi maggiormente vicini rispetto agli altri membri effettivi dell'U.E.,
Germania e Francia.
Occorre rilevare che il sistema tedesco è l'unico paragonabile
a quello italiano; infatti, qualora il giudice ritenga che il licenziamento
sia ingiustificato, il datore di lavoro è condannato a reintegrare
il dipendente, e la reintegrazione non può essere convertita
in un'indennità in denaro, salvo il caso in cui entrambe le parti
decidano che è impossibile proseguire il rapporto di lavoro.
Al reintegro, come in Italia, consegue il pagamento di tutte le retribuzioni
dalla data di licenziamento fino alla sentenza di reintegrazione.
Il sistema francese è diverso: nel caso in cui il giudice ritenga
ingiustificata l'estinzione del rapporto di lavoro, condanna il datore
di lavoro a corrispondere un'indennità che è pari, nel
minimo, a sei mesi di retribuzione. Dunque la Francia non prevede la
riassunzione obbligatoria. Nei rari casi di reintegrazione, sottoposta
a discrezione del giudice, vengono corrisposte anche le retribuzioni
dalla data del licenziamento alla data della riassunzione, anche se
in alcuni casi si fa riferimento soltanto al danno subito.
Il ministro Maroni, pur avendo contro larga parte delle forze sociali
e sindacali, contrarie a qualsiasi modifica dell'articolo 18 - che regola
questa materia - sta evidentemente cercando di far passare una riforma
ispirata al modello francese. È ancora troppo presto per pensare
ad una specifica normativa europea, molto dipenderà dal tipo
di società a cui l'Europa vorrà ispirarsi. Noi ci auguriamo
che non si ledano i diritti dei lavoratori i quali restano comunque,
nel rapporto di lavoro, la parte debole.  
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