Pubblicato su Politica Domani Num 13 - Aprile 2002

Ambiente e giustizia
CON L'AMARO IN BOCCA
Porto Marghera: ingiustizia e veleni

Raffaello A. Doro

I 28 imputati al processo per le morti da CVM (cloruro di vinile monomero), al Petrolchimico di Porto Marghera, e per i profondi danni ambientali arrecati all'ambiente urbano e lagunare sono stati assolti. La sentenza, oltre che dare la sensazione che le vittime siano state uccise una seconda volta, è un esempio lampante della mancanza di una legislazione efficace in materia di delitti dell'ambiente. Tra le principali motivazioni della sentenza ve ne sono due che fanno riflettere: la prima afferma che fino al 1973 non era conosciuto il grado di pericolosità del cloruro di vinile monomero; la seconda è che all'epoca non c'erano leggi adeguate a tutela della salute e dell'ambiente. È stata ignorata la documentazione fornita dal Pubblico Ministero Felice Casson sulla conoscenza del CVM, che risale agli anni '50, ma soprattutto non è stato tenuto in alcun conto il dovere fondamentale del rispetto per le persone e l'ambiente naturale. Il prosindaco di Venezia Gianfranco Bettin ha dichiarato che la Corte ha rinunciato a sancire un fatto fondamentale: che non esiste licenza di inquinare né tanto meno di uccidere. Rimangono una grande rabbia che urla da dentro, la desolazione del paesaggio e dell'ambiente e il silenzio di tutti quei poveri morti del Petrolchimico di Porto Marghera

 

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Num 13 Aprile 2002 | politicadomani.it