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Legge 626/94 SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO Bilancio ancora pesante su infortuni e malattie di lavoro Giacomo Virgilio Ogni anno nell'UE ottomila persone
muoiono per infortuni sul lavoro. Dei circa 120 milioni di lavoratori
dell'Unione, dieci milioni subiscono infortuni industriali, o malattie
professionali. Complessivamente i casi di infortuni denunciati all'Inail
sono stati 1.094.939 nel '94, cifra scesa a 1.053.567 nel '98. Di questi
la maggior parte (863.225) è concentrata nel settore dell'industria
e nel terziario, dove si è registrata una contenuta ripresa del
fenomeno infortunistico rispetto al '97. Migliore, invece, la situazione
in agricoltura. Qui gli incidenti sono stati 95.587 nel '98, diminuiti
rispetto ai 103.877 incidenti del '97. In confronto al resto dell'Europa
la gravità media degli incidenti nel nostro paese è più
elevata: i casi mortali hanno una frequenza pari a 5,3 per centomila
lavoratori, contro una media U.E. pari a 3,9. Nuovi fenomeni di rischio
sono legati ai cicli lavorativi e all'uso di sostanze di cui non sono
noti gli effetti. Inoltre, aumentando le forme di flessibilità del lavoro, si allarga l'area delle fasce meno protette di lavoratori.Osservando queste cifre, il bilancio
non appare confortante, nonostante l'introduzione nella legislazione
italiana delle norme sulla sicurezza del lavoro, in particolare il decreto
legislativo 19 settembre 1994, n.626 e successive modificazioni. Se
infatti, nel corso degli anni Novanta sono stati ottenuti miglioramenti,
specie nell'area del lavoro tutelato dal sindacato, nel periodo più
recente il numero degli infortuni e delle malattie professionali risulta
addirittura in crescita; gli incidenti mortali sul lavoro sono sostanzialmente
stabili, mentre sono in aumento le malattie correlate al lavoro denunciate
ma mai riconosciute. Naturalmente non possiamo sapere ciò che
sarebbe avvenuto in assenza del decreto 626/94 che, nonostante tutti
i suoi limiti e le sue ambiguità, ha innovato notevolmente la
materia della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro, nonostante
l'introduzione di elementi di flessibilità nella prestazione
lavorativa e il diffuso ricorso al lavoro nero.
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Num 13 Aprile 2002 | politicadomani.it
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