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Pubblicato su Politica Domani Num 14 - Maggio 2002 Capire l'Africa
REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO
Partire dalle origini per capire il presente Daniele Proietto e Raffaello A. Doro Alle
origini
Si ritiene che il territorio dell'attuale Congo fosse originariamente
abitato da pigmei. I vari regni autoctoni si sono susseguiti nel tempo
mantenendo intatte le loro tradizioni e la loro identità, fino
all'arrivo dei colonizzatori provenienti dall'Europa.
I primi europei ad avere contatti con queste popolazioni furono i Portoghesi,
che nel 1842 raggiunsero la foce del fiume Congo e incontrarono gli
abitanti del regno Bantù dei Bakongo.
I
missionari
Nel 1489 un gruppo di ambasciatori dei Bantù, fece visita al
sovrano portoghese che ricambiò immediatamente la cortesia inviando
nel Congo un gruppo di missionari francescani. Il tentativo di diffondere
il cristianesimo si scontrò con la dura e violenta opposizione
della popolazione. Era il 1490, ed era stato tentato il primo passo
verso la colonizzazione. L'insuccesso dei francescani però non
fu totale: il sovrano del Congo si convertì al cristianesimo
e più tardi, nel 1507, Alfonso, il nuovo re del Portogallo riuscì a convertire al cristianesimo l'intero paese. Leopoldo
II del Belgio e la nascita dello stato indipendente del Congo
Le opportunità di sfruttamento che una regione ricca di risorse
naturali come il Congo poteva offrire suscitarono subito l'interesse
dei paesi europei. Fra questi era particolarmente interessato il Belgio,
guidato dal sovrano Leopoldo II. Lo storico Jean Stengers sottolinea
come la creazione del Congo sia stata "l'avventura personale di
un solo uomo", Leopoldo II appunto. Il sovrano, stimolato dai resoconti
dei viaggi di Henry Morton Stanley (al quale venne in seguito dedicata
la città di Stanleyville, l'odierna Kisangani) e di Brazzà
(1877), inviò lo stesso Stanley nel Congo con il compito di costruire
postazioni commerciali e porre le basi per stabilire relazioni diplomatiche,
ottenendo così il diritto di esplorazione su vaste zone del Congo.
I conflitti venutisi a creare per le pretese territoriali di altre nazioni
europee, in primo luogo il Portogallo e la Francia, furono risolti con
la convocazione della conferenza di Berlino nel 1884, che riconoscendo
i diritti dell'Associazione Internazionale del Congo, fondata da Leopoldo
II, decretò la creazione dello stato indipendente del Congo e
l'abolizione del commercio degli schiavi. Mentre il controllo sul nuovo
stato venne affidato al sovrano del Belgio nel luglio del 1885.
Lo
sfruttamento e la nascita del Congo Belga
Per rientrare nelle spese iniziali, il re cercò di sfruttare
la colonia. I soldati reclutati da tutta l'Europa avevano il compito
di costringere i contadini a versare una certa quantità di caucciù;
dovevano però risparmiare al massimo sulle munizioni. Fu un bagno
di orrori e di sangue. I metodi violenti e schiavisti utilizzati da
Leopoldo II provocarono disordini e le critiche feroci delle altre potenze
europee. Il sovrano belga fu costretto ad istituire una commissione
d'inchiesta (1904) che rivelò gli abusi subiti dalle popolazioni
locali, e a farsi garante di una serie di riforme, risultate in seguito
tutt'altro che soddisfacenti. Nel 1908 il parlamento belga votò
l'annessione dello Stato indipendente del Congo che divenne così colonia e prese il nome di Congo Belga. Il
Congo nelle due guerre mondiali
Il contributo del Congo alle due guerre mondiali fu molto importante,
sia dal punto di vista militare che da quello economico. Dopo lo scoppio
della prima guerra mondiale i congolesi si schierarono dalla parte degli
alleati, permettendo così la conquista del territorio tedesco
del Ruanda-Urundi, che poi la Società delle Nazioni decise di
affidare al Belgio (1919). Nella seconda guerra mondiale, il paese venne
utilizzato per l'estrazione di preziosi metalli quali il rame, il cobalto,
lo stagno, lo zinco e l'uranio. Iniziò così uno sviluppo
economico che continuò anche dopo la fine della guerra, e che
permise ai congolesi di porre le basi per la concessione dell'autonomia
interna.
L'autonomia
In seguito allo sviluppo della produzione industriale successivo alla
II guerra mondiale, iniziarono, a nascere i primi partiti politici,
fino ad allora vietati: l'Abako (Alleanza del Ba Kongo), guidata da
Joseph Kasavubu e il Movimento Nazionale Congolese (MNC) con a capo
Patrice Lumumba. I gravi scontri del 1959 indussero il Belgio a proclamare
per il maggio del 1960 le elezioni che avrebbero sancito l'autonomia
della colonia. Il risultato delle votazioni determinò la nomina
di Kasavubu a primo Presidente della Repubblica indipendente del Congo
e di Lumumba a primo ministro. Gli Stati Uniti a questo punto considerarono
la neonata Repubblica un baluardo fondamentale in Africa contro l'avanzata
del comunismo nel mondo. La
guerra civile e la nascita dello Zaire
Intanto il malcontento serpeggiava tra gli sconfitti alle elezioni.
Nel luglio 1960 Moise Kapenda Ciombe, con l'aiuto delle truppe dell'esercito
belga, proclamò la secessione della regione del Katanga. Una
risoluzione dell'ONU e l'invio di un contingente militare riportò
la normalità. Dopo il ritiro delle truppe ONU, Kasavubu costrinse
Lumumba alle dimissioni ed affidò l'esercizio del potere esecutivo
ad un governo fantoccio retto da Joseph-Desirè Mobutu. Mobutu
(nome di battaglia, Mobutu Sese Seko) divenne il capo dell'esercito
congolese a cui spettava il compito di governare il Paese. Intanto Lumumba,
accusato di aver incitato l'esercito congolese alla ribellione, era
tenuto prigioniero in Katanga dove venne assassinato durante un tentativo
di fuga. Nel 1965, dopo l'approvazione della costituzione di Luluabourg
(agosto 1964) che sanziona la fine delle secessioni e la volontà
popolare di unità nazionale, con un colpo di stato, Mobutu mette
fine al fragile governo di Ciombe appena eletto. Nel 1966 venne istituito
un regime presidenziale e imposta una nuova costituzione, approvata
poi nel 1967. Il partito di Mobutu - Movimento Popolare della Rivoluzione
(MPR) - diventa partito unico. Nel 1970 Mobutu è eletto presidente
ed inizia un programma di africanizzazione che culmina nel 1971, con
il cambiamento del nome del Paese in Zaire.
Le
ultime vicende e la situazione economica
Nel Paese, che era dipendente dai proventi derivanti dalle esportazioni
del rame, al crollo del prezzo del rame seguì repentino l'aumento
del debito estero. Dopo alcuni prestiti del Fondo Monetario Internazionale
negli anni '80, il paese abbandonò il programma del FMI. Corruzione,
saccheggio delle ricchezze del paese, tracollo economico e iperinflazione
raggiunsero il culmine. Lo stato cercò di dotarsi di nuovi organismi
che rompessero con la dittatura di Mobutu. Da questa situazione di drammatica
crisi emerse, nell'aprile 1997, un movimento armato guidato da Laurent-Desirè
Kabila, ex capo del Partito rivoluzionario del popolo che chiedeva la
resa incondizionata di Mobutu. Il 18 maggio 1997 i ribelli conquistarono
la capitale Kinshasa - abbandonata pochi giorni prima da Mobutu - e
Kabila annunciò l'istituzione di un governo di salvezza nazionale
e di un'Assemblea costituente.
Da colonia belga con il nome di Congo, poi dominio di Mobutu, con quello
di Zaire, il Paese è ora denominato Repubblica Democratica del
Congo. La sua situazione socio-economica è preoccupante soprattutto
per le condizioni della popolazione: il reddito medio annuo pro-capite
è meno di 100 dollari. La Banca Mondiale fissa a 350 dollari
la soglia di povertà.
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