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Pubblicato su Politica Domani Num 14 - Maggio 2002
Un bene vitale che
appartiene a tutti
CONTRATTO MONDIALE DELL'ACQUA
Dal 1968 la comunità internazionale si mobilita a difesa dell'acqua
Sara Andreoli Un miliardo e 400 milioni di persone
del pianeta su cinque miliardi e 800 milioni di abitanti non ha accesso
all'acqua potabile. Nell'anno 2020, su una popolazione mondiale di circa
otto miliardi, più di tre miliardi non potranno accedere all'acqua.
Le risorse d'acqua sono distribuite in modo ineguale sul nostro pianeta
e questo causa numerose guerre perché molti stati usano l'acqua
come strumento a difesa dei loro interessi geo-economici.
Nel giugno del 1998, su iniziativa del gruppo di Lisbona e della fondazione
Mario Soares, viene redatto e lanciato il Manifesto
dell'Acqua. La campagna si propone di effettuare una serie di
campagne informative sui temi legati alla lotta contro nuove forme di
inquinamento dell'acqua, alla riforma dei sistemi di irrigazione nell'agricoltura
intensiva ed industriale, alla costruzione di nuove grandi dighe e per
la costituzione di un osservatorio mondiale sui diritti umani dell'acqua.
L'intera campagna è basata
sul principio che l'accesso all'acqua potabile è un diritto umano,
che l'acqua è un bene pubblico che appartiene a tutti e che è necessaria la creazione di istituti sovranazionali in grado di intervenire
a titolo preventivo sui conflitti relativi all'uso e all'abuso dell'acqua.
La realizzazione di questi obiettivi trova ostacoli nelle concezioni
liberistiche delle classi politiche attualmente dominanti le quali considerano
l'acqua un bene economico e sostengono la privatizzazione della gestione
dei servizi dell'acqua, con la convinzione che questa strategia possa
essere la soluzione più efficace al problema dell'acqua.
In Italia a fine settembre 2000 è stata avviata una campagna
di raccolta firme a favore del Manifesto dell'acqua in occasione dell'organizzazione
di 13 seminari in 13 città diverse, che si sono conclusi con
una "Assemblea Nazionale" tenutasi a Venezia il 24 marzo 2001.
Il Comitato Italiano ha prodotto un Manifesto
Italiano per il Comitato Mondiale dell'Acqua con il quale, tra
l'altro, si chiede di mettere la politica dell'acqua ai primi posti
della politica italiana. Pur essendo il nostro uno dei paesi più
sviluppati al mondo, il diritto di accesso all'acqua potabile in certe
zone risulta ancora limitato sia sul piano qualitativo che quantitativo:
l'Italia infatti è al primo posto nel mondo per il consumo pro
capite d'acqua minerale in bottiglia. Disfunzionamenti burocratici locali
e corruzione politica ed economica hanno portato all'abbandono, da parte
di molti enti locali, della gestione pubblica dei servizi d'acqua che
sono stati affidati a società private. Nel manifesto si propone
la diffusione della conoscenza pubblica dei problemi dell'acqua per
favorire la partecipazione dei cittadini alla gestione democratica dell'acqua
a livello regionale, nazionale ed internazionale, mediante documenti
e rapporti, e la creazione di spazi pubblici di cooperazione e partecipazione.
Un'altra proposta riguarda l'applicazione di questo principio: con meccanismi
fiscali giusti e solidali, la collettività deve garantire a tutti
i cittadini l'accesso a 40 litri di acqua di qualità al giorno
a persona, per usi personali e domestici; ogni cittadino dovrà
poi pagare l'acqua utilizzata al di là dei 40 litri secondo regole
precise che considerano, tra l'altro, le finalità dei diversi
usi e il contesto territoriale.
Nelle iniziative relative volte a tutelare il patrimonio vitale dell'acqua,
l'Italia non è stata fra i promotori e i protagonisti più attivi ed innovatori. Paesi come la Francia, la Svizzera, la Svezia,
i Paesi Bassi, il Canada, e l'Egitto hanno dato molto maggiore rilevanza
alle decisioni riguardanti gli orientamenti, le strategie, i metodi
e le istituzioni preposte alla tutela dell'acqua.
L'acqua appartiene a tutti gli abitanti della terra indipendentemente
dalla loro religione, dal colore della loro pelle e dal loro reddito.
Essa è patrimonio dell'umanità in quanto fonte di vita
insostituibile e non può essere oggetto di scambio commerciale
o mezzo con il quale esercitare la propria egemonia a danno di altri.
È compito di tutti liberare l'acqua dall'influenza degli stati
egemonicamente orientati e garantire e difendere il diritto di accesso
a questo bene che è pubblico, insostituibile, vitale.
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