Pubblicato su Politica Domani Num 17/18 - Set/Ott 2002

"Incontri" di civiltà
LA CULTURA DI DANTE
Le fonti d'ispirazione della Divina Commedia

Eugenio Gabrielli

Ho letto con piacere l'articolo del Prof. Alberto Foresi "Dante e Maometto", uscito nel numero 15/16 di Politica Domani. L'esposizione chiara e documentata della vexata queastio, su eventuali fonti d'ispirazione della Divina Commedia, ha risvegliato in me un interesse, che trenta anni fa ho nutrito per tale argomento, trattato nel terzo capitolo della mia tesi di laurea in modo ampio e con un po' di coraggio, che mi ha infuso la bibliografia, suggeritami dal Prof. Mario Bussagli, relatore della mia tesi.
Concordo in pieno sull'apertura di Dante a tutte le culture, proprio perché cattolico e consapevole che la nostra civiltà occidentale ed in particolare europea è il risultato degli apporti culturali, artistici e religiosi, oltre che della classicità, prevalentemente delle tre grandi religioni monoteistiche: giudaica, cristiana, islamica, che hanno in comune, non solo l'idea e la fede nel Dio Unico, ma la fonte della Rivelazione, che è la Bibbia. Già trent'anni fa ritenevo sopita la polemica sulle fonti orientali della commedia: la possibile utilizzazione di queste fonti da parte di Dante, non sminuisce affatto la vastissima conoscenza del poeta, anzi la conferma; viene rafforzata ed evidenziata l'originalità del suo poema nel quale sono sublimati sia i contenuti sia la sua capacità poetica nel trattare un argomento, comune ad altre visioni, visto però alla luce della Rivelazione e Tradizione cristiana. Rivelazione e Tradizione che completano la concezione dell'al di là islamico, non estraneo davvero al cristianesimo e alla cultura occidentale sebbene diverso. Certamente Dante ha avuto la possibilità di conoscere le traduzioni latina e francese del MI'RAJ diffuse sin dal 1264 ad opera di Bonaventura da Siena, notaio di Alfonso X di Castiglia, il quale aveva incaricato il suo medico di corte, Abramo il Sapiente, di tradurle dall'arabo.
Oltre al Libro della Scala, studiato dal Cerulli e riproposto come fonte arabo-spagnola della Commedia, va menzionata anche l'opera del Mugnoz, citata da S. Moscati in "Oriente in nuova luce" (Firenze 1954 pag. 152) e intitolata "La Scala de Mahoma".
Dante non aveva certamente bisogno, per concepire il suo viaggio ultraterreno, nei suoi contenuti teologici, di altre fonti, avendo a disposizione una perfetta conoscenza della Bibbia ed in particolare del Libro delle Rivelazioni o Apocalisse, oltre che le fonti classiche; ma sono evidenti le numerose analogie nella struttura del "Poema Sacro" con il viaggio di Maometto, a cui peraltro erano noti il Vecchio e Nuovo Testamento. Più interessanti sono le analogie con altre visioni e strutture di viaggi ultraterreni, che meritano un approfondimento a parte, per dimostrare quanto Dante sia attuale e possa suggerirci atteggiamenti di apertura verso ogni cultura autentica (l'architetto Portoghesi ha realizzato la parte superiore della Moschea di Roma ispirata alla struttura dei cieli danteschi del Paradiso), per costruire un mondo in cui prevalgano non gli "scontri" ma gli "incontri" di civiltà, premessa indispensabile per una vera pace condivisa.

 

Homepage

 

   
Num 17/18 Sett/Ott 2002 | politicadomani.it