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Pubblicato su Politica Domani Num 17/18 - Set/Ott 2002 S.S. Lazio
DALLA PARTE DEI TIFOSI
Chi non ci crede resti a casa Daniele Proietto È il 30 agosto 2002, penultimo
giorno di calcio mercato. Galliani, presidente del Milan succeduto a
Berlusconi (oltre che della Lega calcio), dichiara che il mercato della
propria squadra è chiuso e che non ci saranno più grandi
colpi. Cragnotti gela lapidario le speranze dell'ultimo momento: "Nesta
al 100% resterà alla Lazio". I giorni pieni d'ansia dei
tifosi laziali sembrano finiti, ma in realtà non è che
l'inizio di un altro incubo.
31 agosto 2002. I dirigenti rossoneri
annunciano l'acquisto di Alessandro Nesta. L'affare è prima smentito
e poi ufficializzato anche dal Dg della Lazio Massimo Cragnotti. Il
popolo biancoceleste è sull'orlo di una crisi, ma non è finita. Dall'altra sponda di Milano, quella interista, giungono le dichiarazioni
del presidente dell'Inter Massimo Moratti, che annuncia l'arrivo alla
Pinetina di Hernan Crespo, attaccante della nazionale argentina e della
Lazio. Crespo sostituisce Ronaldo (andato al Real Madrid).
I tifosi laziali sono avviliti, scoraggiati, delusi. Iniziano a fioccare
le critiche sulla gestione della famiglia Cragnotti e sulla famiglia
stessa; da tutte le emittenti radiofoniche e sulle chat dei siti della
Lazio si raccolgono parole cariche di rabbia e delusione, parole pesanti,
di chi è stato tradito. Il popolo biancoceleste è distrutto:
nello stesso istante ha perso Crespo, uno dei migliori centravanti in
circolazione e Nesta il difensore centrale più forte del mondo,
la bandiera della squadra.
Dopo qualche giorno le polemiche si affievoliscono (molto prima di quanto
accadde dopo le cessioni di Signori e di Nedved) e l'atmosfera inizia
a cambiare. Si sentono ora e compaiono sul sito frasi del tipo: "Io
tifo Lazio, non Nesta", "I giocatori passano, la squadra rimane".
A poco a poco l'amore per la squadra prende il sopravvento sul dispiacere
per le cessioni, e nasce un nuovo entusiasmo per il gruppo guidato dal
tecnico Mancini, ma soprattutto per quest'ultimo, grande campione che
ha dato molto alla Lazio e che tutti sperano possa dare ancora tanto.
La situazione è stata accettata
più rapidamente e meglio di quanto ci si potesse aspettare; il
pubblico conscio dell'inferiorità della Lazio rispetto alle pretendenti
allo scudetto, è ancora più vicino alla squadra, quasi
volesse darle quel qualcosa in più che le manca per colmare,
almeno in parte, il divario dalle altre.
È questo affetto dei tifosi, unito alla grinta dei giocatori
desiderosi di riscattarsi che fa il valore aggiunto della Lazio di quest'anno.
Una Lazio che in passato ha saputo combattere con coraggio a denti stretti,
come è accaduto nel campionato 1986/87 quando, con 9 punti di
penalizzazione, è riuscita a non retrocedere in C.
Certo, le perplessità ci sono, soprattutto per la tenuta della
difesa (anche alla luce della prova contro il Chievo), ma attorno alla
squadra c'è un alone di fiducia che fa ben sperare e poi il tecnico
è riuscito nella difficile impresa di formare un gruppo unito
e affiatato, pronto a lottare.
Dopo le recenti delusioni del calciomercato il pubblico laziale ha bisogno
di qualche iniezione di fiducia e soprattutto di gioia.
L'emblema della rinascita della Lazio del dopo Nesta, sta nelle parole
di Simeone uno dei suoi giocatori più rappresentativi: "Chi
non ci crede resti pure a casa".
 
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