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Pubblicato su Politica Domani Num 17/18 - Set/Ott 2002 L'esclusiva
INTERVISTA
a Michele Paulicelli di Simona Ottaviani Come nasce e si sviluppa un musical?
Un musical nasce come un'idea qualunque. Così,
in un momento qualsiasi, vengono fuori un nome, delle note musicali,
un titolo e poi si comincia a parlarne con altre persone. Prima di tutto
con le persone che ti stanno più vicino, con gli amici, con le
persone care. Da lì comincia a maturare un seme; un seme che
poi diventa una piantina; una piantina che diventa un albero. Ma penso
che questo accada per qualunque cosa, non solo per un musical. Incomincia
da lì tutto un lavoro di preparazione nel senso che poi serve
anche la professionalità, la capacità di assemblare un'idea
che è un progetto musicale; bisogna conoscere almeno un po' di
musica, dei musicisti e l'ambiente musicale nel quale ci si muove, ossia
il teatro. E comunque è sempre un lavoro di équipe, c'è bisogno sempre di un gruppo di persone che portano avanti il progetto. Parlaci del tuo ultimo lavoro "Madre Teresa, il musical".
Dopo "Forza Venite Gente" che racconta
la storia di San Francesco, cos'altro potevo fare? Ci sono stati altri
lavori sugli angeli, sulle fiabe ma non erano progetti grandi come "Forza
Venite Gente", sia per impegno che per tempo. Madre Teresa mi è
sembrato il personaggio più vicino a San Francesco, con cui ha
moltissime cose in comune. Ho iniziato a pensare a questa cosa, a questo
piccolo seme e ho cominciato a parlarne: in tanti hanno detto "Mah,
è difficile perché il personaggio è particolare",
altri invece "No, può essere bellissimo perché è
attuale". Convincendomi più dei "sì" che
dei "no" sono andato avanti e ho messo in piedi questa cosa,
che adesso è arrivata alla piena realizzazione. Quanto tempo avete impiegato per realizzarlo?
Un anno più o meno, perché è
vero che una canzone, un brano musicale viene in tre minuti, quanto
dura, ma non basta: poi c'è da limarlo, aggiustarlo, fare le
parole. Oppure nasce prima il testo e poi la musica. C'è stato
bisogno di tempo di maturazione su ogni piccola idea, bisogna avere
tempo per maturarla e capire se veramente l'idea è valida o no. Il tuo nome è indissolubilmente legato ad un altro
spettacolo, "Forza Venite Gente". Cosa rappresenta per te
questo musical?
Tantissimo. Mi ha riavvicinato alla Chiesa perché
io stavo lontano: mi sono allontanato quando avevo 13-14 anni perché
non trovavo più spazio nella parrocchia; e poi frequentavo altri
ambienti, anche se in fondo non condividevo totalmente quello che stavo
vivendo perché, comunque, dentro di me la fede c'era; soltanto
che l'avevo temporaneamente persa in qualche modo, ma covava dentro
di me. Attraverso San Francesco c'e stata una felice riconciliazione
con Dio, anche se non sono un praticante, non appartengo a nessun movimento.
Però, forse, appartengo a un movimento artistico di natura spirituale,
di natura cattolica che invece di scegliere temi laici sceglie temi
religiosi: è un modo anche questo per fare catechesi, sia agli
altri che a me stesso. Qual è il tuo rapporto con la fede e con Dio?
A chi mi chiede "Perché sei cristiano?"
io rispondo sempre "Perché ho bisogno di Gesù Cristo
e ogni giorno io lo cerco per redimermi perché se fossi perfetto
non sarei cristiano, non avrei bisogno di essere cristiano; perché sono un peccatore e quindi ogni giorno cerco di peccare meno. Perché hai scelto proprio San Francesco e Madre
Teresa?
Perché sono due personaggi che stanno anche
al di sopra delle religioni. Non credo che dire dire questo sia, come
sembra, una moda. In realtà Cristo era al di sopra: Cristo era
Figlio di Dio e basta. Cristo non voleva male a nessuno, neanche ai
nemici, anzi erano quelli ai quali voleva più bene. Questi due
personaggi hanno seguito la Sua strada, sono quelli che più di
altri santi hanno amato tutti senza distinzioni. Un giornalista cattolico diceva che in questo momento
mancano cattolici in grado di fare opinione e di produrre una cultura
viva: condividi questo pensiero?
Siamo in un momento di trasformazione, è
vero che i cattolici non riescono a fare opinione. D'altra parte però
non credo che ci possano essere uno o due giornalisti, più illuminati
di altri, che possano dire la loro dall'alto del loro sapere. Questo
fare opinione e produrre cultura è un qualcosa che viene fuori
da solo, si forma con il tempo. Io spero che si trovino dei punti di
riferimento sia per i cattolici che per gli altri il prima possibile.
Questa mancanza di cultura viva è dovuta anche ad un appiattimento
che a partire dai media, e soprattutto dalla televisione, riguarda tutti
i settori, anche la politica. Penso che per mettere insieme un qualcosa
che sia più unito e più forte, tutto debba ripartire da
ognuno di noi, dalla nostra casa, dalla nostra famiglia. Rispetto ai tuoi esordi come credi che sia cambiato il
tuo pubblico, se è cambiato?
No, non credo che sia cambiato. La ricerca di Dio,
di certi valori è sempre la stessa. Forse è ancora più
forte proprio a causa di quell'appiattimento, di quello scadere di certe
cose che fanno parte della vita di tutti i giorni come la televisione,
dove tutto è possibile. Più cresce questa confusione più
c'è bisogno di Dio e più le persone, soprattutto i giovani,
hanno bisogno di punti di riferimento. Il pubblico è cambiato
nel senso che c'è più bisogno di Dio. Qual è il messaggio principale che cerchi di trasmettere
attraverso i tuoi lavori?
Sono i valori della famiglia, della semplicità,
dell'amore per il prossimo. Non credo di aggiungere altro perché
queste cose sono scritte sul Vangelo e non devo dirle io. Io attraverso
lo strumento dello spettacolo, della musica cerco di avvicinare più gente possibile a questi messaggi sperando poi che anche tra i sassi
nasca qualcosa. Quali sono i tuoi attuali progetti?
Adesso è Madre Teresa. Dopo il debutto continueremo
in tournée per un periodo e penso che farò questo, spero
per molto. Il nome del nostro giornale è "Politica Domani"
perché per noi "impegno politico" vuol dire lavorare
per migliorare la comunità e il mondo. Ti senti impegnato politicamente?
Sì, e come punto di riferimento ci sono
quei messaggi di cui ho detto prima: la famiglia, il rispetto per la
vita, il rispetto per il prossimo, il voler bene al prossimo. Io faccio
politica con il mio strumento, quello che conosco di più, ossia
la musica e il teatro.
 
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