|
Calcio Daniele Proietto Già durante la scorsa stagione circolavano voci nell'ambiente calcistico di possibili cessioni di Alessandro Nesta e Hernan Crespo, i due gioielli della Lazio. Le voci sono aumentate con il passare del tempo, e all'apertura del calcio mercato quelle che sembravano semplici indiscrezioni si sono trasformate in verità: la S.S. Lazio s.p.a. ha bisogno di ingenti somme di denaro per cercare di tamponare la crisi finanziaria dovuta agli investimenti delle passate stagioni.A sorpresa, dopo mesi di trattative estenuanti, il 31 agosto (giorno ultimo per l'acquisto di giocatori) Nesta e Crespo si trasferiscono a Milano rispettivamente sulla sponda milanista e su quella interista. Un duro colpo per i tifosi laziali, che accusano inferociti il patron Sergio Cragnotti di poca chiarezza e di aver preso in giro il "popolo biancoceleste". Più di una volta Cragnotti aveva dichiarato Nesta incedibile e aveva smentito la necessità di liquidità nelle casse della società, illudendo migliaia di tifosi. Il comportamento di Cragnotti però, dal punto di vista economico-finanziario, è stato comprensibile: se avesse confermato pubblicamente la crisi societaria, le squadre interessate ad acquistare i calciatori avrebbero giocato al ribasso, approfittando del bisogno della Lazio di incassare subito denaro. Il gioco ha però funzionato solo in parte perché le più importanti società calcistiche del nord Italia (Juve, Milan, Inter) si sono riunite in un "cartello", una specie di patto di non belligeranza per non rilanciare sul prezzo di Nesta, evitando così di raggiungere cifre troppo elevate per aggiudicarsi il calciatore. Una mossa che anche nel mondo degli affari è al limite della correttezza (in quanto uccide la libera concorrenza contro le società in difficoltà) e che pone sotto un'altra luce le dichiarazioni illusorie rilasciate dal Patron della Lazio ai sostenitori e azionisti della squadra. Ormai un ciclo si è chiuso. Alla Lazio non rimane che attraversare uno o due anni di transizione, quanto basta a gettare le basi di un nuovo progetto finanziario e calcistico. La società ha optato per una politica orientata verso giovani, di valorizzazione del proprio vivaio, molto simile a quella della squadra olandese dell'Ajax che da sempre basa la sua forza sui giovani talenti provenienti dai settori giovanili. La Lazio ha deciso di non tentare più l'acquisto di grandi campioni dagli ingaggi esorbitanti e di andare alla ricerca di calciatori promettenti ma non ancora esplosi, dalle pretese economiche minori. Una scelta obbligata anche per lo stato di necessità economiche della società. Ecco allora che in pieno calcio mercato sono spuntati i nomi di Pedretti, centrocampista francese di origine italiana, e di Pinzi, che si vorrebbe far ritornare alla "casa base". Una scelta coraggiosa, dettata però in gran parte dalla situazione finanziaria e dalla paura di fare la fine della Fiorentina (l'attuale Florentia, retrocessa in C2), della quale è stato dichiarato lo stato di fallimento. Nella società è in corso un ridimensionamento: è stato introdotto il "salary cap" (un tetto massimo di stipendio per i giocatori) e lo sfoltimento della rosa dei titolari di prima squadra (da oltre 30 a 25 giocatori). La S.S. Lazio ha scelto una gestione certamente più oculata, ben diversa da quella degli anni scorsi, quando ogni stagione arrivava almeno un campione di livello mondiale. Tuttavia i problemi non sono finiti, la società ha bisogno di soldi freschi e di partner finanziari capaci di dare alla Lazio una certa sicurezza e stabilità economica. È stato recentemente approvato dal CDA il progetto ristrutturazione di Cagnotti: trasformare la Lazio in una holding, abbassare i costi del 30%, riducendo gli ingaggi e svalutando l'intero patrimonio calciatori (viene azzerato il valore dei cartellini dei giocatori). Si tratta in sostanza di rendere la società (o di farla sembrare) un po' più "povera", in modo da pagare meno tasse.
| ||
Num 17/18 Sett/Ott 2002 | politicadomani.it
|
|||