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Pubblicato su Politica Domani Num 20 - Dicembre 2002 Cinema
Due film da vedere
Storie interessanti nelle sale d'Italia Giorgio Razzano Nelle sale di tutta Italia ci sono
due film molto diversi per genere, ma altrettanto interessanti sul piano
delle loro storie. Hollywood
Ending
Con questo film, il trentaduesimo, presentato
a Cannes, un nuovo Woody Allen decide di ritornare alle sue vecchie
commedie come "Pallottole su Broadway" o "Misterioso
omicidio a Manhattan" e costruire un'opera che si basa sul mondo
dello spettacolo. Val (Allen) è il nome del protagonista il quale,
pur invecchiando, decide, per consiglio della sua ex moglie Ellie (Tèa
Leoni), di girare un nuovo film ambientato a New York; il film è
voluto dal produttore che è anche il nuovo compagno della sua
ex. Val accetta, ma inizia a soffrire di nevrosi (come spesso capita
nei film di Allen) e il giorno delle riprese viene colpito da cecità.
Iniziano da qui le divertenti disavventure: durante le riprese Val dovrà
farsi aiutare dal suo agente e da Ellie, sceglierà un direttore
della fotografia cinese che non capisce nulla d'inglese e uno scenografo
che vorrebbe ricostruire interi quartieri di New York.
La costruzione del film è impeccabile, ma in quest'ultima opera
il regista mette su celluloide una storia in cui la ripetitività
delle scene finisce per appiattire il risultato. Le gag con le quali
il film si sviluppa e fa ridere ben presto diventano prevedibili e la
comicità tipica di Woody Allen si perde: la scena dell'incontro
fra il regista e suo figlio lascia quasi intendere che ci sia stato
il desiderio di chiudere il film quanto prima possibile.
L'attore, di recente a Roma per presentare
il film, ha dichiarato di sentirsi un po' un fallito nel cinema ma di
mantenere, invece, salda la passione per la musica e per la sua band
di jazzisti rinomata in tutto il mondo. Viene il sospetto che, nel portare
questa storia sullo schermo, Allen abbia deciso di parlare di se stesso
con ironia: il suo personaggio è infatti divorziato e la sua
ex moglie lavora nel mondo del cinema, esattamente come Allen. La cecità
del personaggio è probabilmente una metafora: Allen non vuole
più vedere i film che fa perché, ormai, fare film in una
Hollywood in cui non si tiene più conto degli artisti ma contano
solo i guadagni, per un'artista come lui è una grande delusione.
Woody Allen ha un contratto con la DreanWorks per il quale deve realizzare
quattro film (questo è il terzo) prima della fine del 2003. Anche
la durata del film è sospetta: l'autore, che predilige da sempre
l'ora e mezza, arriva con quest'ultima pellicola a quasi due ore; ne
soffrono la consistenza della storia e la sua efficacia comunicativa.
Per il resto è un film che fa piacere vedere, con un Allen che,
a 66 anni, dimostra ancora il suo talento in una Hollywood che cambia
in peggio ogni giorno di più. Le quattro
piume
Il secondo film è un kolossal coloniale,
tratto dal romanzo "Le quattro piume" di A.E.Mason (1902)
e diretto dal pakistano Shekhar Kapur. Fra gli interpreti Heath Ledger,
Wes Bentley e Kate Hudson. È la romantica storia di un ufficiale
inglese che nel 1884 decide di diventare un combattere clandestino per
cancellare l'onta delle quattro piume bianche, simbolo di vigliaccheria,
inviategli da tre suoi compagni e dalla donna che avrebbe dovuto sposare,
quando, invece di partire per il Sudan a combattere i ribelli del capo
religioso musulmano Madhi, rinuncia e abbandona l'esercito. Nel film
si presenta in maniera epica una rilettura della guerra e si affrontano
temi quali l'antimilitarismo, l'amicizia e lo spirito di sacrificio;
si condanna, naturalmente, l'immoralità del colonialismo, simbolo
della schiavitù di tutti i popoli più deboli, e si mostra
come in ogni uomo ci sia del coraggio, ma anche tanta paura.
Lo scontro fra occidente e oriente,
quanto mai evidente in questa pellicola, riporta alle situazioni politiche
e sociali che, specie in questo periodo, viviamo da vicino. La bellezza
di questo film (che rievoca il fascino delle storie dell'ottocento,
fatte di cavalleria, amicizia e lealtà) sta nei costumi, nelle
scene di battaglia e nell'imponenza di certe riprese che sono la sua
vera forza. L'opera giganteggia come poche altre pellicole attualmente
presenti nelle sale; è un film messaggio sul comportamento umano
e i suoi limiti, ma è anche una riflessione sulle diverse filosofie
di vita che caratterizzano i vari popoli della terra. La sceneggiatura
pecca un po' sul piano dei dialoghi, ma, in compenso, gli attori mettono
del loro per tenere alto il valore del film.  
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