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Pubblicato su Politica Domani Num 23 - Marzo 2003 Il calcio delle
polemiche arbitrali
Arbitri: errore o malafede?
Gli argomenti preferiti della domenica sera e del
lunedì Daniele Proietto Sarà che noi italiani siamo un popolo di criticoni
incalliti o più semplicemente gente legata alle sue tradizioni
e alle sue abitudini, ma fatto sta che puntualmente ogni lunedì
lo strascico di polemiche sopravvissuto alle accese discussioni calcistiche
della domenica sera, serpeggia fra i tavolini dei bar, fra i banchi
di scuola o, più in generale, attende in agguato, ovunque vi
siano persone inclini ad intavolare una discussione.
Gli argomenti delle conversazioni sono per tradizione quasi sempre gli
stessi, e il più delle volte, spinti dal tifoso di turno che
ha visto la propria squadra perdere a suo avviso ingiustamente, sfociano
sugli arbitri e sulla loro presunta malafede.
Non è una bugia affermare che quello degli arbitri è sempre
stato un problema che ha afflitto il calcio italiano, ma è altrettanto
vero che in questi ultimi anni è divenuto insostenibile.
Le numerose polemiche sulla parzialità degli arbitri o ancora
peggio sulla pilotata designazione di quest'ultimi aveva fatto optare
per il "doppio designatore", il duo Bergamo-Pairetto, ma certamente
i recenti eventi stanno condannando senza possibilità d'appello
l'esperimento al fallimento. Era stata inoltre invocata a gran voce la possibilità
di poter abbinare tutti gli arbitri disponibili a tutte le partite,
invece di restringere la cerchia ad alcuni di essi per l'arbitraggio
delle "partite chiave", ma neanche questo ha funzionato.
Le principali motivazioni che stanno rendendo di domenica in domenica
le polemiche sempre più aspre possono essere ricondotte con facilità
a tre agenti fondamentali.
La comunicazione dei media rappresenta il primo di questi. Le varie
trasmissioni televisive che fanno da sipario alla domenica calcistica,
non fanno altro che gettare benzina sul fuoco con le loro moviole ripetute
fino alla nausea. Se ci accorgessimo del fatto che molte volte è
difficile capire se il fallo c'era oppure no o se la palla era dentro
o fuori dalla linea, anche guardando e riguardando più volte
l'episodio da diverse angolazioni, forse potremmo tollerare con più
facilità una svista arbitrale.
Un altro agente scatenante delle polemiche nate in questa stagione è
rappresentato dalla categoria dei presidenti delle squadre e, in minor
misura, da quella degli allenatori. Sono state eccessive le proteste
da parte dei proprietari di alcuni club nei confronti degli arbitri,
e nella maggior parte dei casi ingiustificate, fatta eccezione per quelle
di Sensi, incollerito per i torti arbitrali subiti dalla sua Roma durante
tutto l'arco della stagione fin qui trascorsa. L'ultimo elemento istigatore, ma forse il più
importante, risponde al nome di Adriano Galliani. Alla luce del conflitto
di interessi generato dopo la sua elezione a Presidente della Lega Calcio
(Galliani è anche vice-presidente del Milan e grande amico di
Berlusconi), sarebbe troppo chiedere ad un popolo come quello italiano,
figlio della cultura del sospetto, di non collegare alcune discutibili
decisioni arbitrali ad un progetto ben preciso, ad un piano di quello
che in molti chiamano il "grande Palazzo del Calcio". A mio avviso non bisogna dimenticare che gli arbitri sono
uomini e come tali possono commettere degli errori, ma mi auguro, per
amore del calcio, che lo facciano sempre in buonafede. Non nego tuttavia
che da parte loro vi sia una certa sudditanza psicologica nei confronti
di alcune squadre, specialmente quelle del Nord, come ha candidamente
affermato durante un'intervista il giocatore dell'Inter Alvaro Recoba. L'unica cosa di cui sono certo in tutta questa faccenda
è che non esiste realmente un metodo per eliminare del tutto
le polemiche, e che questo in realtà non dispiace poi così
tanto ai tifosi italiani,
che continueranno, ancora per molti anni, ad inaugurare la settimana
fra polemiche varie e proteste incessanti, come del resto hanno sempre
fatto.  
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