|
Cinema al femminile Paola Ercolani Frida Kahlo, la famosa pittrice messicana, dalla personalità
forte, geniale ed anticonformista, messa a dura prova dalla vita, è
finalmente portata sullo schermo dalla regista americana Julie Taymor
dopo anni di attesa del pubblico. Realizzare un film sulla biografia di una donna-artista
così complessa è un'impresa ardua, ma a mio avviso la
Taymor ce l'ha messa tutta. La regista, facendo riferimento al libro
di Hayden Herrera, ha operato una scelta non sempre apprezzata dalla
critica: il film narra la storia di Frida Kahlo facendo continuo riferimento
ai contenuti della sua opera artistica. Frida trova nella pittura la
chiave per sintetizzare simbolicamente i suoi dolori, le sue emozioni,
le sue scelte e gli affetti nei ritratti dei familiari e del marito,
la Taymor narra gli eventi ponendo alla fine delle sequenze più
importanti la visione dei dipinti dell'artista. Procedendo in tal modo
sono stati messi da parte avvenimenti rilevanti quali la rivoluzione
messicana, gli artisti famosi che circondano i Rivera, ma è anche
vero che al centro dell'opera grafica di Frida Kahlo c'è lei
ed il suo mondo interiore ed è questa la linea seguita dalla
Taymor. Arte figurativa e arte cinematografica messe a confronto
nei loro specifici linguaggi: dalla narrazione frammentata dei dipinti
dovuta alla cornice che segna il limite fisico, materiale del quadro,
si passa all'arte cinematografica che dona fluidità a quelle
immagini. Gli ambienti ed i costumi hanno colori assoluti e vivaci,
le scene sono cariche di dettagli e simboli, gli eventi sono narrati
nella loro essenza senza abbandono al sentimentalismo, tutti elementi
che ritroviamo nell'opera pittorica di Frida Kahlo. Note tecniche
| ||
Num 23 Marzo 2003 | politicadomani.it
|
|||