Pubblicato su Politica Domani Num 24 - Aprile 2003

8 aprile 2003
Quale sviluppo?

Padre Francesco Cultrera

Lo sviluppo può essere considerato come sviluppo prevalentemente economico, calcolato sul reddito pro capite e sul PIL di un Paese. F. Fukuyama, La fine della storia, ha collegato strettamente sviluppo economico e democrazia. L'umanità è arrivata alla fine della storia, perché l'economia di libero mercato è in grado di estendere i suoi benefici a tutti i Paesi, di garantire a tutti i diritti di libertà, purché sia libera di agire secondo la sua logica interna.

Non convinti dall'ottimismo di Fukuyama, noi parliamo di sviluppo integrale di tutti e singoli i cittadini e di tutti i Paesi del pianeta terra. Lo sviluppo economico è da una parte strettamente connesso con fattori culturali e sociali, dall'altra parte è essenzialmente ordinato allo sviluppo culturale, sociale, democratico, politico di un'intera comunità. L'economia ha come scopo lo sviluppo integrale di tutti e singoli i cittadini, dell'intera comunità sociale e politica. E' uno sviluppo essenzialmente solidale, all'interno della comunità, e tra le comunità politiche del pianeta terra. Il pianeta non è una preda sulla quale gettarsi, non è oggetto di sfruttamento intensivo, bensì è la casa da custodire, da abbellire, da rendere accogliente, da preparare alle future generazioni. Si parla di sviluppo compatibile con l'ambiente.

Il panorama internazionale presenta Paesi economicamente sviluppati - in prima fila gli USA -, Paesi in via di sviluppo, Paesi condannati all'emarginazione e alla fame. Un intero continente, l'Africa, soprattutto l'Africa nera, è relegato nell'emarginazione. Il dislivello tra i Paesi è enorme. Più di 800 milioni di persone vivono con meno di un dollaro il giorno. Meno del 20% della popolazione mondiale possiede più dell'80% della ricchezza mondiale. Gli USA emettono da soli più del 25% dell'inquinamento atmosferico: esportare su tutto il pianeta quel modello di sviluppo comprometterebbe l'equilibrio ecologico.

 

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