Pubblicato su Politica Domani Num 26/27 - Giugno/Luglio 2003 Sanità
Morbo di Pompe
Due pesi e due misure G.I.
Alzi la mano chi non ricorda la storia di Rossella. La
bambina napoletana soffre di Glicogenosi di tipo II (o morbo di Pompe),
malattia genetica che causa il malfunzionamento di un enzima deputato
allo smaltimento del glicogeno in eccesso nei muscoli. La principale
conseguenza è la rigidità della muscolatura in particolare
di quella dei polmoni con inevitabili problemi respiratori sempre più
gravi fino alla morte per asfissia. La malattia è molto rara
e l’unico farmaco disponibile è attualmente ancora in sperimentazione
perciò le speranze per Rossella apparivano davvero scarse.
Questo fino a quando, nel 2001, il suo caso, per un combinarsi di felici
quanto ignote circostanze, catalizzò l’attenzione dei mezzi
di comunicazione. In breve il Ministro della Salute, Sirchia, prese
a cuore il suo caso e si fece portavoce presso la Genzyme (multinazionale
americana che produce sperimentalmente il farmaco) perché la
bambina fosse inserita nella sperimentazione. L’azienda accettò
e il farmaco ora arriva regolarmente a Rossella la cui vita è
migliorata notevolmente. A qualcuno la glorificazione a mezzo stampa
del Ministro parve un po’ esagerata: non se ne poteva più
di leggere articoli ed ascoltare servizi su come Sirchia commosso avesse
fatto di tutto per salvare la vita della piccola. Passi l’apprezzamento
umano ma, per giudicare l’operato di un ministro, non ci si può
certo basare su questi episodi. Ad ogni modo una bimba ora è
salva quindi si può passare sopra anche a qualche eccesso retorico
da parte dei media. Ora alzi la mano chi invece conosce la storia di Pamela.
Molti meno, credo. Pamela soffre della stessa rara malattia. Ha 17 anni
e dall’età di 12 anni vive attaccata ad un respiratore,
si muove su una sedia a rotelle e necessita d’assistenza 24 ore
su 24. Quando il Ministro Sirchia promise il farmaco per Rossella i
familiari della ragazza scrissero al ministero inviando tutta la documentazione
medica convinti che il farmaco avrebbe potuto salvare anche Pamela.
A tutt’oggi non ricevono il farmaco e sostengono di non aver avuto
risposte chiare da parte del ministro. I genitori si sono rivolti ai
giornali “La Nazione” e “Repubblica” che hanno
pubblicato alcuni articoli. L'appello è stato rivolto alla senatrice
Monica Bettoni Brandanti che il 28 settembre 2002 ha presentato un'interrogazione
in proposito in commissione Sanità indirizzandola al ministro
della Salute. La stessa Pamela ha scritto una lettera al ministro e
la medesima cosa hanno fatto i suoi compagni di classe. Del caso si
è in fine occupata la trasmissione televisiva “I fatti
vostri”.
In realtà Sirchia ha fornito spiegazioni plausibili per l’indisponibilità
del farmaco. Il ministro ha in oltre dichiarato che la Genzyme è
disposta ad inserire altri pazienti italiani nelle sperimentazioni cliniche
non appena sarà possibile produrre il medicinale in quantità
sufficiente. Qualcosa si dovrebbe sapere già in autunno.
Senza voler entrare nel merito della questione medica e lungi dal voler
colpevolizzare il ministro dobbiamo rilevare il comportamento dei mezzi
d’informazione: un disinteresse quasi totale a fronte della sovraesposizione
del caso in tutto simile di Rossella. C’è da chiedersi
perché. Ad ognuno provare a dare le proprie risposte.
[La fonte principale delle informazioni contenute in questo
articolo è il sito www.attivissimo.net.
Il 13 giugno è stato messo in rete da familiari ed amici di Pamela
un appello che chiede di scrivere all’ufficio stampa del ministero
(ufficiostampa@sanita.it)
e a quello della redazione web del governo (redazione.web@governo.it).
Paolo Attivissimo ha dedicato un’indagine al caso nella sezione
“antibufale” (http://www.attivissimo.net/antibufala/glicogenosi/pamela.htm).
L’indagine è puntualissima e contiene tutti i riferimenti
per eventuali approfondimenti.] ![](../../Immagini/Home.gif) ![Homepage](../../Immagini/Hom.gif)
|