Pubblicato su Politica Domani Num 28/29 - Sett/Ott 2003

La serie B e il caso Catania
Fatti e misfatti del calcio italiano
La serie cadetta è in rivolta per un campionato finito e iniziato nel peggiore dei modi

di Daniele Proietto

“Quando credi di aver toccato il fondo, puoi sempre iniziare a scavare”. Sembra che il calcio italiano abbia fatto di questa frase il suo slogan.
Negli ultimi mesi si respirava un’aria migliore: le passate discussioni per i contratti con le pay tv e le polemiche per una nazionale poco convincente e ancor meno vincente, sembravano ormai appartenere al passato. Il nostro calcio, seppur a fatica, era riuscito a sfruttare la favorevole scia offerta dall’ottimo comportamento dei nostri club nelle competizioni europee (il Milan si è laureato campione d’Europa), e da una rigenerata nazionale. Tuttavia l’imminente inizio del campionato ha riportato alla luce problemi noti già alla fine della passata stagione, ma inspiegabilmente (forse volutamente) dimenticati. Ecco quindi esplodere quello che passerà alla storia come il “Caso Catania”. Ripercorriamone brevemente le tappe.
Campionato di serie B. Il 12 aprile 2003 si gioca Catania-Siena. Le squadre escono dal campo con un risultato di parità. Poche ore dopo il Catania denuncia un’irregolarità: il Siena avrebbe fatto giocare Martinelli, autore di un gol nell’incontro, senza che questi avesse scontato una squalifica inflittagli dal giudice sportivo (il giocatore aveva disputato una partita con la squadra Primavera del Siena durante la giornata di squalifica, che quindi, secondo i legali del Catania, non sarebbe stata scontata). La Commissione Disciplinare dà torto al Catania. Non così la CAF che dà ragione, e quindi partita vinta, alla squadra siciliana. Con un’ulteriore decisione, presa per un caso simile (caso Paternò), la CAF stabilisce che un giocatore squalificato deve astenersi dal giocare in qualsiasi squadra fino al termine della squalifica, altrimenti la stessa non viene considerata scontata.
La situazione si complica. Il 17 maggio, nella partita Catania-Venezia (vinta dal Catania per 2-0) il Catania commette la stessa irregolarità schierando Greco: anche lui aveva giocato nel campionato Primavera nella giornata in cui doveva scontare la squalifica. Il Venezia che, in zona retrocessione, avrebbe dovuto effettuare uno spareggio con il Napoli, forte della precedente decisione del CAF, presenta un reclamo contro il Catania chiedendo la vittoria a tavolino. L’accoglimento del ricorso avrebbe aperto questo scenario: il Catania perdeva i tre punti guadagnati sul campo; il Venezia, avversaria diretta del Catania nella lotta per la salvezza, ne guadagnava tre; la lotta per la salvezza finiva con una giornata di anticipo perché il Catania matematicamente retrocedeva in C1.
Su istanza di molte società che non avevano potuto difendersi davanti alla CAF, è intervenuta invece, a sorpresa, la Corte Federale. La Corte ha deliberato in modo del tutto diverso dalla CAF: il calciatore squalificato deve scontare la squalifica nel campionato in cui ha commesso il fatto censurato. Pertanto sia la posizione di Martinelli che quella di Grieco doveva ritenersi regolari, e i risultati ottenuti nelle due partite validi a tutti gli effetti.
Carraro e Galliani, non riuscendo a mediare fra le parti, chiedono aiuto al Governo, il quale con un decreto lampo annulla tutte le sentenze della magistratura ordinaria e lascia ogni potere decisionale a quella sportiva. Forte di questo decreto la lega stabilisce inoltre una penalizzazione di tre punti per qualsiasi squadra che ricorra alla magistratura ordinaria. Il decreto riesce a tamponare il diluvio di azioni legali, ma non risolve la questione delle squadre che devono iscriversi al campionato di serie B. Galliani allora propone per la B un campionato a 24 squadre, quattro in più rispetto al passato (viene ripescata la Fiorentina dalla C1).
Intanto la serie A partiva regolarmente, indifferente ai problemi della serie cadetta.
È ormai impossibile gestire insieme serie A e serie B. Le società sono diventate troppo diverse per interessi e per finalità. Ma è anche impensabile abbandonare a se stesso il campionato di B, che inizia a cadere a pezzi. Le squadre di B, per tradizione e spessore tecnico, sono di gran lunga superiori a quelle dei tornei cadetti di tutto il resto d’Europa. E questo è un patrimonio che va protetto e rivalutato.

 

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