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LE INTERVISTE: I giovani e la fede di Simona Ottaviani Rispondono Don Leonardo Ascenzo e Franco Montellanico
COME È CAMBIATO IL MODO DI VIVERE LA
FEDE RISPETTO A QUANDO ERAVATE GIOVANI? Franco: La fede, con la speranza e la carità, è una virtù teologale. Non è possibile vivere la fede senza la speranza e la carità, sono inscindibili, e le abbiamo nella nostra natura umana poiché la fede è realtà costitutiva dell'uomo: se que-sto fatto è costitutivo tutta la mia vita è basata sulla fiducia (ad esempio con la mamma, con l'insegnante, all'interno del rapporto di coppia). La fiducia è il rapporto fondamentale tra gli esseri umani, per potersi relazionare con gli altri e con se stessi. La fede non va scambiata con la religione. L'uomo deve avere principalmente fiducia in se stesso. Il modo di vivere la fede è lo stesso di prima perché l'uomo è lo stesso.
E' DIFFICILE PER UN RAGAZZO ESSERE TESTIMONE? Franco: Da una parte è più facile di prima perché oggi i ragazzi sono più liberi; noi da ragazzi, perché andavamo a messa, siamo stati presi per preti. Adesso è più facile testimoniare di essere veri con se stessi, abbiamo i mezzi di co-municazione, i genitori sono più permissivi, i rapporti con gli altri sono più facili. Da un'altra parte è però più difficile perché c'è la paura di essere se stessi e ci si rifugia nel gruppo dove si è quello che il gruppo vuole. Oggi essere se stessi non è sempre così facile, occorre più coraggio.
PERCHÉ UN RAGAZZO SI AVVICINA ALLA FEDE? Franco: Noi cattolici proponiamo una cultura di morte e quindi una oppressione con il nostro moralismo, non propo-niamo il Cristo risorto; mentre i mass media propongono immagini liberatorie, seppur virtuali. Dobbiamo fare della fede una proposta vera, di liberazione, facciamola una cosa viva, un momento di incontro, di gioia.
CREDETE NEI GIOVANI DEL TERZO MILLENNIO? . Franco: Solo chi vive in mezzo ai giovani conosce i giovani. Non è vero che i giovani oggi sono superficiali, sono in gambissima, sono pieni di problemi, ma anche di valori. Io nei giovani ci credo, ho dedicato la vita a loro, me la sono giocata per loro! Vale la pena giocarsi la vita per i giovani.
LA GMG 2000 PER TANTE PERSONE È STATA UNA
BELLA VACANZA A ROMA Franco: Tor Vergata è stata un'ammazzata, non ha visto niente nessuno; ma a Parigi i ragazzi sono stati peggio, l'organizzazione di Roma è stata migliore. Mi chiedo però dove stiano oggi quei giovani e che cosa ha fatto, ad esem-pio, la nostra città per continuare la Giornata Mondiale. La GMG è stata bella ma manca il seguito.
CHE RAPPORTO HANNO I GIOVANI CON DIO? Franco: Io penso che Dio bisogna solo riconoscerlo, perché Dio c'è sempre, è costitutivo della natura umana: Dio è amore, l'amore è costitutivo dell'uomo. Se l'uomo ama è Dio perché l'amore è dentro di lui. Noi abbiamo in continua-zione un rapporto con Dio.
QUALI 'STRATEGIE' USATE PER AVVICINARE I GIOVANI
ALLA PARROCCHIA? Franco: Più fai per avvicinarli e più si allontanano, non siamo noi che dobbiamo avvicinare i giovani e fare questo è un errore grande. Io penso che è Gesù che manda i giovani, noi possiamo solo 'preparare la terra', dobbiamo creare le condizioni, ad esempio gli ambienti per accoglierli e permettere loro di riunirsi. Noi non siamo nessuno per poter avvi-cinare un'altra persona, è Dio che muove le anime.
I GIOVANI E LA VOCAZIONE ALLA VITA CONSACRATA Franco: Il fatto che ci siano poche vocazioni è dono di Dio: infatti finché ci saranno troppi sacerdoti faranno sempre tutto loro e i laici continueranno a stare al 3°, al 4° posto cioè non potranno fare niente.
QUALE FUTURO ATTENDE NOI RAGAZZI? Franco: Bellissimo, stupendo, voi siete fortunati: noi abbiamo vissuto il '68, una trasformazione sociale a cui non sia-mo stati dietro mentre voi ci siete nati. In ottica cristiana stiamo andando verso la "deificazione" in cui una generazio-ne è migliore dell'altra. Oltretutto voi avete anche la possibilità di crearvi il vostro futuro, siete chiamati a crearvi il lavoro: pensate che non ci sarà più stress perché ognuno creerà il proprio lavoro a sua immagine e somiglianza!
ATEISMO, MULTIRAZZIALITÀ, MULTIETNICITÀ, MULTIRELIGIOSITÀ:
QUALE STRADA SEGUIRE? Franco: La verità è un grande vaso in pezzi e ognuno ha il suo pezzetto, nessuno ha il diritto di pretendere di essere la verità, solo Gesù lo è. Le altre religioni stanno proponendo un sistema di vita liberatorio mentre noi ci stiamo ancora più chiudendo. Io credo che la verità non la sa nessuno; secondo me questi signori si stanno chiudendo, hanno paura della realtà: che guardassero in faccia le cose! Bisogna rispettare tutti perché la verità non è di nessuno, ognuno ha il suo pezzetto, con umiltà dobbiamo dire qual è il nostro pezzetto per riconoscerlo dagli altri.
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Num 3 Marzo 2001 | politicadomani.it |