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Politica e scorie nucleari
Dilettanti allo sbaraglio Scanzano Jonico, città del sud in ripresa, grazie all'agricoltura e al turismo, rimane fra i siti probabili per il deposito di scorie nucleari. Qualsiasi città sarà la "prescelta", rimane il fatto che un grave problema reale è stato affrontato nel peggiore dei modi di Alessandro Lovato Dilettanti, è il termine più adatto per descrivere chi ha gestito la questione dell'ubicazione del sito del deposito nazionale di scorie radioattive. Le critiche si muovono su due fronti. Il primo è tecnico: alcuni autorevoli scienziati del Cnr considerano la zona di Scanzano Jonico idrogeologicamente instabile e troppo vicina al mare per offrire eterno e tranquillo riposo alle scorie. Il secondo è politico: non si capisce perché la questione sia stata affrontata con un decreto legge. Le genti lucane si sono viste imporre dall'alto l'arrivo di migliaia di metri cubi di rifiuti nucleari senza sapere perché. Sarebbe stato molto più intelligente nominare una commissione di esperti per studiare con cura e poi scegliere uno o più siti per la sepoltura definitiva e sicura delle scorie. Certo ci sarebbero state comunque grandi proteste, blocchi stradali, manifestazioni, ma lo Stato avrebbe potuto mantenere la sua posizione, forte dell'autorità degli scienziati e del loro lavoro. È buffo, inoltre, che un Governo che può gestire a suo piacimento le telecomunicazioni (e per questo è stato portato dall'UE sul banco degli imputati) non sia riuscito a creare una campagna pubblicitaria ad effetto, che sottolineasse la necessità di creare un sito nazionale per la sepoltura delle scorie. Uno spot, magari con riferimenti alla facilità di effettuare azioni terroristiche contro i siti provvisori sparsi per l'Italia, avrebbe almeno indorato la pillola dei prescelti a diventare pattumiere nucleari. Nulla di tutto ciò. Il Governo ha dovuto fare marcia indietro: Scanzano non offrirà più sepoltura alle scorie, e ci sarà una commissione di esperti a decidere la nuova ubicazione del sito nazionale. Ciò potrebbe non bastare più. Supponiamo che tra un anno venga scelta un'altra città, ci saranno proteste del tutto simili a quelle di questi giorni, ed è poco probabile che il Governo riuscirà ad andare fino in fondo, perché chi si vedrà ridotto a pattumiera nazionale dei rifiuti nucleari, memore della vicenda di Scanzano, non cederà mai. L'unica via d'uscita appare l'informazione. La commissione di esperti dovrà avere un rapporto mediatico continuo e diretto con la popolazione e dovrà agire con trasparenza. È necessario fornire le ragioni della necessità inderogabile di creare un cimitero unico per le scorie, spiegare a tutti gli italiani i motivi delle scelta, e cercare di convincere gli abitanti della città prescelta ad accettare la decisione presa. Anche se non sarà assolutamente una cosa semplice. Certo, a tempo debito, sarebbe bastata un po' d'intelligenza e un po' di buon senso per risolvere la questione, o almeno per gettare le basi per la sua risoluzione. La faciloneria e la superficialità con cui fin dal principio è stata affrontata la vicenda hanno complicato notevolmente le cose. Dilettanti.
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Num 31 Dicembre 2003 | politicadomani.it
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