Da Rio a Kyoto
Per salvare l'ambiente occorre diminuire drasticamente i gas serra
Il "Vertice della Terra", tenutosi a Rio nel 1992, segnò il primo passo verso una riduzione di emissioni di gas serra concordata a livello globale. Si capì allora che per contrastare un problema di importanza mondiale era necessario un accordo fra tutte le nazioni. Tre anni più tardi però, a Berlino, durante la prima Conferenza delle Parti (Cop1), la comunità internazionale riconobbe che le decisioni prese al "Vertice della Terra" sarebbero state sostanzialmente insufficienti per contrastare gli effetti dei gas serra. L'Ipcc (Intergovernamental Panel on Climate Change) rese note infatti alcune previsioni relative ai successivi 100 anni: si parlava di un aumento della temperatura media terrestre da 1°C a 3,5 °C, di un relativo innalzamento del livello del mare dai 15 ai 95 cm e di uno spostamento delle fasce climatiche verso i poli, compreso tra i 150 e i 550 km. Le conseguenze di tutto ciò sarebbero state catastrofiche: alcune zone sarebbero state devastate da alluvioni di proporzioni spaventose, altre sarebbero state a rischio desertificazione, sarebbero ricomparse malattie, come la malaria, che si pensavano debellate, ed altro ancora.
Se l'evidenza dei fatti mostrava la necessità di un accordo più restrittivo di quello di Rio per le emissioni di gas serra, in seno alla comunità internazionale non c'era un accordo unanime sul da farsi, a causa dei contrastanti interessi economici. Le diverse posizioni degli Stati furono evidenti prima e durante l'ormai famosa conferenza di Kyoto, tenutasi in Giappone nel 1997. Gli Stati Uniti, che sono responsabili del 25% delle emissioni globali, proposero di ritornare ai livelli di emissioni del 1990 tra il 2008 ed il 2012. L'UE spinse per una riduzione più importante: diminuire entro il 2005 le emissioni di gas serra di almeno il 7.5% rispetto al 1990. Una cordata di 77 paesi, guidata dalla Cina, pur concordando con la proposta europea, propose l'istituzione di un "Fondo per lo sviluppo pulito", un'agenzia internazionale sostenuta dalle multe inflitte ai trasgressori dell'accordo, con il compito di finanziare la costruzione di impianti poco inquinanti nei paesi in via di sviluppo.
La mediazione tra le parti spettò al Giappone, nazione ospitante. La delegazione nipponica propose una riduzione del 5% delle emissioni dei tre principali gas serra rispetto ai livelli del 1990 da attuarsi entro il 2008 - 2012. Alla fine la mediazione giapponese ebbe un discreto successo ed il protocollo così redatto fu firmato da 83 Stati, Usa compresi. La firma del protocollo, però, non corrisponde né alla sua approvazione né alla ratifica (che è vincolante e va recepita nelle leggi dei paesi che hanno ratificato l'accordo). Le successive Conferenze delle Parti sul clima avrebbero avuto come scopo la ratifica del protocollo di Kyoto da parte di tutti i paesi firmatari.