Pubblicato su Politica Domani Num 4 - Aprile 2001

EDITORIALE
LO SPECCHIO PERDUTO
Difficile ricerca di modelli nell'era della comunicazione globale

 

Tempo fa, è ormai qualche anno, incontrando Mons. Dionigi Tettamanzi ad un convegno delle SFISP (scuole di formazione all'impegno sociale e politico), ricordo di avergli chiesto, in modo un po' provocatorio, quali modelli si potevano proporre 'alle vecchiette che andavano a messa tutti i giorni o ai ragazzi del muretto', dissi testualmente. Ne ebbi come risposta che i modelli erano tutti da costruire. In quella occasione mi riferivo a modelli nella politica, che già da qualche tempo navigava a vista in acque piuttosto torbide e tempestose, e stavo cercando di capire quale poteva essere l'orientamento della Chiesa. La risposta mi fece riflettere sulla vastità delle implicazioni di quella domanda e sulla fatica, a cui faceva riferimento la risposta, che ci aspettava, tutti noi educatori e responsabili a qualsiasi titolo e a qualsiasi livello. A distanza di qualche anno, senza timore di passare per "nostalgica", mi permetto di fare qualche (amara) riflessione. Nella politica non ci sono attualmente modelli da ammirare ed imitare, ci sono solo leader di partiti o di coalizioni. Rutelli e Berlusconi sono due esempi di leader politici. Il primo è stato scelto faticosamente, sta crescendo a poco a poco, con l'aiuto della coalizione, deve farsi conoscere e farsi accettare, viaggiando su e giù per l'Italia, e non sarà semplice. Il secondo è stato acclamato all'unanimità, la sua forza politica, legata com'è al suo impero economico e mass-mediatico, non è in discussione, è certamente riconosciuto come leader unico e insostituibile. Ma mentre uno è troppo debole per essere un modello, l'altro è troppo ingombrante, una specie di Totem. Nella scuola con le modifiche in atto si vuole sostituire la ricchezza delle nostre tradizioni culturali e la nostra storia con il tecnicismo di una pseudo-cultura cosiddetta "tecnologica" che al "conoscere" e al "capire" privilegia il "saper fare". Gli insegnanti, umiliati e offesi nella loro dignità di educatori da stipendi appena sufficienti a coprire le spese condominiali, e da mansioni poco meno che da burocrati e da guardie giurate, nelle ormai innumerevoli attività extracurricolari che si svolgono in orario curricolare, hanno rinunciato a proporre ai loro giovani allievi esempi degni di essere seguiti ed imitati (o probabilmente non sanno più farlo). Nella famiglia i genitori sono troppo occupati (lavoro, carriera, forma fisica). I ragazzi rimangono soli con le loro difficoltà, anche se con tanti soldi in tasca, surrogato di quel tempo parentale che non viene loro concesso. Manca loro quella guida di cui hanno bisogno e che cercano perché, invece che autorità e autorevolezza: papà e mamma (figli del '68) propongono il dialogo e l'amicizia, l'optimum, secondo il volenteroso genitore. Peccato però che i tempi della comunicazione e del dialogo, che spesso coincidono con i tempi del pranzo e della cena, siano già occupati dalla TV e che dialogo e amicizia da pari a pari fra generazioni diverse siano difficilissimi e persino poco naturali. Nella società presentata dai mezzi di comunicazione raramente si parla di eventi positivi in cui sono coinvolte persone che vale la pena di conoscere meglio (penso a un Alex Zanotelli, missionario comboniano, o a un Mohammed Yunus, fondatore della prima banca etica nel Bangladesh). Il piccolo schermo è molto più spesso sede di banali levità, di atroci truculenze o di volgari oscenità, trasmesse persino nelle ore in cui i più giovani e i più piccoli vengono affidati alle cure della babysitter domestica, signora TV. Quali modelli allora proporre agli adolescenti, che non sono solo dei bambocci, e che sono dotati di autonoma capacità di giudizio e piena facoltà di volere? La strada è faticosa ma i modelli ci sono, occorre solo farli conoscere. E chissà che il Papa, che ha proclamato una marea di santi e di beati, non abbia in mente proprio questo.

Maria Mezzina

 

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