Recensione
"Cinema e lavoro"
La rappresentazione dell'identità adulta fra miti, successo e precarietà
È di Elisa Veronesi l'ultimo volume della collana Accademia (Effatà Editrice), diretta da Dario Viganò e Giorgio Monicelli.
Lo scopo del libro "consiste nel tentare di capire che significato ha per le persone il loro lavoro, osservando il modo in cui esso viene rappresentato nel cinema".
Il cinema è un metodo di indagine indiretto, un "mezzo di espressione sociale tanto potente quanto popolare", con il quale "si può arrivare ad esplorare non tanto e non solo come i singoli soggetti rappresentino il loro rapporto con la dimensione lavorativa ma addirittura come un'intera cultura, nelle sue diverse prospettive, si rappresenti nei confronti del mutamento del mondo del lavoro".
L'impianto del libro è lineare: una prima parte di analisi sociologica e di cultura cinematografica e una seconda parte più strumentale.
Nella prima parte si cerca di "capire che significato ha per le persone il loro lavoro, osservando il modo in cui esso viene rappresentato nel cinema". L'analisi si sviluppa attorno a tre elementi, "tre snodi concettuali e tematici che permettono di comprendere e interpretare i cambiamenti del mondo del lavoro in relazione con i cambiamenti della società e dell'identità personale". "Con la crisi del vecchio modello del lavoro dipendente standard e l'aumento dei nuovi contratti segnati dalla flessibilità (part-time, a progetto, apprendistato, leasing di mano d'opera, interinale ...)" questi cambiamenti "influenzano direttamente anche il modo in cui costruiamo la nostra identità personale e, di conseguenza, il modo in cui ci rapportiamo con gli altri e con il mondo". I tre snodi vengono individuati nei cambiamenti della società e del mondo del lavoro (cap. I), nelle caratteristiche dell'identità personale nell'età postmoderna (cap. II) e nella descrizione che il cinema ha fatto del mondo del lavoro, mediante il racconto della sua storia e le riflessioni che alcuni esperti del mondo del lavoro hanno fatto sul rapporto fra cinema e lavoro (cap. III).
Nella seconda parte si cerca di "leggere la modalità con cui il cinema rappresenta il mondo del lavoro, e in particolare il rapporto fra l'identità personale e la dimensione lavorativa". Troviamo (cap. IV) 11 schede di analisi e di approfondimento relative ad undici film scelti per "analizzare la rappresentazione dell'identità adulta al lavoro". La scelta dei film è stata fatta sulla base dei seguenti criteri: "la frequentazione del tema del lavoro da parte dei registi e la popolarità delle pellicole". La pellicola selezionata non è perciò, spiega l'autrice, "né la più raffinata, né la più amata dai critici".
Infine (cap. V) vi sono due diverse analisi di come il cinema rappresenta il mondo del lavoro. Lo spunto è una ricerca condotta in ambito universitario. La prima analisi risponde, numeri alla mano, a tre domande: sulle categorie professionali più presenti nei film, sulle differenze di produzione fra i diversi paesi, sulla correlazione fra le professioni più rappresentate e quelle più esercitate in Italia. L'altra analisi - sui temi chiave trattati - è all'origine di un database (titolo del film-tema trattato) utilissimo per chi intende servirsi del cinema come strumento didattico.
- Elisa Veronesi, Cinema e lavoro. La rappresentazione dell'identità adulta fra miti, successo e precarietà - Effatà Editrice, Torino 2004 - 14,00 euro.