Scienza
OGM: Cosa sono
Sintesi (estrema) delle tecniche usate per produrre piante geneticamente modificate
Le prime piante transgeniche furono prodotte all'inizio degli anni '80 , quando si scoprì che il batterio Agrobacterium tumefaciens era adatto a trasferire materiale genetico nelle piante. L'A. Tumefaciens è un batterio aerobio Gram negativo che prolifera nel terreno. Nel suo PLASMIDE detto "plasmide induttore del tumore (Ti)" si trovano i geni responsabili della "Galla del colletto", una specie di tumore che colpisce la parte della pianta compresa tra fusto e radici.
Tramite la tecnica del DNA RICOMBINANTE è possibile integrare i geni responsabili del tumore con quelli che si vogliono inserire nel DNA della pianta. Per distinguere da tutte le altre, le cellule il cui DNA è veramente trasformato, si utilizzano i cosiddetti "GENI MARKER": viene inserito nel DNA del plasmide batterico un gene che conferisce alla cellula una caratteristica particolare, quale ad esempio la resistenza ad un antibiotico. In seguito occorre preparare la pianta (si fanno delle piccole lesioni) in modo che possa essere infettata dal batterio: nel plasmide presente nel batterio ci sono infatti dei geni che scatenano l'aggressività del batterio stesso quando esso entra in contatto con cellule vegetali lese. Infettata la pianta, si assiste ad una migrazione del DNA del plasmide batterico nel genoma bersaglio della pianta, in maniera simile alla coniugazione batterica1. Questo metodo è impiegato soprattutto per le Solanaceae: pomodoro, tabacco, patate...
Un altro metodo molto usato è quello del "cannone a particelle di DNA". Piccole particelle di metallo legate al DNA vengono "sparate" direttamente nelle cellule della pianta. In alcune di queste il Dna sparato viene integrato nel genoma vegetale.
1 Si tratta di un processo di "matrimonio" fra due batteri che consiste nel trasferimento di materiale genetico da una cellula all'altra.