Pubblicato su Politica Domani Num 43 - Gennaio 2005
Notizie - Dalle regioni del disastro
Tante piccole vittime
Un terzo dei morti del maremoto del 26 dicembre sono bambini. Scene strazianti di madri che piangono i loro piccoli morti sono diventate cose comuni. L'altissimo numero di vittime bambini è dipeso dal fatto che i piccoli, investiti dalla violenza delle acque, non sono stati in grado di afferrarsi a nulla di solido per cercare di salvarsi. I loro piccoli corpi sono stati afferrati dalle acque, travolti, trascinati e poi restituiti insieme al fango e ai detriti.
Una furia anche umana
All'estremo nord dell'isola di Sumatra c'è la provincia "ribelle" di Aceh. Nonostante l'altissimo numero di vittime, giornalisti e operatori umanitari, per recarvisi, dovranno presentare una domanda di autorizzazione, una procedura che potrebbe richiedere anche due settimane. Il timore è che, approfittando del disastro umanitario, i militari possano cercare di eliminare completamente il movimento separatista. La regione è stata la prima ad essere investita dal maremoto, ma lo stato di emergenza civile proclamato dal governo impedisce che gli aiuti umanitari arrivino a soccorrere milioni di persone che sono così doppiamente vittime.
Villaggi e paradisi turistici
C'è molta attenzione alle distruzioni operate dal sisma marino sulle eleganti strutture turistiche di cui erano disseminate le coste e molto meno si pensa ai villaggi, alcuni dei quali sono stati completamente spazzati via. Su almeno due isole poi, investite in pieno dalla forza del sisma, dopo più di due giorni non si è saputo ancora nulla: sono le isole Andamane e Nicobar, a nord dell'Indonesia e vicine all'epicentro. Il timore è che nell'arcipelago alcune isole siano state completamente sommerse e che con esse siano spariti interi villaggi.
Tutto ok per i militari del Myanmar
I 43 milioni di abitanti del Myanmar, almeno quelli che vedono la televisione o ascoltano la radio, non sanno della tragedia che ha colpito anche loro. Il regime militare non ha comunicato nulla. Non si sa neanche se siano state attivate operazioni di soccorso. A dirlo è una fonte dell'agenzia Misna che vuole mantenere l'anonimato. Le notizie di vittime sono quindi quanto mai incerte: dai 30 ai 90 morti. È dal 1962 che nel Paese si succedono regimi militari.
Il silenzio dalle coste dell'Africa
Le onde provocate dal sisma marino hanno viaggiato attraverso l'oceano fino a raggiungere le coste orientali dell'Africa. Mille chilometri di costa somala sono state colpite dalle onde, ma non ci sono notizie certe per la mancanza di un governo e di qualsiasi istituzione statale. Le uniche notizie sicure arrivano dai testimoni che sono sul luogo, molti dei quali sono religiosi, missionari ed operatori dell'agenzia Misna. Il bilancio delle vittime, ancora, non è in nessun modo neanche ipotizzabile.
Ordine di grandezza
Quante sono le vittime? Nell'ordine dei centomila. Quanti i senza tetto e gli sfollati? Nell'ordine dei milioni. Quanti i danni? Nessuno ha osato calcolarli ma siamo nell'ordine delle migliaia di miliardi di euro. Gli ordini di grandezza di queste cifre vanno dal 5 al 12. All'altro estremo c'è l'ordine di grandezza delle cifre messe a disposizione dai Governi per gli aiuti umanitari e la cooperazione: in Italia per il 2005 l'aiuto è stato fissato allo 0,27% del Pil (odg pari ad uno scarso -1), ben lontano dall'1% promesso dal nostro capo di Governo, quasi due ordini di grandezza in meno, vale a dire cento volte di meno.
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