Lula, il Brasile
e l'Africa
Africa e Brasile sono lontane geograficamente ma vicine culturalmente.
In Brasile vivono 60milioni di afrobrasiliani. Sono gli schiavi che dall'Europa sono stati portati nell'America Latina. Ora questi ex-schiavi sono i protagonisti di una mostra fotografica. I fotografi sono Ricardo Teles e Christian Kuepper. Le foto saranno esposte in Brasile e la mostra è itinerante. È Lula stesso, il Presidente del Brasile, che sostiene questa iniziativa.
La mostra fotografica è solo un tassello della politica estera che sta portando avanti il Presidente Lula. Lo scopo di Lula è creare le condizioni affinché il Brasile riesca da una parte a competere con il blocco dei paesi ricchi occidentali (Stati Uniti e Unione Europea), dall'altra ad assicurarsi un posto fisso nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Gli ultimi viaggi di Lula lo hanno visto in Africa e in Medioriente.
Perché proprio in Africa? Quali altri interessi lo legano al grande continente, oltre ai 60 milioni di afrobrasiliani? Nel conflitto, sordo e strisciante, che c'è tra paesi ricchi e paesi poveri, l'Africa, la Cina, l'India e la Russia sono naturali alleate del Brasile. Per vincere insieme, per esempio, la guerra contro l'Aids e le multinazionali farmaceutiche.
"Si tratta di agganciare quei paesi emergenti con popolazione numerosa, con un vasto territorio, con un' economia di espansione e con significativi mercati interni", dice l'ambasciatore brasiliano Samuel Pinheiro Guimaraes.
Ma non basta. Una politica estera forte richiede una politica interna ben organizzata. Sicurezza economica e sociale. E anche combattere la violenza e il disordine. Nella battaglia contro la violenza nelle strade il Presidente Lula ha stabilito controlli rigidi e improvvisi, con pesanti punizioni per il possesso d'armi illegale. La battaglia per la sicurezza economica e sociale è più difficile e più lunga. Quella della rilevanza internazionale è già vinta. Il Brasile sta crescendo politicamente e strategicamente. Un grande Paese.