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L'intervista
Ha risposto ad alcune domande della Banca Popolare di Milano Xingdong Chen, uno dei più importanti economisti cinesi. Chen ha lavorato per la Banca Mondiale e nella Commissione per la riforma economica della repubblica popolare cinese. Non crede che il processo di rapida crescita potrà continuare a lungo ai ritmi così sostenuti di ora. Il tasso di crescita, che dura già da oltre vent'anni, dal 1979, è in media del + 9,4% del Pil. La crescita per il futuro, prevede Chen, sarà più contenuta, ma sempre molto apprezzabile: secondo le previsioni il Pil crescerà dell'8,8% quest'anno e dell'8,5 nel 2006. Quali i motivi di questa inarrestabile marcia? Aumento dei consumi, crescente urbanizzazione, delocalizzazione della produzione manifatturiera mondiale. Ma anche il risparmio, l'enorme quantità di forza lavoro disponibile, la grande domanda interna, l'afflusso di investimenti esteri. Tutto lascia prevedere che, sia pure a livelli più limitati, la crescita continuerà vigorosa per altri venti anni. Ci sono tuttavia dei rischi e Chen li elenca lucidamente: il divario fra le condizioni economiche di chi vive in città e i contadini delle zone agricole diventa sempre più grande e sempre meno sostenibile. Questo crea tensioni che si riflettono negativamente sul sistema politico. Anche il degrado ambientale ha raggiunto livelli di guardia: la Cina deve scegliere cosa fare del suo ambiente. Il bisogno enorme di energia e di materie prime ha reso il paese dipendente dall'estero: per tenere in equilibrio la bilancia dei pagamenti occorre aumentare le esportazioni. Non si nasconde, Chen, le tensioni crescenti fra Cina e il resto del mondo, "L'ascesa cinese disturba chiaramente il resto del mondo. Nonostante la Cina rappresenti meno del 4% del Pil mondiale, contribuisce per l'8,8 alla sua crescita. Ma il vigoroso sviluppo offre al mondo un'opportunità, oltre che una sfida. La forte domanda cinese rappresenta un crescente mercato di esportazione per gli altri paesi, e quindi un'opportunità di espansione".
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Num 47 Maggio 2005 | politicadomani.it
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