Diplomazia
Il ritorno della stele di Axum
Fra Italia ed Etiopia un rapporto sempre più stretto
di Daniele Proietto
Canti, danze e rituali tipici della cultura Etiope hanno accolto nell'aeroporto della capitale axunita i tre tronconi della stele di Axum. Le tre sezioni sono state trasportate in tre differenti viaggi a bordo dei giganteschi Antonov A124/100 provenienti dall'aeroporto di Pratica di Mare.
L'obelisco risale a circa 1700 anni fa, e fu trasportato in Italia nel 1937, dopo che alcune truppe dell'esercito italiano lo rinvennero sul suolo di Axum, spezzato in tre parti. Molto probabilmente alcuni problemi durante la fase di sollevamento non consentirono alla stele di essere eretta, vanificando così l'imponente opera di trasporto di cui la storia ancora ci tramanda alcuni particolari: furono utilizzati 500 elefanti e migliaia di persone per trasportare sul sito le 160 tonnellate del monumento. Naturalmente il trasporto odierno è molto più sofisticato di quello dell'epoca e anche rispetto a quello del '37, quando le parti della stele furono trasferite fino in Eritrea, più precisamente a Massawa, a bordo dei camion della Gondrand, e da lì presero la via del mare verso l'Italia.
Il trasferimento della stele infatti è costato dai cinque ai sei milioni di euro, e per salvaguardarne la struttura sono state impiegate imbracature e protezioni per un peso complessivo di 20 tonnellate. Inoltre durante tutto il volo i tre tronconi sono stati costantemente monitorati attraverso dei sensori collegati a dei computer.
La restituzione dell'obelisco segna per il governo Etiope un'importante vittoria politica e il compimento di un'opera iniziata gia nel 1947. Con l'arrivo della stele, la città di Axum spera di incrementare le modeste entrate di un settore turistico che stenta a decollare.
Per il governo italiano tuttavia non si tratta di una restituzione, ma di un dono che va visto all'interno di un intero progetto atto a riallacciare i rapporti tra L'Italia e l'Etiopia e che annovera tra le sue iniziative la totale cancellazione del credito vantato nei confronti del governo etiope (circa 340 milioni di euro) e lo stanziamento di 200 milioni di euro per la costruzione della centrale elettrica di Gil Gel.