La Cecenia è ricca di petrolio. I suoi giacimenti, concentrati nel distretto della capitale Grozny, producono circa 4 mila tonnellate di petrolio al giorno. Notevoli sono anche i giacimenti di gas naturale. Attraverso la Cecenia passano due strategici oleodotti russi che portano il greggio e il gas del Mar Caspio fino al Mar Nero. Controllare la Cecenia significa avere il controllo sulle risorse e sul commercio petrolifero non che sulle linee stradali e ferroviarie che costituiscono le principali comunicazioni commerciali est-ovest della Russia attraverso il Caucaso.
L'11 settembre 2001 è l'occasione per Putin per intensificare le operazioni belliche - iniziate nel dicembre del 1994 - contro i "terroristi ceceni", sospettati di ricevere sostegno finanziario e militare da Osama Bin Laden.
Dal 1999 sono oltre 100mila i morti e 300mila i profughi ceceni.
La resistenza cecena è organizzata attorno a due leader: Shamil Basayev, pazzo sanguinario (forse manipolato dai servizi russi), e Aslan Mashkadov, moderato e contrario al ricorso alle azioni terroristiche sostenute invece da Basayev. Maskhadov era stato eletto presidente della Cecenia nel 1997 in votazioni ritenute regolari dall'Osce. Le brigate di Basayev però sono ben armate e organizzate, grazie ai finanziamenti e alle armi provenienti dai paesi arabi, e per questo attirano i giovani ceceni. Mashkadov non può fare a meno della forza militare di Basayev. Questo gli sarà fatale. La morte di Basayev è stata invece annunciata e smentita diverse volte. L'ultima è del 6 febbraio scorso.
[input: www.peacereporter.net]