Fra manovre elettorali e modifiche legislative
Proporzionale si, no, quale, quanto
La CdL propone un disegno di legge elettorale a sua misura. Rimane comunque necessaria una riforma, seria, in senso proporzionale
Modificare l'attuale legge elettorale in senso proporzionale è la proposta dei "saggi" della CdL. Quelli che da qualche anno, d'estate, a Lorenzago di Cadore, ridente e tranquilla località alpina sulle Dolomiti, hanno il compito di produrre idee per il Governo.
La proposta, così come è stata elaborata dai "saggi", prevede un premio di maggioranza alla coalizione che avrà raggiunto la maggioranza relativa dei voti, ma con uno sbarramento del 4%.
Non è certo che fine farà questa proposta, ma il "patron" la vuole, la sinistra la aborrisce e molti dei deputati azzurri, eletti grazie al maggioritario, sono perplessi. Cosa, questa, molto pericolosa, visto che le votazioni a scrutinio segreto saranno molte.
Si tratta di un sistema anomalo, nel quale rimangono le coalizioni, solo che, nelle coalizioni, i partiti più piccoli non contano più nulla. Spieghiamo.
Supponiamo che uno schieramento ottenga, ad esempio, il 48% dei voti mentre e l'altro il 45%. Se il primo coalizza però tanti piccoli partiti che non raggiungono, singolarmente, il 4% i loro voti non saranno contati anche se tutti insieme raggiungono l'8%. In questo modo la coalizione perderà l'8% dei voti. Basta allora che l'altra coalizione sia fatta di pochi partiti "robusti", al di sopra del 4%, perché non ci sia nessuna "emorragia di voti". Così la coalizione con il 45% dei voti risulterà largamente vincente rispetto a quella del 48%, otterrà il premio di maggioranza e potrà tranquillamente governare.
L'ipotesi descritta è in realtà lo specchio della situazione in cui si trovano in questo momento i due schieramenti italiani; con la CdL sulle sue posizioni, solidamente ancorata al suo leader (che potrebbe anche essere diverso da Berlusconi) e l'Unione attorno alla quale ruotano tanti piccoli partiti - Verdi, Udeur, Italia dei Valori, Comunisti Italiani - e gli scontenti di ogni colore e sapore.
È la fine del pluralismo. Una soluzione accettabile? No, se si ritiene il pluralismo un valore e il proporzionale la migliore garanzia di questo pluralismo. Si, nel caso contrario.
C'è, invece, un sistema elettorale sicuramente più accettabile da parte dei proporzionalisti, e capace ugualmente di garantire stabilità al Governo. È il sistema elettorale in vigore per le elezioni regionali con il quale non si escluderebbe dal conteggio il famoso 8% del nostro esempio.
La proposta, sposata da Berlusconi contro la volontà del suo stesso partito - forse per tenere buono Follini -, è stata da lui mitigata con un'altra proposta: limitare lo sbarramento al 2% (per tenere buona la Lega?). Rimane tuttavia l'ingiustizia di fondo di cancellare dal computo tanti voti di tanti piccoli che hanno difficoltà a riconoscersi in altro da sé.
Rimangono da chiarire le ragioni del chiasso, visto che tutti avevamo sposato con un referendum* la causa del maggioritario. Il sistema maggioritario è la soluzione naturale per quei Paesi che hanno, tradizionalmente, un elettorato che fa riferimento a due, massimo a tre aree politiche. Classici esempi sono i Paesi anglosassoni. Nei Paesi come il nostro, invece, dove la base sociale è fortemente frammentata e ideologizzata, un sistema del genere fa fatica. Viene da qui infatti l'idea di correggere il maggioritario con una quota proporzionale del 25%, evidentemente insufficiente. Noi siamo diversi per storia, cultura, tradizioni e costumi dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. In Italia i partiti che superano il 10% di consensi sono solo quattro, An, Fi, Ds e Margherita. Questo perché l'Europa continentale è stato il continente delle caste, dei privilegi, della sperequazione delle ricchezze, dell'immobilismo sociale. Per contro, sin dal mercantilismo, le società anglosassoni si sono distinte per apertura, dinamismo sociale e spirito liberal.
Ecco perché una buona legge proporzionale - sia pure ispirata a quella tedesca - "veste bene" la nostra Italia. Quella dei "saggi" è un'altra cosa…
* La situazione attuale è un'altra conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, di quanto sia inefficace una consultazione referendaria quando la si voglia usare come clava.