Pubblicato su Politica Domani Num 53 - Dicembre 2005

Criminalità organizzata
L'episodio criminoso dei fratelli Menegazzo

 

A Roma ci si accorse che la malavita italiana e internazionale operante in Italia era cambiata la sera del 17 gennaio 1967.
Sono le otto di sera di una fredda e piovosa giornata, e i fratelli Gabriele e Silvano Menegazzo, stanno rientrando a casa dopo una giornata di lavoro. Sono rappresentanti di preziosi per alcune ditte di Valenza Po. Parcheggiata l'auto sotto casa, in via Gatteschi, al Nomentano, i due prendono dal bagagliaio due valigie con il campionario di gioielli. Non si avvedono di una Giulia ferma lì accanto, da cui velocemente scendono due uomini che li assalgono per rapinarli delle valigie; i due fratelli oppongono resistenza, ma i rapinatori agiscono lo stesso e, per evitare che il colpo fallisca, un terzo occupante della Giulia esce dall'auto e apre il fuoco. Un proiettile centra Silvano alla bocca, un altro Gabriele alla tempia. Il padre dei due gioiellieri ha solo il tempo di affacciarsi, allarmato dagli spari, e vedere i rapinatori in fuga e i corpi dei figli inermi a terra.
Quella notte segna il passaggio di un'epoca, l'episodio sanguinoso colpisce l'opinione pubblica (inizialmente verrà attribuito ai "milanesi", i malandrini romani non agiscono così). Il dado è tratto. L'era precedente dei criminali bonaccioni che campano di furtarelli, evitando accuratamente le pistole per evitare di trasformare una possibile condanna di mesi in anni e anni di galera, l'era degli "sgobbi", degli "sbrigamose" e delle truffe alla "soliti ignoti" è stata lavata via con sangue innocente. Gli assassini dei fratelli Menegazzo verranno catturati qualche tempo dopo e, secondo un'oscura trama del destino, uno di loro incrocerà sulla sua strada la Banda della Magliana.

[Fonte: "La Banda della Magliana" di Filippo Giannuzzi, www.fisicamente.net]

 

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