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Fra eros e agape
Dietrich Bonhoeffer è stato tra i primi a capire l'esigenza di una lettura del Cantico come amore umano del nostro secolo.
"Io vorrei leggere il Cantico dei Cantici come il cantico dell'amore terreno perché questa è la migliore interpretazione cristologica. [...] C'è in realtà il pericolo, in ogni forte amore erotico, di perdere la polifonia della vita. Dio e la sua eternità vogliono essere amati con tutto il cuore, ma senza che venga indebolito l'amore terreno. L'amore di Dio è come il cantus fermus. in rapporto al quale le altre voci della vita formino il contrappunto; l'amore terreno è uno di questi terreni contrappuntistici, del tutto autonomi e tuttavia correlati al canto fermo. [...] Nella Bibbia c'è il Cantico e non si può davvero pensare ad un amore più sensuale, più caldo, più ardente di quello che vi è narrato, dove il cantus fermus è chiaro e distinto. ed è importante che si trovi nella Bibbia a smentire tutti coloro che vedono il cristianesimo nella moderazione delle passioni (ma dov'è mai questa moderazione nell'Antico Testamento?). Quando il canto fermo è limpido e distinto, il contrappunto può dispiegarsi in tutta la possibile energia. Per usare le parole del Concilio di Calcedonia, essi sono "indivisi eppure distinti", come in Cristo la natura umana e la natura divina. [...] Credo che noi dobbiamo amare Dio e avere fede in lui in modo tale che quando arriva l'ora, la nostra ora, noi possiamo andare a lui con amore e fiducia, nello stesso modo."
POESIA Il corpo: scialuppa David Maria Turoldo
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Num 56 Marzo 2006 | politicadomani.it
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