Pubblicato su Politica Domani Num 6 - Giugno 2001
L'intervista
di Simona Ottaviani
Risponde il Sindaco dott. Bruno Cesaroni
(Versione Integrale)
1) Quella per la politica è
una passione recente o qualcosa che ha coltivato fin da giovane?
Per gli altri è stata una sorpresa perché
è esplosa inaspettatamente, personalmente l'avevo dentro al cervello
da quando facevo le scuole medie però era un sogno e basta. Durante
l'arco della vita ho cercato di fare quello che potevo fare senza essere
coinvolto nella politica attraverso il volontariato: ho fatto mostre
di pittura (ad esempio nel'80 qui al comune una mostra itinerante sulle
opere dell'antifascismo del pittore Remo Brindisi anticipando di cinque
anni il Presidente Pertini). La politica nel senso puro della parola
significa servizio, dedizione, dare agli altri, alla comunità
per cui uno può svolgere una missione simile a quella dell'amministratore,
del politico anche stando fuori, ai margini della politica. In 30 anni
ho organizzato per la cultura spettacoli concerti, ho partecipato all'azienda
autonoma soggiorno e turismo come consigliere creando insieme ad altri
la festa delle camelie, la festa del carciofo alla matticella per rilanciare
la città di Velletri, il turismo, i prodotti tipici di Velletri.
Nella sanità ho fatto convegni quando è nata la riforma
sanitaria nel 79 dove si diceva che alla base della riforma c'era la
prevenzione. Credo che il dovere di ognuno di noi (adulto, padre di
famiglia) che agisce come volontario o come amministratore ha un obiettivo
che è lo stesso: migliorare la qualità della vita a tutti
e di indicare la strada giusta. Io non potendolo fare politicamente
l' ho fatto attraverso il volontariato. Tra l'altro sono orgoglioso
di dire che la cooperativa sociale alfa che aiuta i disabili a reinserirsi
nel mondo del lavoro è stata creata insieme ad altri anche da
me. Quindi uno può fare quello che fanno i politici e gli amministratori
anche se non gli è permesso da chi comanda: tutto questo entusiasmo,
tutta questa passione - raccogliendo nella mia professione di farmacista
le istanze, le esigenze dei miei clienti mi hanno motivato nel momento
in cui ho preso questa decisione di farlo in forma ufficiale, di candidarmi.
Logicamente c'era dentro di me un germe, non è che uno si alza
la mattina e dice "Domani faccio il Sindaco". Posso dire che
l' ho fatto da una parte e non dall'altra, logicamente ognuno di noi
cresce in un ambiente e viene anche condizionato da quest'ambiente,
poi da adulto può riflettere se è giusto o sbagliato.
Uno può nascere di destra o di sinistra condizionato dalla famiglia,
dagli amici, dalla scuola, da eventi. Però poi io identifico
l'uomo politico al di là dell'appartenenza: ci sono persone per
bene e non dall'una e dall'altra parte e in una democrazia c'è
bisogno che ci siano dall'una e dall'altra parte per cui a volte addirittura
è più facile dialogare con una persona per bene che sta
all'opposizione che con un malfattore che sta dentro casa. Quello che
dovrebbe essere la missione di un uomo che vuole fare politica non per
semplice ambizione, per protagonismo o per arricchirsi perché
oggi purtroppo vediamo persone che fanno politica o per ambizione personale
o per interessi personali, per sistemarsi. Io sono un uomo fortunato
che ha un'attività, che ha una famiglia che gli permette di essere
disinteressato e di fare la politica per la città, per i miei
figli, per un domani migliore quindi queste sono le cose che diciamo
tutti (non c'è uno che dice il contrario) però poi i fatti
devono dimostrarlo. Io spero che nei miei 4 anni abbia dimostrato qualcosa:
lo dimostra il fatto che dopo 22 mesi dalla mia prima elezione sono
stato mandato a casa da 5 consiglieri del mio partito e che sono stato
ricandidato, ho rivinto prendendo 2.000 voti in più, voti che
mi sono stati dati dalla sinistra dove hanno votato a Sindaco Cesaroni
e a consigliere un Diessino o uno di Rifondazione Comunista: quindi
significa che c'era un voto sulla persona e non tanto sull'appartenenza
politica e la mia più grande soddisfazione è che una volta
rieletto per lo meno il 70% dei consiglieri comunali che avevo avuto
in consiglio sia di maggioranza sia di minoranza non sono stai rieletti.
Quindi vuol dire che la gente è stanca di farsi governare da
opportunisti della politica che hanno provato a puntare su una persona
perché non sapevano se io riuscivo a fare o non fare quello che
promettevo però evidentemente stanchi hanno provato. Non era
merito mio, era demerito di quelli che hanno governato prima. Alla mia
elezione non avevo precedenti, perché dovevano fare Sindaco me?
C'è da pensare che più che merito mio è stato demerito
degli altri che hanno governato per 50 anni, hanno lascito la città
elle condizioni in cui ce l'abbiamo e devo dire che dopo quattro anni
abbiamo realizzato un diario della mia amministrazione proprio per dire
alla gente che non vendiamo fumo ma abbiamo messo in un libro tutte
le realizzazioni che abbiamo fatto: le opere più importanti che
a Velletri aspettavano da 20-30 anni tipo il depuratore generale (abbiamo
fogne a cielo aperto, da tre anni abbiamo preso con coraggio una decisione:
abbiamo fatto espropri, abbiamo creato un depuratore di 20 miliardi
pagato solo con i soldi vostri, dei cittadini; non siamo più
però una città del terzo mondo. Oggi abbiamo un depuratore
che a giugno inaugureremo e risolverà in gran parte i problemi
dell'igiene e della sanità: non ci sono più fogne a cielo
aperto e ce ne saranno sempre di meno perché tutto sarà
convogliato presso il depuratore. C'erano le estumulazioni del cimitero:
abbiamo fatto una gara dove il privato che ha vinto investe 13 miliardi
e mezzo e rivende i loculi del cimitero e una volta che è rientrato
della spesa se ne va e lascia la gestione al Comune; per cui abbiamo
risparmiato l'anticipo di 13 miliardi e mezzo per fare altre opere.
Abbiamo restaurato il palazzo dei conservatori e sono sette miliardi
e mezzo di lavoro; abbiamo portato una piccolo università, abbiamo
portato la camera di commercio, abbiamo aperto il centro diurno per
disabili (prima andavano a Lanuvio), abbiamo dato al centro anziani
Bernabei a piazza Cairoli al ristorante Mastrostefano una sede dignitosa
mentre prima erano in un garage a Via Lanuvia, abbiamo fatto concorsi
interni per dare la giusta gratificazione al personale che da 20 anni
lavorava con il livello che era entrata e nessuno gli aveva fatto dei
concorsi interni perché espletavano mansioni superiori con loro
rischio con lo stipendio vecchio con cui erano entrati. Abbiamo cercato
di fare quello che erano le esigenze della gente. Siamo stati il primo
comune del Lazio ad assumere definitivamente i lavoratori socialmente
utili e attualmente i comuni che sono vicini a noi ancora non lo hanno
fatto. Forse abbiamo altri difetti gli altri faranno cose migliori in
un altro campo però abbiamo rivolto uno sguardo al campo del
lavoro che gli altri non hanno rivolto. Abbiamo riaperto la biblioteca
in Piazza Cairoli perché dobbiamo restaurare il palazzo e mi
dice mia figlia che è pieno di studenti mattina e sera e quindi
è una necessità che aveva la città e che fortunatamente
vede i suoi frutti con la presenza dei giovani, abbiamo finalmente fatto
partire quel progetto di completamento dell'area 167, sotto il tribunale,
dove ci andrà un cinema multisala e così i ragazzi non
andranno più fuori speriamo, ci andrà una farmacia, l'ufficio
postale, ci andrà un centro diurno per disabili, le scuole, l'asilo
nido, ci andrà l'università perché porteremo altri
corsi, ci sarà un ettaro di terreni intorno di verde, di giardino
attrezzato. Stiamo recuperando la fonte di Santa Maria dell'Orto con
i giardini, stiamo recuperando la Villa Ginnetti, stiamo rifacendo le
strade, tutta l'illuminazione di Velletri che ha vinto l'appalto l'Acea
adesso la rifarà tutta con i lampioni monumentali che abbiamo
messo sperimentalmente in Piazza Cairoli. Abbiamo dato lavoro ai disabili
e tossicodipendenti, ex-carcerati attraverso la cooperativa dei parcheggi
dimezzando il costo del ticket. Beh, io dico, c'è da essere orgogliosi
perché con 22 mesi e una fuori uscita non preventivata, sei mesi
di presenza di commissario prefettizio al Comune, abbiamo rifatto le
elezioni, a due anni dalla rielezione sono ripartite tutte queste opere
mi sento quasi montare la testa nel senso di dire "è possibile
che chi ha governato prima per 50 anni non ha avuto questa opportunità
per farla o non l' ha voluta fare?"perché credo che ci sia
anche da assumersi delle responsabilità. Io leggo sui giornali
battute che fanno male. Abbiamo ricostruito il ponte del fosso della
regina in tempo record perché abbiamo fatto un mese di ritardo
ma c'è stata l'acqua l'inverno che ci ha impedito di fare i lavori
però abbiamo fatti in tempi rapidissimi quel ponte credo dando
sicurezza e servizio alla città; affianco al ponte stiamo aprendo
una strada parallela alla Via Appia in maniera che non ci sia un ingorgo
al semaforo ma chi deve andare al sud della città può
deviare prima e esce fuori al campo sportivo. Ci sono tante e tante
cose che non le ricordo tutte. Le scuole che abbiamo restaurato, adesso
partono i lavori tra liceo Landi e Vallauri per un istituto turistico-alberghiero.
Penso che i cittadini non hanno mai visto tante cose in tempi così
ristretti per cui io dico che c'è una gratificazione enorme e
finalmente cominciamo anche a sentire le persone che ci sono state sempre
politicamente lontane a dire "Beh, cominciamo a vedere dei risultati"
se ci viene riconosciuto dagli avversari politici vuol dire qualcosa.
Non ultima la mostra che abbiamo fatto qui della Collezione Borgia.
Un'altra cosa voglio dire che mi sta particolarmente a cuore: noi abbiamo
circa 70 associazioni tra culturali e sportive. Vengono tutte a battere
cassa, vogliono soldi, vogliono sedi, vogliono che uno appoggi le loro
manifestazioni. Hanno un grado di immaturità paurosa, faccio
un esempio: ci sono due cori a Velletri, se un coro fa un'esibizione
l'altro non ci va; io porto l'Accademia di Santa Cecilia a Velletri
gratis abbiamo le scuole di musica non ci viene nessuno.. sto cercando
di offendere le persone per provocarle per dirgli: "Ma la volete
la cultura o non la volete?" è inutile che io spendo i vostri
soldi, che sono dei cittadini, per delle manifestazioni che costano
e poi la presenza è minima; allora costa meno dare 100.000 lire
a ognuno di quelli che viene, vanno al Santa Cecilia a Roma io risparmi
e loro hanno un'acustica, un qualche cosa di migliore. Allora ho capito
che gli adulti per lo meno non sono interessati alla cultura, che c'è
bisogno da lavorare sui giovani e quindi ho cominciato, per quello che
è possibile a mandare nelle scuole, a investire nelle scuole
in conferenze, teatro, convegni, musica. Ci sono delle forme di aiuto
per i giovani per le scuole ma non più per gli adulti e per i
cittadini di Velletri perché se non lo vogliono perché
devo spendere i soldi per sprecarli? Ecco il messaggio che mando sempre:
ci sono 70 associazioni, se solo a rotazione quando c'è una manifestazione
c'è una presenza di due persone per associazione noi già
abbiamo due persone per associazione che sono un minimo di pubblico
decente per fare uno spettacolo per qualche cosa. È avvilente
investire i soldi e anche per chi lavora vedere una platea vuota. Io
vorrei che si insistesse soprattutto su questo concetto, se gli adulti
non lo capiscono pazienza, però è giusto che l'amministrazione
lavori nelle scuole e per i giovani con la speranza di far partire i
lavori il prossimo anno per il recupero dell'ex-mattatoio dove sarà
uno spazio solo per i giovani, per il tempo libero, per un pub a prezzi
calmierati in maniera che sia anche per i ragazzi che non possono economicamente
e che ci siano gli spazi per chi vuole suonare, recitare, fare mostre,
fare feste: noi parliamo di centro anziani, giustamente di centri per
i disabili e per i giovani no, allora siccome conosco i problemi dato
che ho i figli giovani e invece di vederli ammassati tutti a Piazza
Cairoli come animali così che è avvilente - la colpa è
la nostra, non è di nessun altro - penso che con la realizzazione
del cinema multisala giù sotto il tribunale, con il recupero
del teatro Artemisio che lo dovremmo fare cominciando a fine anno e
con il prossimo anno questo recupero del mattatoio comunale per i giovani
avremo entro un paio d'anni anche per i giovani degli spazi
2) Che cosa l' ha spinta ad entrare in politica?
L'amore per la città, credo che si può
definire così perché io ho lasciato da quattro anni,si
fa per dire, la famiglia, la farmacia dove non ci entro da quattro anni
e lavoro dalla mattina alla sera dentro il Comune deve rappresento l'amministrazione
di giorno, di notte, giorni feriali e giorni festivi. Credo che se sommiamo
le ore di lavoro alla fine io non ho governato per quattro anni ma otto
rispetto a quello che facevano gli amministratori prima.
Stiamo facendo il piano parcheggi e quindi dovremmo risolvere il problema
della chiusura del centro storico, speriamo di partire entro la fine
dell'anno però entro i tre anni di mandato che mi sono rimasti
io sono convinto di dare alla città i parcheggi e il restauro
della Piazza Cairoli e della piazza Garibaldi che è stata data
all'ordine degli architetti di Roma con un concorso nazionale. Stiamo
facendo Piazza Mazzini, e "de più n'sò bòno!"
3) Se è entrato in politica da giovane:
l'esperienza politica successiva in che modo è diversa rispetto
alle sue aspettative da giovane?
Non
potevo pensare che arrivavo io e cambiavo il mondo, parliamo di onestà,
moralità, capacita, professionalità. È logico che
è un lavoro che bisogna fare gradualmente, non ci sono rivoluzioni
in questo campo dove da oggi a domani cambiando chi comanda cambia tutto
però il buongiorno si vede dal mattino. Se c'è un piccolo
miglioramento vuol dire che stiamo sulla strada giusta. È certo
che sono deluso e avvilito perché ho trovato un'amministrazione
a brandelli: il personale (un organico al 50%, significa che questi
lavorano il doppio di quello che dovrebbero lavorare e lavoravano anche,
secondo me, perché non avevano mai avuto riconoscimento del lavoro
che svolgevano - non gli hanno fatto mai concorsi interni per farli
salire di livello. Oggi noi abbiamo fatto questo hanno un livello superiore,
sono gratificati professionalmente ma anche economicamente perché
quando andranno in pensione prenderanno una pensione migliore). L'avvilimento
sta nella situazione in cui tutte le amministrazioni si trovano in questo
stato ed è impossibile produrre lavoro e qualità se manca
la metà del personale che lavora in cattive condizioni.
4) In quanto sindaco, come concilia il suo essere
"sindaco di tutti" e "appartenente ad una parte politica"
(quindi attaccato dagli avversari sia in consiglio comunale che sulla
stampa)?
Ho la presunzione
di fregarmene di tutti quanti nel senso che se uno crede in qualche
cosa ente i consigli però poi decide con il proprio cervello
perché quando andrò via, e presto andrò via perché
è un passaggio che nel tempo è molto breve, l a gente
voglio che mi ricordi per la mia persona, per quello che il mio cervello
e la mia volontà hanno voluto realizzare, non per i condizionamenti
degli altri dove diranno "Sì, era una brava persona però
non ha potuto fare perché era condizionato". Io sono stato
mandato a casa la prima volta proprio per questo, perché no ho
accettato ricatti da nessuno e quindi mi ritengo un uomo libero e le
cose giuste o sbagliate fanno capo a me, non ad altri. Quindi le critiche
devono venire da tutte le parti, poi sta alla persona recepire quelle
costruttive e quelle valide. Continuamente vedo, sento però se
lei legge la stampa mi pare che in quattro anni avrò risposto
una volta o due agli attacchi dei giornali, non scendo nella polemica,
non mi abbasso a quello che vorrebbe la stampa; io rispondo con i fatti,
lavoro.
5) Quali
sono i progetti che è riuscito a completare da quando è
sindaco?
6) Quali sono i progetti che non è riuscito a completare e che
comunque sono in programma per il futuro?
Noi abbiamo fatto l'annuario statistico 2000: è
la prima volta che nella nostra città si fa e qui c'è
praticamente la situazione, una fotografia di quello che c'è
a Velletri. Che cosa significa: è un atto di coraggio perché
se noi promettiamo delle cose e poi non le manteniamo, da qui facendo
la sovrapposizione quello che c'era e quello che ci sarà domani
si vede al differenza se è migliorato nella qualità, nei
servizi, nelle strade, nei parcheggi quindi qui dentro c'è tutta
la vita della città, è il diario dell'amministrazione
comunale quello che abbiamo fatto, stiamo facendo e quello che è
in programma imminente
7) Quali
sono, secondo lei, le potenzialità nascoste o non-sfruttate di
Velletri per le quali sarebbe necessario concordare con le istituzioni
e la società civile progetti a lunga scadenza?
Io sono convinto
da sempre che non possiamo snaturare quelle che sono le caratteristiche
o i doni che il Padre Eterno ci ha dato in questa città, non
può diventare una città industriale. Noi abbiamo una storia
alle spalle - tant'è che abbiamo riscoperto Ottaviano Augusto,
abbiamo fatto un convegno con nove professori universitari e abbiamo
fatto una statua per ricordare Ottaviano Augusto e lo stesso con il
cardinale Borgia. Che cosa significa, significa che noi dobbiamo sfruttare
quello che una città che ha la fortuna di essere vicina a Roma,
tra le tre province (Roma, Latina, Frosinone) dove c'è una potenziale
utenza di gente che può venire a visitare il nostro Comune, il
nostro territorio per la bellezza dell'ambiente - abbiamo 2.000 ettari
di bosco nel parco dei Castelli Romani -, abbiamo un clima eccezionale,
abbiamo una campagna che ci dà dei prodotti dall'olio, al vino,
ai carciofi, a tutto quello che ancora abbiamo in più rispetto
agli altri (noi possiamo ancora trovare il pollo ruspante, possiamo
ancora trovare tanta cose e che vive in città grandi come Roma
non le ha). Quindi lanciare la nostra città per la ristorazione,
per la gastronomia; io sono l'unico Sindaco sommelier d'Italia, sono
accademico della Cucina Italiana, ho fatto tre anni di corso per Cordon
Bleu per la cucina; ho portato un convegno internazionale dell'Accademia
della Cucina a Velletri a parlare del carciofo, l'unica strada al mondo
intitolata all'Accademia Italiana della Cucina è a Velletri:
tutti hanno sorriso però significa che siccome l'Accademia Italiana
della Cucina è un'Istituzione a livello mondiale dove ha una
distribuzione di notiziari di opuscoli, in tutto il mondo oggi sanno
che c'è una sola strada a Velletri che è Via Accademia
Italiana della Cucina (la vecchia Via Clemente Cardinali vicino alla
scuola C. Cardinali N.d.R.). perché c'è una volontà
per rilanciare l'economia di Velletri attraverso i prodotti ortofrutticoli,
della terra, attraverso la cucina, la gastronomia che Benito sta facendo
ottimamente attraverso anche la televisione, che fece precedentemente
Ugo Tognazzi parlando di Velletri e della cucina di Velletri; perché
no, far venire la gente offrendogli il Museo Comunale, il Museo Diocesano,
12 mesi di manifestazioni (perché noi tra Carnevale, Festa dell'uva,
Festa del Carciofo, Festa delle Camelie, concerti, cinema in piazza):;
siamo una città viva che offre agli altri. Allora se uno vuole
evadere dalla routine di tutti i giorni, vuole fare la "gita fuori
porta" da Roma, Latina, Frosinone ma anche dai paesi limitrofi.
Abbiamo fortunatamente dopo tanti anni di progettazione finalmente la
realizzazione di questo progetto che avverrà sicuramente perché
ci sono i soldi stanziati dalla Camera di Commercio, dalla Regione e
dalla Provincia per la "Strada dei Vini", la strada che parte
da Roma e arriva nei Castelli Romani e arriva a Velletri - l'itinerario
delle "Strada dei Vini" non è altro che un escamotage
per indirizzare il turismo nei nostri comuni, è logico che non
verranno solamente a ubriacarsi o a gustare il vino a Velletri, verranno
ad approfittare di tutto quello che la città può offrire,
ad acquistare prodotti, vedere i musei, girare nei ristoranti, fare
acquisti, passare una giornata nel verde perché abbiamo 2.000
ettari e stiamo valorizzando il Monte Artemisio. Nessuno ha preso sul
serio la nostra attività di recupero del Monte Artemisio: stiamo
pulendo il Monte Artemisio, ricostruendo i fossi, le strade tagliafuoco,
abbiamo fatto un anfiteatro in legno per 220 posti davanti al rifugio
forestale dove abbiamo fatto la colonia per i ragazzi indigenti con
la Croce Rossa Italiana, ci abbiamo portato gli anziani, abbiamo fatto
le gare di Mountain Bike regionali e abbiamo fatto concerti, ci abbiamo
fatto la Messa con il Vescovo. Quello che m,anca secondo me è
la partecipazione della gente perché uno può fare anche
le cose fatte bene, poi non partecipano e c'è l'avvilimento.
Non so, noi abbiamo inventato questo "Palio dei Comuni dei Volsci"
(Cori, Priverno, Carpineto e Velletri) si fa un anno per comune, i comuni
più piccoli lo realizzano meglio c'è più partecipazione,
più numero di gente; lo facciamo noi a Velletri siamo invasi
dagli abitanti di Cori, Priverno, Carpineto e i nostri non ci vengono.
Che cosa deve fare un amministratore? Io non me lo chiedo più,
non me lo spiego più. Questo che cosa significa? Significa uscire
dalla città, provincializzarsi, cominciare a ragionare in termini
non campanilistici ma collaborare con i comuni limitrofi, fare consorzi
dei comuni per portare la gente, creare economia, creare sviluppo però
poi ci facciamo superare da comuni più piccoli di Velletri perché
non è sufficiente che il comune faccia: qui la gente si piange
tutta addosso, i commercianti di Velletri si piangono addosso e dicono
che chiudono. È giusto devono chiudere perché non sono
capaci: perché a Genzano, a Colleferro, Cisterna lavorano e perché
i miei familiari vanno a fare spesa a Genzano? Hanno maggiore assortimento,
i prezzi sono più bassi e sono educati i commercianti; qua a
Velletri pare chi ti stanno facendo un favore, gli porti i soldi e sono
maleducati, non generalizzo però la maggior parte delle attività
commerciali sono così, se uno si trova bene, perché deve
andare fuori? Quando io vedo una persona, che è un mio cliente,
che esce da un'altra farmacia mi faccio subito l'esame di coscienza:
ho sbagliato, l' ho trattato male, altrimenti non ci sarebbe andato
lì. Lo stesso dovrebbe dire il commerciante, facciamoci un esame
di coscienza: ma se uno va a spendere fuori o è scemo, e allora
non si discute, ma tutti scemi sono? I commercianti di Velletri o si
mettono in testa di cambiare oppure chiuderanno tutti quanti, non è
possibile. Io lo dico e l' ho detto in campagna elettorale in maniera
provocatoria - almeno mi crederanno! - perché dicendo queste
cose, accusando i commercianti non gli sto chiedendo il voto, è
ora che però si "scuolano" un pochino, che escano fuori,
vadano a vedere quello che succede qui intorno: perché gli altri
lavorano?
8) in che modo l'amministrazione di Velletri
intende creare spazi adeguati e occasioni oltre che sostegno ad iniziative
particolari che hanno come protagonisti i giovani? (Al di fuori delle
scuole per valorizzare la capacità dei giovani di fare le cose
da soli)
Noi abbiamo
uno sportello qui una volta a settimana, il giovedì, una volta
a Velletri, una volta a Lariano e una volta ad Artena dove l'utenza
di Velletri può andare a Lariano e Artena e viceversa e questo
sportello del giovedì pomeriggio è uno sportello per l'impresa,
per l'imprenditoria, per i giovani, per lo sviluppo, per i finanziamenti,
per la Regione, per la Comunità Europea. Quando uno ha delle
idee, delle iniziative si rivolge a questo sportello e c'è qualcuno
specializzato che gli dice "c'è questo e questo" oppure
"ritorna la prossima settimana che ti porto il materiale per fare
le richieste, le domande, per sapere quello che c'è"; questo
dal punto di vista dell'aiuto che possiamo dare. Abbiamo sponsorizzato
in alcune scuole dei progetti che servivano per far fare ai giovani
impresa e hanno creato dei loro progetti e stiamo riaprendo un pochino
anche gli spazi per i giovani perché portando la cultura, portando
tutto ai giovani li stimoliamo a crescere e a conoscere e a prendere
iniziative. I contatti che hanno attraversi i gemellaggi sono momenti
di confronto, recentemente il liceo Landi ha avuto gli spagnoli mi pare;
questi scambi dove il Comune partecipa in parte ma partecipa, servono
ad aprire la mete ai giovani, a farli uscire fuori dal paese. Oggi non
è più pensabile che ci sia solo quello che emigra e va
da Palermo a Milano, da Roma a Milano; ma oggi c'è bisogno dell'italiano
che va a Buxelles, che va a Madrid, che va in giro per l'Europa; c'è
un interscambio dove bisogna conoscere il mercato, le richieste di mercato.
Abbiamo visto l'America che parte sempre 20-30 anni prima di noi che
ha nel lavoro la mobilità e non si scandalizza più nessuno
se uno fa un'attività in una città per cinque anni e poi
lo spostano, poi trova convenienza a cambiare un altro lavoro e va da
un'altra parte. Credo che bisogna educare i giovani a questa mobilità
del lavoro perché noi non siamo pronti, non siamo preparati,
non siamo organizzati; uno che deve spostare casa, i figli che vanno
a scuola; uno po' questo lo hanno fatto sempre i militari perché
sono costretti dai regolamenti a spostarsi periodicamente, quindi hanno
sofferto loro, hanno fatto l'esperienza loro però purtroppo se
non c'è lavoro bisogna andare dove il lavoro c'è. Partivano
gli emigranti, andavano in America oggi vengono qui gli Albanesi da
noi: è una realtà, non possiamo disconoscerla per cui
dobbiamo adeguarci ai tempi, a quello che l'economia di oggi ci richiede
quindi anche se è sacrificio bisogna accettarlo.
9) Le ultime elezioni hanno accordato una grossa
fiducia al centro-destra che significa anche grande responsabilità.
Secondo lei quali sono i tre impegni più importanti e più
pressanti a cui il governo dovrebbe far fronte?
Io ritengo
che la prima cosa sia la riforma delle pensioni che nessun governo per
paura di perdere elettori e consensi ha avuto il coraggio di fare, noi
sappiamo benissimo che se non poniamo mano alla riforma delle pensioni
fra qualche anno non ci saranno più le pensioni: dei due mali
è meglio preferire il minore. Quindi un governo forte che ha
cinque anni a disposizione si può e si deve permettere il lusso
di mantenere gli impegni e fare la riforma delle pensioni anche se verrà
criticata, bisogna farla altrimenti non ce l'avremo più, mi auguro
che non si faccia come opposizione quello che si è fatto con
il primo "Governo Berlusconi": la mobilitazione delle piazze,
gli scioperi dei lavoratori, i ferrotranvieri, i netturbini,le città
piene di immondizie, il traffico paralizzato, non c'era più combustibile
perché i trasportatori scioperavano; allora se vogliamo fare
la politica così è una forma di suicidio, credo che ci
vuole responsabilità da parte di tutte e due le parti, chi governa
e che fa opposizione: non si può fare politica paralizzando la
città e creare difficoltà politica a chi governa. Quindi
io credo che la riforma delle pensioni sia la più grande delle
riforme; speriamo che blocchino la riforma delle scuola - io mi sono
trovato a Roma dove per prima volta nella storia ho visto 500.000 professori
che protestavano con i sindacati CGIL, CISL, UIL, con le bandiere rosse
contro un governo di sinistra rosso pure lui. Se siamo arrivati a questo
punto che gli stessi insegnanti non accettano la riforma della, scuola,
non accettano gli stipendi che hanno da parte dello Stato credo che
allora lì bisogna intervenire, c'è qualcosa che non va.
Come pure per la sanità: deridono la regione Lombardia perché
il cittadino può andare nella stessa maniera nella sanità
pubblica e privata: io credo che sia un diritto di scegliere, io pago
le tasse e poi non vado dove dici tu, vado dove ho fiducia di andare.
Cominciamo a dare la possibilità a chi non vuole essere indottrinato
di scegliere liberamente la cultura che vuole e la sanità che
vuole. Credo che l'onestà sta nel riconoscete tutte e due le
cose e dare l'opportunità ai cittadini che pagano le tasse di
scegliere la scuola privata o pubblica, la sanità privata o pubblica:
questo è un segno di democrazia, di civiltà, non obbligarmi
a fare quello che lo Stato ha deciso per me. Questo io non lo condivido
e questo è quello che deve fare a mio giudizio il Governo Berlusconi
come prima cosa, ridare la democrazia ai cittadini la libertà
di scegliere e di fare nelle regole le scelte che vogliono fare.
10) Una coalizione di partiti non è mai
omogenea, si creano contrasti che anche lei ha vissuto come sua esperienza
personale, superando questo problema in modo brillante. Che atteggiamento
crede sia necessario da parte del capo di una coalizione affinché
vengano superati contrasti e divergenze?
Non c'è
una ricetta per superare certi problemi perché per alcuni ci
vuole un metodo e per altri ce ne vuole un altro; dipende dall'onesta
e dall'intelligenza dell'interlocutore, questo caso del partito e degli
uomini che rappresentanti il partito, una ricetta non c'è. Certo
è che ci vuole il polso fermo, parliamo sempre di democrazia
e di apertura, in certi casi non è applicabile. O uno impone
con forza, ma d'altra parte sono poteri che la legge dà al sindaco,
quindi il Sindaco può imporsi ma non vorrebbe mai il Sindaco
imporsi, vorrebbe fare tutto di comune accordo, con il dialogo, con
la partecipazione e la collaborazione dei partiti e dei consiglieri
comunali; quando questo non avviene purtroppo bisogna prendere delle
decisioni ferree e "prendere o lasciare" come mi è
successo già una volta - speriamo che non ricapiti. Però
mentre prima non avevo esperienza ed ero molto buono, molto aperto alla
discussione, adesso lo sono molto di meno, adesso vado avanti più
con la mia testa che con quella degli altri, sento tutti, perché
è giusto che sento tutti, dopo che ci siamo confrontati vado
per la mia strada anche se qualcuno non la pensa nelle stessa maniera.
Però devo dire che abbiamo stabilito un sistema veramente democratico
nel senso che siamo 18 consiglieri più il Sindaco e qualsiasi
problema lo mettiamo ai voti e poi vince una maggioranza; chi perde
si adegua alla maggioranza. Per cui mentre prima c'era la possibilità
di lacerare, di lagnare all'interno, adesso c'è una regola: chiunque
si rimette alla volontà della maggioranza. È impossibile
che ci sia omogeneità, credo che per vivere ci vogliono delle
regole, se uno sa darsi delle regole prima che vengono accettate da
tutti, nel momento che si pone il problema si mette ai voti e c'è
comunque una maggioranza e gli altri devono soggiacere alla volontà
della maggioranza, altrimenti non sarebbe democrazia.
11) Personalmente come giudica questo nostro
(di noi giovani) tentativo di pubblicazione sul territorio di un foglio
autonomo, sia politicamente che economicamente, che vuole sollevare
nella città un dibattito sociale e politico?
Visto con l'esperienza posso prendervi come matti,
perché uno che vuole realizzare una cosa del genere siamo portati
a dire "è un'utopia". È una speranza è
un ottimismo che fa ben sperare, dicevo prima che io ho perso la speranza
con gli adulti e il futuro sta solo nei giovani. Quando mi capita di
parlare con i giovani anche in pubblico, e l' ho fatto anche davanti
ai miei figli, li stimolo a non fare come facevo io nel senso che studiavo
poco e poi per poter raggiungere risultati mi sono dovuto sacrificare
recuperando dopo e sicuramente non ottenendo quei risultati che avrei
potuto ottenere se avessi fatto il mio dovere nel periodo scolastico,
questo come preparazione perché oggi c'è una selezione
naturale dove ci sono, rispetto a ieri, moltissime persona di più
che studiano e quindi se non sei più che preparato posto non
lo trovi, a prescindere dalla fortuna e dalle raccomandazioni, però
se uno vale vale, prima o poi sfonda. Quindi i ragazzi non possono pensare
di arrivare a prendere un diploma, una laurea rubacchiata perché
poi fanno un concorso rimangono sempre indietro. Questo confronto dovrebbe
portare i giovani a partecipare, a lavorare, a creare da subito qualche
cosa. Io devo dire che quando eravamo giovani noi eravamo costretti
dalla necessità perché uscivamo da una guerra, eravamo
poveri tutti quanti e per poter fare qualcosa la dovevamo creare, la
dovevamo inventare: noi abbiamo creato 40 anni fa i primi pullman della
scuola per andare a teatro a Roma e li abbiamo organizzati noi, facevamo
le gite per andare a sciare e ci usciva dall'organizzazione il pranza
e il viaggio gratis per gli organizzatori, facevamo le sfide tra istituti.
I giovani di oggi hanno di tutto, hanno abbigliamento, hanno vestiti,
io continuo a vestire come 50 anni fa, un paio di mocassini, jeans,
una maglietta e un giubbetto. Ormai è come quello che portava
il montgomery con lo zainetto: ognuno di noi ha dentro un DNA, una cultura
però non eravamo persone che andavano a chiedere alla famiglia
più di tanto, cercavamo di crearlo noi, non ci stavano le discoteche
come oggi, facevamo le feste una volta a casa di uno, una volta a casa
di un altro. Oggi ballano in gruppo, ballano con uno che sta dall'altra
parte e non sai nemmeno che stai ballando con quell'altro. Ieri c'era,
credo e mi fa piacere che i miei figli lo hanno riscoperto le musiche
degli anni '60, certe cose degli anni '60, mi fa piacere che le copiano.
Facevamo la festa a casa, spegnevamo la luce ma facciamo quello che
una persona di quell'età, un adolescente, deve fare, è
naturale, guai se non fosse così. Adesso invece sentiamo i ragazzi,
il linguaggio delle ragazze è osceno, volgare veramente il turpiloquio
fa vomitare, io sento per strada, in piazza, sulle circolari come parlano,
come si atteggiano le ragazzine di oggi è una cosa veramente
vergognosa; gli uomini, i ragazzi, che hanno paura di questa mascolinità
delle donne, bisogna che ognuno riprenda un po' i propri ruoli, la donne
deve essere donna, deve essere rispettata ma deve avere quel ruolo.
Il ragazzo oggi riceve la dichiarazione dalla donna, non è più
lui che la fa, mi pare si stanno capovolgendo le situazioni. Gli uomini
sono veramente impauriti e credo che c'è proprio una impotenza
da parte dell'uomo dovuta da un fattore psicologico, la paura della
donna: "riuscirò ad essere all'altezza?", "chissà
che s'aspetta"; io credo che veramente ritorniamo un po' all'antico,
facciamo sì che gli uomini corteggiano le donne, quegli atti
di romanticismo che sembrano oggi superati e tanto derisi io credo invece
sono atti di amore e di dolcezza che fanno sempre piacere comunque.
Invece vedi i ragazzi oggi che s'atteggiano a gradassi, a spacconi.
Non tutto quello che è passato è negativo. Io dico che
ci sono tantissime cose, i valori sono eterni, i valori, come dicono
i comandamenti, rubare, ammazzare e così il rispetto delle regole,
il rispetto degli altri va scomparendo. Io credo che c'è bisogno
di lavorare molto nelle scuole soprattutto sui giovani perché
la mia esperienza è quella che siamo partiti nel '68 per contestare;
poi invece di creare dei progetti abbiamo solo contestato, abbiamo sfasciato
ma non abbiamo costruito niente, siamo rimasti ancora al '68 senza un
progetto realizzato. Credo che dobbiamo riprendere in mano tutto e,
specialmente i giovani che hanno nuove energie, che hanno il dovere
di farlo perché non lo abbiamo saputo fare noi, di farlo al posto
nostro. Noi abbiamo sfasciato adesso i giovani devono ricostruire.