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Pubblicato su politicadomani Num 63 - Novembre 2006
Costruire un mondo senza povertà
La Grameen Bank:
un modello da esportazione
"I banchieri continuano a ripetermi che la garanzia è indispensabile. In realtà la garanzia non serve affatto a tutelare gli interessi della banca, serve a tenere lontana la povera gente". (Muhammad Yunus) di E. D. È il 1977 e la Grameen Bank, l'Agenzia rurale fondata da Yunus con l'obiettivo di scardinare le strutture che permettono il perpetuarsi della povertà in Bangladesh, ha davanti a sé un compito difficile: combattere la paura e la diffidenza che i poveri provano per tutti i tipi di "aiuti sociali". L'ostacolo è comunque superabile grazie alle strategie interne alla istituzione di credito, fondate sull'approccio di empatia umanitaria, voluto da Yunus come fondamento del suo progetto. I collaboratori di Yunus, molti dei quali suoi studenti, non focalizzandosi sul prodotto (il credito), ma sull'utente, impararono a guardare i clienti nella loro realtà di esseri umani. Impararono così a farsi accettare. E in questo incontro fra "clienti" e "operatori finanziari" tutti scoprirono un mondo di solidarietà e partecipazione.
I clienti della Grameen, la nuova banca, non tardarono ad arrivare. Mentre in un sistema bancario tradizionale vige la diffidenza reciproca, nella Grameen Bank la parola "credito" significa propriamente fiducia. Fiducia che viene riposta principalmente verso il più povero dei poveri che diventa il cliente privilegiato.
"Relativamente parlando, la fame e la povertà riguardano più le donne che gli uomini. Se in una famiglia qualcuno deve soffrire la fame, sarà sicuramente la donna. Ed è sempre la donna, in quanto madre, che vive la traumatica esperienza di non essere in grado di sfamare i bambini con il proprio latte in tempi di penuria e di carestia. Essere poveri in Bangladesh è una dura esperienza per tutti, e lo è per la donna in misura ancora maggiore: avendo un'occasione per uscire dalla propria condizione, la donna sarà quella che lotterà con più forza". Emarginate sul piano lavorativo, svantaggiate sul piano sociale ed economico, le donne costituiscono la maggioranza dei poveri. Tuttavia, per il loro legame con i figli, esse rappresentano in concreto il futuro di ogni paese. In una lotta dove i poveri si fanno la guerra l'un l'altro contendendosi polveri di potere, la donna, con la sua responsabilità nei confronti dei figli sarà pertanto la più ansiosa di costruirsi una sicurezza, soprattutto economica. Si presterà così ad ogni forma di esperimento che offra una sia pure minima possibilità di riscatto. Una disponibilità che suona quasi come una rivoluzione sociale.
Ecco che i primi prestiti, piccolissimi crediti dell'ordine dei 50 dollari, vengono erogati proprio alle donne, le quali, una volta riconquistata, spesso per la prima volta, una posizione dignitosa all'interno della loro comunità non tarderanno a partecipare anche in funzione di collaboratrici della Grameen.
La politica commerciale della Grameen si basa su canoni che sono l'esatto contrario di quelli delle banche tradizionali. Per conquistare la fiducia del cliente ed aiutarlo a credere nelle proprie possibilità di recupero, sono i collaboratori della banca che si rivolgono direttamente all'utente. Una qualsiasi banca commerciale si accerta all'inizio della pratica se il prestito è coperto da una garanzia. Poi dimentica completamente il suo cliente. Tornerà a ricordarsene solo nel caso in cui il debito non venga rimborsato. Grameen, invece, verifica continuamente lo stato di salute finanziaria dei clienti con incontri domiciliari, settimanali o mensili, accertandosi, che siano in grado di pagare e che tutta la famiglia abbia benefici dall'investimento reso possibile dal credito che è stato concesso.
I microcrediti erogati dalla Grameen - ed ora anche da grandi istituti finanziari che si sono accorti dei vantaggi non solo di immagine di questo modo di fare finanza - servono a finanziare piccoli progetti di lavoro per ogni singolo povero che li richieda, come la fabbricazione di oggetti per poi rivenderli, l'acquisto di una mucca da latte o di qualche animale da cortile e per iniziare un piccolo allevamento. Tra gli scopi principali di Grameen, oltre a favorire il cambiamento economico dei più poveri, vi è anche l'obiettivo di realizzare miglioramenti sociali all'interno del paese.
Ancora oggi Grameen lavora con lo stesso obbiettivo: porre fine alla povertà, condizione che mortifica l'uomo nella sua essenza più profonda e gli toglie dignità.
Chiamato ad esporre la sua teoria e il suo metodo di lavoro, nella sala conferenze della Banca Mondiale il messaggio di Yunus è sempre lo stesso "la povertà può essere eliminata qui e ora, è solo questione di mettere in campo la volontà politica necessaria.
Dobbiamo affermarlo con forza e compiere un poderoso atto di immaginazione, perché potremo costruire un mondo senza povertà soltanto se saremo capaci di concepirlo".
Molti sono stati i Paesi che in qualche modo hanno aiutato la Grameen Bank. La Norvegia, patria del comitato per l'assegnazione dei premi Nobel per la Pace, con 400 milioni di corone in dieci anni è stata la prima nazione a credere nel progetto di Yunus. È stata proprio la Norvegia a dare un grande supporto finanziario al brillante e caparbio economista perché il suo progetto potesse cominciare a muoversi, finché la Grameen non è riuscita a camminare con le proprie gambe. Nel Mondo
Alla fine degli anni '90 erano circa 58 i paesi con programmi di credito ispirati al modello Grameen.
In Africa: Burkina Faso, Ciad, Egitto, Etiopia, Ghana, Kenia, Lesotho, Malawi, Mali, Marocco, Mauritania, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Somalia, Sudafrica, Sudan, Tanzania, Togo, Uganda, Zanzibar, Zinbawe.
In Asia: Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, Fiji, Filippine, India, Indonesia, Kirgizistan, Libano, Malesia, Nepal, Pakistan, Sri Lanka, Vietnam.
In Australasia: Papua-Nuova Guinea.
In Europa: Albania, Francia, Norvegia, Olanda.
In America: Argentina, Bolivia, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Ecuador, El Salvador, Giamaica, Guatemala, Guyana, Messico, Perù, Repubblica Domenicana, Stati Uniti.
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