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Pubblicato su politicadomani Num 64 - Dicembre 2006
La nuova camorra
Il caso Saviano
"L'errore più grave che si fa quando si osserva il fenomeno camorra è quello di considerarlo un fenomeno criminale quando invece è un fenomeno di potere, dove l'aspetto criminale è solo uno degli aspetti" (R.S.) di Elio De Luca Una cosa è la camorra, un'altra è il tabaccaio che reagisce alla rapina, un'altra cosa è il ragazzino che per gelosia ammazza il rivale. Non sono la stessa cosa, non è tutto "mafia". Chi lo pensa commette un grave errore di valutazione, tutto a favore di una copertura di tipo mediatico della vera criminalità organizzata.
Roberto Saviano ha scritto un libro, "Gomorra", che parla chiaramente di come la Camorra e generalmente le organizzazioni criminali si siano trasformate negli ultimi anni in lobby imprenditoriali dal retrogusto internazionale. Ma soprattutto di come la mafia sia ormai solo un aspetto di una realtà sociale in cui appunto il tabaccaio che uccide, il rivale in amore che uccide, e la criminalità organizzata sono i colori e le forme di una quadro che ha una sola cornice: la totale decadenza della nostra civiltà. Una mancanza di cultura e di valori che P.P. Pasolini, con toni di chiaroveggenza, chiamava Mutazione Antropologica.
Saviano oltre che sulla scia degli Scritti Corsari, e dell'eroica memoria di Falcone e Borsellino, ha per la prima volta dopo tanti anni fatto il punto della situazione: le mafie stanno vincendo, si, ma come? In che modo si sono evolute?
Semplice, la criminalità, come l'imprenditoria, si è internazionalizzata, è diventata una proiezione su scala mondiale della criminalità nazionale e locale.
Ancora droga, ancora prostituzione, ancora casinò? Si ma non solo. E qui il legame fra mafia e imprenditoria diventa inquietante: vestiti di marca, prodotti della tecnologia moderna, case, barche, cellulari. Ogni tipo di industria, tutto il panorama del business internazionale e della new-economy sembrano intrisi di criminalità organizzata tanto da indurci a chiedere, provocatoriamente: chi ha voluto la globalizzazione, e soprattutto questa globalizzazione, questo tipo di sviluppo mondiale?
Se dietro tutto ciò c'è la criminalità organizzata, con quali poteri sono collusi i criminali? Chi sono gli intoccabili ai vertici della società che spesso si servono di questi criminali? La mafia come esercito della nuova ondata di capitalismo internazionale? Ce ne sarebbe da far rizzare i baffi a Karl Marx: Cosa Nostra, Sacra Corona Unita, Ndrangheta, Camorra, tutte mafie da esportazione.
Per non parlare, rimanendo a casa nostra, degli appalti pubblici, della occupazione nel meridione, stretto in una morsa asfissiante da cui non riesce a liberarsi, del racket, di tutta la criminalità storica che usa ancora le pistole alla bocca e tutte quelle forme di intimidazione che non lasciano vivere una vita. Nascere a Secondigliano, e in molte parti della moderna Napoli, ha il sapore ormai della condanna ad una bolgia dell'inferno dantesco.
Roberto Saviano ha acceso tante luci su questa realtà, ma ora è costretto a girare con la scorta. Non è un magistrato, non è un politico, è un semplice ragazzo di ventisette anni laureato in filosofia che scrive romanzi appassionanti e non ci sta ad abbandonare la sua Napoli a questa marcescenza. È un ragazzo come tanti, come tutti noi, ma ha il coraggio della verità, e questa verità comporta una scorta. Pensiamoci, a Napoli si muore troppo facilmente, a Napoli si muore sempre in troppi e non si vive più civilmente parlando.
La colpa di Saviano è di aver fatto nomi e cognomi dei criminali, peraltro già individuati dalle forze dell'ordine, nomi noti perché si trovano e negli atti giudiziari dei processi. Criminali travestiti da imprenditori.
La colpa, gravissima, di Saviano è di aver dimostrato un nuovo rivoluzionario teorema: mafia uguale imprenditoria. Non tutta, certamente, ma gran parte della nuova imprenditoria, come quella edilizia. Senza dimenticare che quasi tutto il mondo degli affari di oggi, cresciuto velocemente e arricchitosi ancora più velocemente, è visceralmente e scandalosamente legato al mondo della politica.
Saviano non è dunque un personaggio scomodo solo per mafiosi, camorristi e imprenditori compiacenti, ma anche per tutti coloro che vivono tra le pieghe dell'intreccio tra il mondo degli affari, della politica e della malavita, e che di questo mondo tessono la trama.
Un eroe borghese, come ce ne sono tanti in questa problematica penisola. L'Italia ha un notevole bisogno di uomini come lui.
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