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Pubblicato su politicadomani Num 64 - Dicembre 2006
Le regole di un'illusione
Cercando Pasolini...
"L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo"
(P.P. Pasolini, Vie Nuove n.36, 6 settembre 1962) di D. S. A trent'anni dalla sua morte un gruppo di lavoro partenopeo propone un percorso di ricerca e approfondimento su Pier Paolo Pasolini, uno dei più grandi e discussi intellettuali italiani del '900 con l'auspicio che esso sia solo l'inizio di una sempre più vasta riflessione collettiva sull'immenso lascito pasoliniano.
Il volume che ne consegue ("Cercando Pasolini...Trent'anni dopo", La città del sole Edizioni, 179 p., euro 10,00), giunge al lettore come una piccola summa del pensiero e dell'opera pasoliniana.
I tre autori, Giuseppe Distefano, Christian Gemei e Gianmarco Pisa, affrontano Pasolini entro tre piste argomentative diverse: "la voce critica di un intellettuale che prende parola, che interviene nel dibattito pubblico, che punta anche a condizionarlo, lasciandovi un segno, fosse anche puramente estetico, attraverso cui provare, sempre e comunque, a comunicare un messaggio, il Pasolini critico del conformismo borghese ed artefice di una dura e appassionata, ma anche veemente e provocatoria, requisitoria contro la borghesia reazionaria e certa "sinistra ufficiale"; il Pasolini lettore di una sacralità dei gesti e dei corpi, delle narrazioni e delle simbologie, che lo ha saputo collocare nella sfera, pur così difficile e controversa, del legame con il popolo, con le sue narrazioni ed i suoi archetipi, i suoi vissuti e le sue esperienze; e, infine, in una parola, il Pasolini "artista" a tutto campo, artista dalla produzione sorprendente e interamente calata nelle ansie della modernità e delle sue contraddizioni, capace di spaziare in tutti i generi e tutti i campi e profondamente corrosiva, nelle sue tensioni al "nuovo" e nella sua capacità di "svecchiamento", della parola, del gesto e delle forme".
L'opera si avvale anche di altri contributi: dopo la presentazione del curatore, Nino Ferraiuolo, e la prefazione di Matteo Palumbo, il percorso viene contestualizzato storicamente dall'intervento di Alexander Hobel. Seguono tre componimenti poetici, di Pino De Stasio, Ugo Piscopo e Dario Bellezza. Due interviste fatte dagli autori a Furio Colombo e ad Aldo Tortorella, una conversazione degli stessi con Pietro Folena, uno stralcio dell'orazione funebre che Alberto Moravia fece ai funerali di questo grandissimo intellettuale, completano l'opera che sorprende per lo spessore dei contenuti, per la capacità di sintesi e per la ricchezza di prospettive.
L'intervento scritto da Pasolini in occasione del Congresso del Partito Radicale, che si tenne all'indomani della sua scomparsa, permette infine al lettore di cogliere il messaggio profondo di questo scomodo intellettuale attraverso le sue stesse parole.
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