Ogm
Il professor Gilles Eric Séralini, presidente del Comitato di ricerca e di informazione indipendente sulla genetica (Criigen), ha pubblicato un nuovo studio sulla rivista Archives of Environmental Contamination and Toxicology. Secondo quanto è riportato il consumo di mais MON863 provoca alterazioni di diversi parametri biologici e modificazione dell'urina. "Le analisi Monsanto - spiega Séralini - non superano un controllo minuzioso. I loro protocolli statistici sono altamente discutibili. Peggio, l'azienda non ha effettuato una sufficiente analisi delle differenze nel peso degli animali studiati. Dati cruciali dei test delle urine sono stati cancellati dal dossier dall'azienda stessa".
Acqua di lusso
Lo sfruttamento eccessivo di acqua destinata all'agricoltura e al consumo umano, e l'aumento sfrenato di tale consumo, sono tali che nel 2025, più del 60% della popolazione mondiale vivrà in zone colpite da significativa scarsità di acqua. Se i governi non si accordano su una migliore gestione delle risorse idriche ci saranno sempre più conflitti legati all'accesso all'acqua. Per far capire quanto sia preziosa l'acqua per un miliardo di persone, l'organizzazione umanitaria "Action contre la Faim" (Acf) ha provveduto lo scorso 22 marzo a Parigi alla distribuzione di 15.000 campioni di acqua imbottigliata in confezioni di lusso, simili a quelle dei profumi.
Costo ambientale
L'acqua presenta un costo non solo economico ma anche ambientale: la crescita dei consumi può infatti causare un rallentamento nel ciclo naturale di reintegrazione delle risorse. Diventa quindi importante praticare un uso sostenibile dell'acqua, seguendo una politica di risparmio che eviti gli sprechi e riduca la quantità degli approvvigionamenti. In Italia i prelievi idrici complessivi (uso domestico e non) sono molto elevati: 980 mc all'anno per abitante contro i 604 mc della media europea, e sono inferiori solo a quelli dell'Olanda. Negli Stati Uniti e in Canada la quantità di acqua prelevata è ancora maggiore: rispettivamente 1.880 mc e 1.600 mc all'anno per persona (Fonte: OCSE).
Legame inatteso
Esiste un "forte legame" tra prolungate siccità e conflitti interni: le violenze tendono a intensificarsi dopo periodi di "significative deviazioni" dal normale andamento climatico. La mancanza d'acqua non è ovviamente la sola e unica causa dell'esplosione di un conflitto, ma decenni di registrazioni relative alle precipitazioni atmosferiche, informazioni di natura geo-politica e vari altri dati, mostrano che "gli scontri interni tendono a verificarsi circa un anno dopo un forte cambiamento nel consueto flusso delle piogge". In Nepal, ad esempio, la guerra civile iniziata nel 1996 e conclusasi di recente, ha divampato nelle zone del paese in cui per diversi anni sono state registrate basse precipitazioni e una grave siccità. In Africa, nelle regioni con maggiori precipitazioni si verifica un numero inferiore di scontri e violenze rispetto a quelle perseguitate dalla siccità. In generale i conflitti che sono in qualche modo collegati alla mancanza o scarsità d'acqua potrebbero moltiplicarsi con i previsti cambiamenti climatici. (Marc Levy, Earth Institute, Columbia University, New York).
Chi pagherà?
Joseph Stiglitz, Nobel per l'economia ed ex capo economista della Banca Mondiale, e Linda Bilmes, docente di finanza pubblica ad Harvard, hanno calcolato che la guerra in Iraq costerà agli Usa 2.200 miliardi di dollari. La cifra stratosferica tiene conto dei costi a lungo termine quali: le cure mediche, a vita, per i reduci e i soldati feriti; il costo dei militari assunti in sostituzione di quelli inviati al fronte; la minor crescita dell'economia.