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Pubblicato su politicadomani Num 69 - Maggio 2007
Trapianti
Una donazione per la vita
Ci sono oggi molte più persone disposte a un trapianto di organi e aumentano anche i donatori. Occorre però che i medici siano messi in condizione di lavorare con serenità Una partita di pallone per portare alla ribalta dei mezzi di comunicazione di massa un argomento che viene spesso rimosso sui grandi media, oppure va a perdersi nel fiume in piena di fatti e notizie, spesso poco più che gossip, di cui essi per lo più si nutrono: quello della donazione di organi.
Un comunicato stampa della AUSL di Brindisi annuncia che "Domenica 6 maggio, alle ore 18.00, i giocatori della New Basket Brindisi scenderanno sul parquet del Palazzetto dello Sport Elio Pentassuglia indossando una maglia speciale. Sarà quella che ricorderà l'appuntamento per la settimana nazionale per la donazione degli organi che prenderà avvio proprio domenica 6 fino al 13 maggio".
Già, la donazione di organi. A che punto siamo?
Dal penultimo posto in Europa per numero di donatori di organi, in 10 anni l'Italia è risalita fino alle prime posizioni, con 21,6 donatori effettivi per milione di abitanti, pari a 1231 donatori nel 2006. Dai dati del Centro Nazionale Trapianti - l'organismo istituito nel 1999 presso l'Istituto Superiore di Sanità che cura e coordina l'attività di trapianto in Italia - risulta che ci sono attualmente 10.019 persone in lista di attesa per un trapianto e 68.897 donatori che hanno registrato il proprio consenso presso le Asl.
E proprio il consenso è uno dei punti chiave per rendere più piccolo possibile il divario fra chi attende un organo per continuare a vivere e la disponibilità di organi. Occorre il consenso: dei familiari o, meglio, del donatore stesso.
Il sistema trapianti in Italia prevede che il coordinamento dell'attività di donazione, prelievo e trapianto sia articolato su quattro livelli: nazionale (Centro Nazionale Trapianti), regionale e interregionale (Centri Regionali Trapianto e Centri interregionali Trapianto) e locale (Asl e Centri Trapianto). Ogni organismo ha ruoli e competenze specifiche.
Le informazioni specifiche riportate su questa pagina sono tratte dal sito ufficiale del Ministero della Sanità.
Una struttura complessa che cerca di porre ordine nel campo delle donazioni e dei trapianti per tutelare i malati, i donatori e per aiutare i medici a fare le scelte giuste e ad avere tempestivamente tutte le informazioni necessarie.
Chi è in attesa di trapianto però - il malato e con lui la famiglia - ha bisogno di essere seguito costantemente, e soprattutto di non essere lasciato solo. Da parte dell'equipe medica occorre la massima disponibilità. E forse è qui che il nostro sistema sanitario in qualche modo viene meno alla sua funzione. Nei Centri Trapianti, a qualsiasi livello, ci debbono essere medici che oltre che competenti ed esperti siano anche valorizzati: troppo spesso però in questo campo, come in mille altri, trionfa la precarietà e molti validissimi medici si trovano a lavorare per anni con un contratto a termine; inoltre, per lavorare a capo delle strutture - centri, presidi, reparti ospedalieri e quant'altro - esperienza e competenza contano se si accompagnano al collegamento politico giusto, alla conoscenza giusta, al momento giusto. La situazione è aggravata dalla mancanza di regolari concorsi, indetti a scadenze che dipendono dalla necessità dei reparti e non dalla esigenza di dover sistemare questo o quel personaggio, sia pure competente e di valore. Chi lavora a stretto contatto, sanitario ma anche emotivo (e spesso la parte emotiva, specie nei confronti dei più piccoli e dei più giovani, è molto accentuata), con dei malati che ripongono in un trapianto la loro speranza di vita, deve essere messo in condizioni di programmare il proprio lavoro, da cui, in questo caso, non solo dipende la sua vita ma anche gran parte della vita dei suoi pazienti.
 
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