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Pubblicato su politicadomani Num 69 - Maggio 2007
Istituzioni economico-finanziarie internazionali
La Grande Depressione
Dopo il crollo di Wall Street, il famoso martedì nero del 1929, nascono le due istituzioni finanziarie mondiali: Banca Mondiale e FMI. La terza, il WTO, dovrà attendere altri 50 anni di m.m. 1995, nasce il WTO, l'organizzazione mondiale per il commercio (World Trade Organization), mezzo secolo dopo la nascita della Banca Mondiale e del FMI (Fondo Monetario Internazionale). Nel 1947 era c'era stato il GATT, accordo generale sulle tariffe e il commercio (General Agreement on Tarifs and Trade), antesignano del WTO, allo scopo di creare le basi di un sistema multilaterale di relazioni commerciali volte a favorire la liberalizzazione del commercio mondiale. Per diventare operativo però il GATT aveva bisogno di linee guida specifiche e stringenti. Per questa ragione a partire dal 1948 vennero promossi negoziati internazionali preceduti da sessioni di incontri preparatori, ognuno dei quali durava anche parecchi anni - chiamati per questo Round - per creare gli strumenti operativi necessari. L'ultimo e il più importante di questi è l'Uruguay Round (1986-1994).
Durante questi negoziati risultò chiaro che era necessario completare gli accordi previsti nel GATT con altri che prevedessero l'organizzazione e il controllo su scala mondiale anche dei servizi e della proprietà intellettuale, vale a dire su brevetti, marchi, copyright e invenzioni industriali: GATS, accordi generali sul commercio e i servizi (General Agreements on Trade and Services), i primi; TRIPS, accordi sugli aspetti commerciali della proprietà intellettuale (Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights), i secondi. Occorreva però anche un organismo internazionale, il WTO, analogo ai due già esistenti (Banca Mondiale e FMI) con il compito di coordinare e promuovere l'intero sistema di scambi in un'ottica coerente con le logiche di quelli.
È così che ha origine il WTO.
Scopo del WTO era ed è governare i rapporti commerciali internazionali: un'operazione necessaria per combattere le politiche commerciali egoistiche e per prevenire situazioni di depressione economica e, quindi, malessere sociale. Situazioni di questo tipo si verificano quando, per sostenere la propria economia, un paese decide di imporre tariffe doganali spesso a spese dei paesi vicini ("beggar thy neighbour", ridurre cioè il tuo vicino a dover mendicare). Il controllo sui prezzi e le tariffe e la libera circolazione di beni e servizi garantita da un organismo internazionale riconosciuto dai paesi membri assicurerebbe tutti i paesi, secondo le tesi del WTO, dall'essere economicamente danneggiati dal protezionismo di altri paesi.
I 150 paesi che fanno attualmente parte del WTO (originariamente erano 76) sono arrivati alla convinzione che fosse necessario un ulteriore organismo internazionale che affiancasse la Banca Mondiale e il FMI, che si occupano di politiche finanziarie, solo 50 anni dopo gli accordi di Bretton Woods (dai quali questi organismi sono nati), e ben 75 anni dopo la grande depressione degli anni '30 che ha generato gli accordi di Bretton Woods.
Nel 1945 Banca Mondiale e FMI nascevano per scopi indubbiamente lodevoli: evitare il ripetersi del disastro finanziario e del dramma umano di una grave recessione economica - con perdita di capitali e di milioni di posti di lavoro - quale quella che si era verificata negli Stati Uniti dopo il crollo di Wall Street del 1929 e che dette inizio alla "grande depressione".
La buona volontà è stata però viziata fin dall'inizio da due enormi limiti che non solo rendono inadeguati questi organismi internazionali, ma per certi versi li rendono perfino dannosi. Non a caso, infatti, contro il WTO si sono sollevate le proteste popolari di miriadi di associazioni e gruppi che in questo modo cercano di far pressione presso i propri governi: basti pensare alle manifestazioni e ai "contro-summit" che i movimenti cosiddetti no-global (sui quali però andrebbero fatte opportune distinzioni) organizzano ogni volta che ha luogo qualche summit ufficiale di qualcuna di queste organizzazioni internazionali. Di più, contro la Banca Mondiale, il FMI e il WTO hanno puntato il dito accusatorio prestigiosi economisti e premi Nobel. Joseph Stiglitz, Nobel 2001 per l'economia, in particolare - che è stato anche "senior vice-president" e "chief economist" della Banca Mondiale, oltre che consigliere economico della Casa Bianca, e quindi conosce bene dall'interno queste istituzioni e il "contorno" che le condiziona - è autore di numerosi libri e di numerosissimi interventi contro il modo di operare di queste istituzioni e l'ideologia di cui esse sono impregnate.
 
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