Pubblicato su Politica Domani Num 7 - Sett/Ott 2001
Politica Estera
Italia e U.S.A. sempre più vicine
Le prime prese di posizione del nostro ministero
degli esteri
Daniele Proietto
13 maggio 2001, Silvio Berlusconi vince
le elezioni e a distanza di pochi giorni si insedia il nuovo governo.
Sebbene siano passati solo pochi mesi i nuovi ministri, ed in particolare
il ministro degli Affari Esteri, Renato Ruggiero, hanno dovuto affrontare
avvenimenti le cui conseguenze sono difficilmente prevedibili e che
potrebbero cambiare il futuro dell'intero pianeta, ci riferiamo qui
all'attentato terroristico di New York.
Ripercorriamo le tappe principali e gli interventi più importanti
del nostro ministro degli esteri, cercando di capire come ci stiamo
movendo in politica estera.
Iniziamo da uno degli avvenimenti che ha coinvolto le più grandi
potenze mondiali, il G8. Prima del vertice traspariva dalle parole di
Ruggero una certa apertura al dialogo con il cosiddetto "popolo
di Seattle" e la volontà di garantire libertà di
espressione a tutti i manifestanti pacifici. Gli intenti e gli obiettivi
programmati ed enunciati dal ministro in due conferenze pre-G8, tenutesi
il 20 giugno e il 16 luglio, sono i seguenti: far sì che "...il
vertice dei G8 possa essere una tappa nel progresso civile del mondo
in cui viviamo, diminuendo le ingiustizie, migliorando il tenore di
vita della popolazione e riducendo tutti i grandi problemi che ci sono
ancora in materia di diritti umani e di diritto alla vita". Ruggero
indica all'Unione Europea la strada da seguire e questa si rivela essere
una inedita novità: dimostrare alla popolazione giovanile la
governabilità della nuova società globale. Uno dei temi
più discussi della riunione dei 'magnifici otto' è stato
quello della situazione africana, che ha occupato la fase finale dell'incontro,
concluso con l'impegno di "far cessare i conflitti in Africa e
costruire una politica, o meglio una cultura, di prevenzione dei conflitti".
Terminato, drammaticamente, il G8, uno degli aspetti caratterizzanti
la nostra politica estera, in linea con la nostra tradizione, ma forse
ora in maniera più accentuata è l'atteggiamento filoamericano
di Ruggero che comunica l'inizio di rapporti bilaterali con l'UE e gli
USA. In un intervento alla camera del 25 luglio, il ministro Ruggiero
ribadisce che gli Stati Uniti sono per noi "un elemento integrante
e imprescindibile del nostro sistema di difesa" e ricorda come
questa linea politica fosse già stata avviata dal governo D'Alema
e successivamente confermata con l'intervanto nei Balcani delle nostre
Forze Armate.
Giungiamo infine agli eventi di questi ultimi giorni; i rapporti italoamericani
e gli accordi precedentemente stipulati sono stati inevitabilmente rafforzati
dal cemento della solidarietà. In una lettera del 12 settembre,
il ministro degli Esteri esprime agli Stati Uniti il cordoglio suo e
di tutti i cittadini italiani per l'immane tragedia avvenuta ed auspica
una risposta coordinata e collettiva sia dell'Unione Europea che dell'Alleanza
Atlantica. Nella lettera tuttavia il ministro Ruggiero è costretto
a riconoscere tutta la problematicità della posizione dell'Italia,
amica sì degli Stati Uniti, ma anche vigile e attenta nella difesa
della pace: se da un lato si ritiene doveroso punire severamente, anche
con interventi militari gli attentatori, dall'altro nasce il timore
che tutto il lavoro sin qui svolto dall'Europa nel tentativo di gestire
la delicata situazione col Medio Oriente e di mantenere un seppur esile
filo di dialogo fra Israele e Palestina sia vanificato. Lo scossone
della disgrazia di New York e soprattutto le inevitabili conseguenze,
potrebbero seriamente compromettere tutta una delicatissima situazione.
Secondo Ruggiero il compito dell'Europa é quello di "impedire
che il filo di quel dialogo si spezzi, tenendo aperto anche il più
piccolo spiraglio per mantenere viva la speranza di una pace finalmente
stabile".
I primi interventi del nostro ministro degli Affari Esteri risultano
improntati a saggezza e moderazione; certamente per la disgrazia degli
Stati Uniti l'atteggiamento italiano nei rapporti con gli altri paesi
sarà destinato a cambiare nei prossimi mesi. La speranza è
che venga superata la forte spinta al processo di globalizzazione selvaggia,
poco o nulla rispettosa dei diritti dei più deboli, che caratterizza
un certo tipo di ideologia condivisa da non pochi dei membri della parte
politica da cui proviene Ruggiero.

