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Pubblicato su politicadomani Num 72/73 - Set/Ott 2007
Primarie
Prove di democrazia (quasi) diretta
Il meccanismo elettorale pensato per la scelta del segretario nazionale e di quelli regionali presuppone una grande partecipazione e la nascita di un partito molto importante di m.m.
Le regole (e i numeri) che porteranno all'elezione dei membri delle Assemblee Costituenti nazionale e regionali del futuro Partito Democratico sono il risultato di un mix fra il sistema italiano per l'elezione dei sindaci e dei consigli comunali e il sistema americano per l'elezione del Presidente. I grandi numeri di cui si parla per queste primarie, a partire dalla previsione di due milioni di votanti (e, quindi, di potenziali aderenti o iscritti), presuppongono la nascita di un partito che aspira ad essere maggioritario (il 35%, dicono dall'interno del futuro Pd) dentro un sistema politico di un grande paese.
Il futuro prossimo potrà chiarire se l'ipotesi del "grande partito" è corretta. Quanto all'ipotesi del "grande paese", dipende dai punti di vista.
In ogni caso, serpeggia in questo periodo una febbre da magalomanismo tipicamente italiana, che va dall'apparato messo in piedi per le primarie, agli eccessi da rigetto della politica di cui un noto comico italiano si fa portavoce.
Noi, più modestamente, vogliamo stare ai fatti. Ed è un fatto che, dopo molti mesi di sofferta gestazione, il 14 ottobre ci saranno le votazioni primarie per la scelta dei vertici del costituendo Partito Democratico.
Conoscere con chiarezza il meccanismo elettorale che porterà alla formazione del nuovo partito (che per una volta non si aggiunge ma si sostituisce ad almeno un paio di altri partiti) crediamo che, almeno in parte, serva a capire che tipo di partito stia nascendo.
Partiamo dai numeri delle Assemblee costituenti: 2.400 componenti dell'Assemblea Costituente nazionale e 4.800 componenti delle Assemblee Costituenti regionali.
Per eleggere questo esercito di persone, il 14 ottobre saranno allestiti circa 10.000 seggi, ripartiti fra 475 collegi sparsi per tutta Italia.
Potranno votare anche gli italiani all'estero (con un regolamento speciale), i quali eleggeranno 60 componenti dell'Assemblea nazionale.
La necessità di eleggere i membri (delegati) delle Assemblee Costituenti nazionale e regionali spiega la presenza di liste di nomi su quelle due schede sulle quali coloro che avranno deciso di partecipare a questo esercizio di democrazia all'americana andranno ad apporre un segno.
Si tratta però di liste bloccate: non si voterà per il candidato all'interno della lista, ma solo per la lista che appoggia il segretario, rispettivamente nazionale o regionale, del futuro partito.
La preferenza data alla lista, su ambedue le schede, servirà come voto di preferenza per il candidato a segretario nazionale e a segretario regionale, e servirà a dare forza alla lista stessa: i delegati alle Assemblee Costituenti saranno scelti fra i candidati di ciascuna lista, in proporzione alle preferenze ottenute dalla lista stessa, con il sistema della divisione del paese in collegi elettorali.
Quali sono, allora, le regole che porteranno alla costituzione del Partito Democratico e alla nomina dei segretari?
Partiamo dalla scheda per la costituzione dell'Assemblea Costituente nazionale. Se uno dei candidati appoggiati dalle varie liste avrà ricevuto il 50% + 1 delle preferenze, questo diventerà automaticamente segretario del nuovo partito. Se questa eventualità non dovesse accadere, allora ci sarà un ballottaggio a scrutinio segreto fra i due candidati più votati.
Tutto ciò avverrà il giorno 27 ottobre, quando Romano Prodi convocherà nell'Assemblea Costituente i 2.400 delegati nazionali eletti il 14 ottobre.
Come sono stati scelti i candidati delegati delle Assemblee Costituenti nelle liste?
Con il solito sistema della cooptazione da parte delle segreterie e dei comitati di partito. Si tratta, come detto, per di più di liste bloccate - i candidati a delegati non sono scelti direttamente con un voto di preferenza - per cui è valida l'equazione "liste bloccate uguale scelte di vertice". Certamente, quindi, queste primarie non aprono ad una vera democrazia dal basso. C'è però una novità importante: nelle liste si alternano un uomo e una donna e la stessa alternanza c'è per i capolista. Questa scelta apre alla partecipazione femminile, e con il sistema dell'alternanza, proprio perché la lista è bloccata, costringe gli uomini a dare spazio alle donne.
Quanto il voto del 14 ottobre sarà corretto e credibile? È certo che chi ha a cuore il futuro partito cercherà di garantire la trasparenza e la correttezza della consultazione: occorre cioè fare in modo che chi vota rientri nelle categorie degli aventi diritto e voti una sola volta. È per questa ragione, quindi, più che per ragioni logistiche di dislocazione dei seggi, che si chiede di portare, con un documento di identità, anche la tessera elettorale.
Tuttavia, qualsiasi tipo di malcontento da parte di chi per mancanza di documenti non è stato ammesso a votare o, al contrario, ogni contestazione per aver ammesso a votare qualcuno sprovvisto dei documenti necessari, potrebbero diventare facilmente motivo per accusare il nascituro partito di mancanza sia di trasparenza, sia di correttezza. Azzoppandolo così già prima della nascita.
Una buona campagna di informazione, fatta anche attraverso i mezzi di comunicazione nazionali, oltre che quelli locali, sarebbe un'ottima strategia.
 
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