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Pubblicato su politicadomani Num 75 - Dicembre 2007
Esperienze pastorali
La cultura è solo uno strumento per leggere la vita
Da un fatto di casa l'insegnamento e la testimonianza di don Milani di Luigi Arcudi
Un cambiamento epocale può avvenire solo se confortato da motivazioni e impegno culturali. Cultura per noi è soprattutto capacità di leggere la vita, di avere strumenti che permettano di cogliere ed interpretare gli avvenimenti, che offrono elasticità nell'affrontare i cambiamenti. Senza cultura si è esclusi dal mondo nel quale siamo immersi. Ci aiuta Don Milani a rafforzare questa idea con il suo libro "Esperienze Pastorali".
Ecco il fatto. "… Un giorno si era intasato un gabinetto del seminario e c'erano due servitori a rimediare, sentii per caso il discorso del più giovane di loro: "I signori bisogna servirli tutti: da cima… a fondo". Un mio compagno che è nato ricco ed era entrato in seminario tutto gonfio di pio orgoglio di starsi facendo povero coi poveri, restò come pugnalato da questa frase. E sì che in quei giorni, in seminario si pativa letteralmente la fame né v'era riscaldamento di sorta. Ma la povertà dei poveri non si misura a pane, a casa, a caldo. Si misura sul grado di cultura e sulla funzione sociale. Noi nelle nostre camerette, con le mani paonazze dai geloni, i piedi tutto un ghiacciolo e lo stomaco contratto dalla fame, noi eravamo davanti a un libro. Lui giovane servitore era dinanzi ad un gabinetto intasato. Ma il peggio è in quel patrimonio culturale che faceva noi capaci di intendere il libro che avevamo dinanzi, lui, semianalfabeta, era costretto a mendicare ogni sera da noi mezz'ora di scuola di soppiatto dal rettore. La distinzione in classi sociali non si può dunque fare sull'imponibile catastale, ma sui valori culturali…"
Ecco la risposta data con la vita da Don Milani:
"… Così avviene quassù in montagna: con la scuola non li potrò far cristiani, ma li potrò fare uomini; a uomini potrò spiegare la dottrina e su 100 potranno rifiutare la Grazia o aprirsi tutti e 100, oppure alcuni rifiutarsi e altri aprirsi. Dio non mi chiederà conto del numero dei salvati nel mio popolo, ma del numero degli evangelizzati. Mi ha affidato un Libro, una Parola, mi ha mandato a predicare e io non me la sento di dirgli che ho predicato quando so con certezza che per ora non ho predicato, ma ho solo lanciato parole indecifrabili contro muri impenetrabili, parole di cui sapevo che non sarebbero arrivate e che non potevano arrivare…"
Allora si comprende come l'impegno nel mondo della cultura, del dar la parola, permettere di capire, è un grande impegno nel compito della liberazione dei poveri, soprattutto nel mondo di oggi.
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