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Pubblicato su politicadomani Num 75 - Dicembre 2007
Progetto Policoro
Fare "rete" e costruire "ponti"
Creare opportunità di occupazione e lavoro, e vincere anche la battaglia contro la criminalità organizzata, per liberare le forze positive del Sud è il progetto della Chiesa italiana per il Mezzogiorno
di Maria Mezzina
Cinque giorni di incontri, dibattiti, lavori di gruppo; 2.300 delegati e 400 volontari coinvolti nell'organizzazione, tanti quanti i giornalisti accreditati. Il terzo Convegno della Chiesa italiana si tiene a Palermo, dal 20 al 24 novembre 1995. Una scelta, quella del capoluogo siciliano, doppiamente motivata: qui - afferma la Traccia preparatoria - "sono accaduti alcuni degli avvenimenti più drammatici e inquietanti del nostro recente passato", ma da questa città sono anche "venuti al Paese inequivocabili segni di speranza e di risveglio spirituale e civile" (SIR, marzo 1996).
Domande acute sorgono dai mutati scenari sociali e culturali in Italia, in Europa e nel mondo, e ancor più dalle profonde trasformazioni riguardanti la condizione e la realtà stessa dell'uomo. Nel tramonto di un'epoca segnata da forti conflittualità ideologiche, emerge un quadro culturale e antropologico inedito, segnato da forti ambivalenze e da un'esperienza frammentata e dispersa. Nulla appare veramente stabile, solido, definitivo. Privi di radici, rischiamo di smarrire anche il futuro. Il dominante "sentimento di fluidità" è causa di disorientamento, incertezza, stanchezza e talvolta persino di smarrimento e disperazione (Avvenire, settembre 2006 - Dal documento preparatorio al quarto Convegno della Chiesa italiana, Verona 16-20 ottobre 2006, firmato dal Cardinale Dionigi Tettamanzi).
La Chiesa italiana si incontra ogni dieci anni per fare il punto della situazione e per tracciare il cammino per il decennio successivo. È sempre lungimirante, la Chiesa. Qualche volta è addirittura profetica. È accaduto a Palermo, nel grande Convegno del 1995. Qui, veramente, la speranza di un cambiamento radicale in senso cristiano, la presenza di Cristo nel mondo e nella storia, per chi partecipava ai lavori del Convegno, è stata palpabile. Il Convegno ha rappresentato la sintesi e il punto più alto di un cambiamento di rotta profondo, nel senso del rifiuto della illegalità e dell'impegno personale concreto a favore della costruzione di una civiltà della fratellanza fondata sulla responsabilità personale e collettiva. E’ stato anche il punto di partenza per l'avvio di progetti concreti volti a sconfiggere l'illegalità e le cause che la producono e la fanno prosperare: la mancanza di lavoro e di prospettive, e quindi di speranza, per i giovani del Sud d'Italia. È in questo contesto e con questi obiettivi che è nato il progetto Policoro. Voluto dalla CEI per dare una risposta concreta ai problemi della disoccupazione giovanile al Sud.
Il 1995, anno memorabile per la storia della Chiesa impegnata nel sociale e in politica (la politica era uno dei cinque ambiti della grande riflessione ecclesiale), dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio, dopo la solenne condanna del Papa ad Agrigento contro la mafia e la scomunica del Cardinale Pappalardo, in piena "primavera di Palermo", quando era sindaco Leoluca Orlando che della rinascita della città aveva fatto la sua missione. Poi c'è stato quasi un ripiegarsi in se stessi, anche della chiesa ufficiale, mentre quella locale, fertile humus in cui era stato seminato in abbondanza, cominciava a generare i primi germogli, e a crescere.
È il Sud la culla della nostra cultura e lo scrigno dei nostri tesori d'arte, di pensiero, di creatività. È qui che si sono incontrate le più grandi civiltà. È il Sud, non ci stancheremo mai di dirlo, che è al centro del mondo, proteso com'è nel Mediterraneo, ponte fra Nord e Sud, fra Oriente e Occidente. Una posizione felice non solo per la bellezza del territorio, lo splendore del mare, la mitezza del clima, ma perché punto obbligato di passaggio e, quindi, centro di scambi e snodo. Territorio da cui partire e dove arrivare per poi ripartire. Un vero paradiso di opportunità di sviluppo per le regioni del Sud, per l'Italia, per l'Europa. I tentativi di promuovere l'economia di queste regioni mettendo in moto un processo virtuoso attraverso interventi di grande sviluppo industriale e scambi commerciali, hanno incontrato la resistenza di una criminalità organizzata fatta di innumerevoli connivenze e padrona del territorio e hanno dovuto fare i conti con la paura dei singoli. Una barriera impenetrabile, come un muro di gomma. Se l'intervento dal vertice si è dimostrato infruttuoso, al punto da generare soprattutto nei giovani, dopo tanta speranza, un cupo sentimento di sfiducia che raggiunge perfino l'apatia della disperazione (una condizione bene espressa nella parole del Cardinale Tettamanzi, dieci anni dopo Palermo, a Verona), è allora dal basso che bisogna partire. Lavorando sulle persone, facendo "rete" sul territorio, creando "ponti" fra il Sud e il resto del Paese, coltivando le speranze dei giovani con progetti concreti di occupazione e impegno sul territorio. Tenendo ben fermi i principi, che volano sempre alto, e volando invece basso per la trasformazione dei principi in realizzazioni concrete bene ancorate alle realtà locali. Come per un volo di ricognizione e di controllo del territorio con un elicottero, per vedere come sta, dove c'è bisogno di intervento, dove è possibile costruire, come stanno procedendo le costruzioni in atto. Ecco, il Progetto Policoro potrebbe essere uno di questi elicotteri.
I "ponti" del progetto Dagli incontri con i responsabili regionali del progetto nelle regioni del Sud, da alcune disponibilità raccolte, nonché da proposte emerse da alcuni confronti è sorta l'ipotesi di collegare, in una sorta di rapporti di reciprocità, le Chiese di alcune regioni del Sud con le Chiese di altre regioni del Centro-Nord, secondo questo schema:
Calabria - Triveneto
Campania e Basilicata - Lombardia
Puglia - Emilia Romagna
Molise - Marche
Sicilia - Piemonte
Sardegna - Toscana.
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