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Pubblicato su politicadomani Num 76 - Gennaio 2008
Benazir Bhutto tra sospetti ed idealismi
La carriera di un leader nato
Storia della donna sulla quale il Pakistan moderato aveva riposto la speranza della democrazia
di A.F.
Benazir Bhutto, figlia primogenita del deposto Primo Ministro pakistano Zulfiqar Ali Bhutto, nel 1973 conseguì la laurea in scienze politiche presso l'università di Harvard. Successivamente si trasferì a Oxford per studiare politica, filosofia ed economia. Non ancora ventenne, divenne assistente del padre nel suo lavoro fino alla sua deposizione e uccisione per mano del generale Muhammad Zia-ul-Haq. Dopo un periodo di arresti domiciliari, nel 1984 le fu concesso di tornare in Inghilterra, ove si pose alla guida del Partito del Popolo Pakistano (PPP). Tornò in patria alla morte del generale e, alle elezioni del 16 novembre 1988, il PPP ottenne la maggioranza relativa, consentendo così alla Bhutto di entrare in carica quale primo ministro all'età di soli 35 anni, prima donna a ricoprire un incarico così prestigioso nella realtà politica musulmana contemporanea.
Fu destituita nel 1990 in seguito ad accuse di corruzione, causando in tal modo la sconfitta del PPP alle elezioni tenutesi nell'ottobre dello stesso anno. Restò a capo dell'opposizione al governo di Nawaz Sharif, leader della Lega Musulmana, fino al 1993, quando una nuova consultazione decretò la vittoria del suo partito e l'inizio del suo secondo mandato da Premier. Tale mandato fu nuovamente segnato da pesanti accuse di corruzione - rivolte anche al marito di Benazir, Asif Ali Zardari - che condussero ad una seconda destituzione nel 1996. Dato che la Costituzione pakistana, fino alle modifiche apportate nel 2002 dall'attuale presidente Pervez Musharraf, non consentiva la possibilità di ottenere un terzo mandato governativo, la Bhutto fu di fatto esclusa dalla vita politica del Pakistan. Né bastò la modifica costituzionale per rimetterla in gioco: sono gli anni della lotta mondiale al terrorismo e Musharraf appare agli USA il migliore alleato per il controllo del confinante Afghanistan.
Tornata in Pakistan nell'autunno scorso per candidarsi, con l'appoggio statunitense, desiderosi di riportare la democrazia nel paese, alle elezioni del 2008, esce miracolosamente illesa da un primo attentato perpetrato il 18 ottobre a Karachi, attentato che causò 138 vittime. Diverso esito avrà l'attentato del 27 dicembre, che causerà, con modalità ancora poco chiare, la sua morte a Rawalpindi, nei pressi di Islamabad. La guida del PPP passa così nelle mani del figlio diciannovenne Bilawal Bhutto Zardari, coadiuvato, data l'età, dal padre Asif Ali Zardari. Dato che la legge pakistana impedisce l'elezione a primo ministro di persone minori di 25 anni, il probabile candidato premier sembra essere Makhdoom Amin Fahim, già stretto collaboratore della Bhutto.
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