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Pubblicato su politicadomani Num 77 - Febbraio 2008
Inserimento giovanile nel mondo del lavoro
Laurearsi conviene?
Da una ricerca Istat alcuni dati interessanti su Università e lavoro
Una interessante ricerca Istat su "Università e lavoro: orientarsi con la statistica"* racconta in cifre una storia interessante sulle possibilità di inserimento lavorativo dei nostri giovani diplomati e laureati. Un testo breve - 30 paginette ricche di dati molto significativi - che gli studenti delle scuole superiori in procinto di scegliere dovrebbero conoscere.
Risulta infatti dai dati che per trovare lavoro conviene proseguire gli studi dopo il diploma.
L'Istat fotografa la situazione della occupazione giovanile in Italia nel 2005, a quattro anni dalla introduzione della riforma universitaria del 2001, a conclusione, cioè, del normale ciclo di studi universitario.
La partecipazione al mercato del lavoro, precisa l'Istat, è misurata dal cosiddetto "tasso di attività" che è dato dalla quota di persone occupate più quella di persone in cerca di occupazione. Risulta dalla ricerca che il 2005 ha visto impegnati nel mercato del lavoro 77 giovani (25-34 anni) su 100, con una presenza maggiore di giovani uomini (87%) rispetto alle giovani donne (67%).
Ci sono, tuttavia, forti differenze geografiche in queste cifre: "al Nord sono attivi 87 giovani su 100, nel Mezzogiorno solamente 64". Anche l'inserimento lavorativo a Sud è più difficile che al Nord: "nel Mezzogiorno solo 52 su 100 hanno un'occupazione, mentre nel Nord sono occupati 82 su 100". Un dato, questo, che porta la disoccupazione meridionale ad essere quattro volte superiore a quella delle regioni settentrionali.
Immediatamente dopo il conseguimento del titolo di studio sembra che sia più facile trovare lavoro per i diplomati rispetto ai laureati (vedi tabella 2). In realtà, però, con il tempo, questa differenza scompare e nella fascia di età fra i 30-34 anni i laureati presentano un tasso di disoccupazione inferiore di due punti rispetto ai diplomati. Oltre i 35 anni (35-54 anni) la percentuale degli occupati è del 74%, 5 punti percentuali in più rispetto a quella degli occupati giovani (età inferiore a 35 anni) che è del 69%. La differenza del tasso di disoccupazione fra giovani e adulti è anche più marcato: 10,3% per i giovani e 4,9% per gli adulti (da segnalare che il tasso di disoccupazione degli adulti è nel Mezzogiorno tre volte più alto che al Nord). Nella fascia di età 35-54 anni è occupato il 92% dei laureati contro l'82% dei diplomati; una differenza ancora più marcata per le donne: sono occupate 87 donne laureate su 100 e solo 71 diplomate. Il tasso di disoccupazione per i laureati è del 2% e per i diplomati è del 3,6%, quasi il doppio; una differenza che risulta più marcata nel Mezzogiorno e fra le donne.
Laurearsi conviene, allora. La ricerca rivela, relativamente all'anno 2004, che il 56,4% dei laureati svolge un lavoro continuativo iniziato con il conseguimento del titolo contro il 34,7% dei diplomati di scuola superiore. Pesano le differenze di genere: sono occupate il 51,7% delle donne laureate contro il 62,2% degli uomini e il 31,4% delle donne diplomate contro il 38,3 degli uomini.
* ISTAT, "Università e lavoro: orientarsi con la statistica", 23 ottobre 2006 - Testo integrale disponibile sul sito www.istat.it/lavoro/formazione.
Tabella 1
Tassi di disoccupazione per titolo di studio, classe di età, sesso e ripartizione geografica (anno 2005)
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Diploma di scuola superiore |
Titolo Universitario |
|
20-24 anni |
25-29 anni |
25-29 anni |
30-34 anni |
SESSO |
Maschi |
19,6 |
9,9 |
20,0 |
7,4 |
Femmine |
22,7 |
11,7 |
23,2 |
9,8 |
Totale |
21,1 |
10,7 |
21,9 |
8,7 |
Ripartizione Geografica |
Nord |
9,8 |
4,3 |
11,9 |
4,0 |
Centro |
17,0 |
8,8 |
21,4 |
6,8 |
Mezzogiorno |
37,4 |
21,6 |
40,4 |
19,6 |
Totale |
21,1 |
10,7 |
21,9 |
8,7 |
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