Pubblicato su politicadomani Num 78 - Marzo 2008

Teatro - Le due umanità
I Fili di Penelope
L'opera, di Tiziana Scrocca, autrice e protagonista, e Chiara Casarico, regista, è parte dell'impegno artistico e civile al femminile della Compagnia Teatrale e Associazione Culturale "Il NaufragarMèDolce"

 

Sinossi
Penelope aspetta e tesse un mantello di storie. Inventa il motivo della sua attesa. Tesse, inventa e racconta le storie che allontanano Ulisse, per trattenere il tempo, per allontanare la morte e poi sfila tutto. Ma Ulisse torna e l'attesa che era sogno diventa il dolore muto della guerra. E lei racconta ancora, fino a che il racconto scioglie quello che non si può dire e rompe la solitudine e ritrova il coraggio e l'orrore e la meraviglia.

Drammaturgia
Penelope attende Ulisse e per riempire l'attesa tesse un mantello su cui ricama e intreccia l' Odissea. La sua attesa è un'azione vitale e piena: ogni giorno immagina una storia sul difficile ritorno di Ulisse, giustificandone così l'assenza e allontanando l'idea della morte.
Ma Ulisse torna, ed è un sopravissuto alla guerra. L'incontro apre un abisso di solitudine e Ulisse e Penelope si trovano ai due poli estremi.
Penelope, rappresenta un'umanità nutrita e difesa con l'immaginazione e l'affabulazione.
Ulisse, rappresenta un'umanità frantumata dall'orrore della guerra e dalla delusione della Storia. Eppure entrambi sono necessari l'uno all'altra, entrambe le umanità sono necessarie ad una società che dimentica e non sa più guardarsi dentro e immaginare un mondo migliore.
"Tu, Ulisse, hai visto l'orrore che è la guerra! Io, ho visto con quanta facilità gli uomini scelgono la guerra, senza più vederlo l'orrore!" dice Penelope e invita Ulisse a testimoniare quell'orrore perché gli uomini non lo dimentichino.
Il testo muove da una rielaborazione del mito verso una trascrizione poetica sulle necessità, i motivi intimi e profondi di un impegno civile, inteso come condizione dell'anima che r esiste tanto alla violenza, alla negazione dei diritti, quanto all'oblio, al vuoto, alla perdita di legame con la propria e altrui umanità.

Note di regia
Il lavoro di regia, cammina di pari passo con il lavoro di scrittura, in quanto il testo si rifà alla tradizione del racconto orale. Penelope è una cantastorie che racconta se stessa. La regia è quindi regia della parola, non c' è azione, solo piccoli gesti e piccoli movimenti misurati ed essenziali che fungano da evocazione, attraverso la parola, della storia.
Il lavoro di scrittura ha subito quindi diverse modifiche attraverso l'incontro di un pubblico amico e quindi verificando in diverse fasi cosa nel testo era letterario e cosa invece aveva la concretezza e l'immediatezza del racconto orale. La musica funge da veicolo emotivo dell'azione narrata e recita insieme all'attrice nell'evocazione delle immagini. La musica è anche la scansione del tempo, che nell'attesa è protagonista.

[Fonte www.naufragaremedolce.it]

Scheda tecnica

Attori: 1 - Tecnici: 1
Durata: 45 minuti
Scenografia: una sedia - Musiche: su CD
Dimens. palco: min. 3 x 3 (adattabile a spazi diversi) - Luogo: adattabile a qualsiasi tipo di spazio
Luci: 6 PC + centralina a 6 canali (anche illuminazione alternativa)
Target: TEATRO ADULTI e RAGAZZI (dai 12 anni in su)

Le prossime rappresentazioni
27 e 28 marzo 2008, ore 21,30 - Jack and Joe Theatre, via Pablo Picasso, 9 - San Casciano in Val di Pesa, FIRENZE
ingresso: 12 euro intero - 10 euro ridotto (info: 055.826022)

Contatti:
Tiziana Scrocca cell. 349.8683823
Chiara Casarico tel. e fax 06.636201 cell. 335.6077284
info@ilnaufragarmedolce.it - www.ilnaufragarmedolce.it

 

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